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Ex Acas. Senza stipendio dal mese di novembre, con l'acqua staccata e in condizioni igieniche precarie

L'affitto di ramo d'azienda alla Radio Call Service di Messina si è rivelata "una bufala". Disagio e dei 30 dipendenti. A denunciarlo, in una lettera firmata, una dipendente dell'azienda di Bardano 

ORVIETO - Senza stipendio dal mese di novembre, con l'acqua staccata e in condizioni igieniche precarie. Per i dipendenti ex Acas l'affitto di ramo d'azienda alla Radio Call Service di Messina si è rivelata "una bufala". La nuova azienda, secondo quanto si apprende, non sembrerebbe in grado di sostenere il contratto di gestione. E delle difficoltà legate al fallimento Acas, connesso alla maxi evasione fiscale dell'imprenditrice Giovanna Bernini, continuano a farne le spese i lavoratori. A denunciarlo, in una lettera firmata, una dipendente dell'azienda di Bardano. "Dal mese di novembre - scrive - abbiamo percepito una sola mensilità e di nuovo siamo in una condizione di estremo disagio, costretti a non poter interrompere un servizio pubblico e a tenerci aggrappati ad un posto di lavoro che non ci permette di avere uno stipendio regolare". Sullo sfondo accuse e sospetti: "Ci chiediamo com'è stato possibile che l'amministratrice di Acas abbia potuto regolarmente ''affittare'' 30 dipendenti che da 5 mesi non venivano pagati, ad un'azienda che dal canto suo ne contava altrettanti (se non di più) a Messina che si trovavano nella nostra stessa situazione già da mesi. Ci chiediamo a cosa sia valso l'intervento della Regione che, di fatto, ha sistemato la propria posizione, riappropriandosi del proprio contratto subaffittato ad Acas delle Asl dell'Umbria e facendosi carico soltanto di una parte dei 212 dipendenti tutti operanti con egual contratto nei servizi di Acas". Al momento i dipendenti di Bardano hanno dichiarato lo stato di agitazione e il 12 febbraio, incroceranno le braccia. Lo scipero: un'arma alla quale non sono mai ricorsi per senso di responsabilità nei confronti dell'utenza (il call center di Bardano si occupa di prenotazioni sanitarie), un atteggiamento che ha caratterizzato costantemente la vicenda, anche nei momenti più bui. Ma ora oltre agli stipendi non pagati, ci sono le condizioni di lavoro precarie: acqua staccata, bagni impraticabili. Disagi legati al fallimento "di cui non è ben chiaro chi debba farsi carico". In più ora i riflettori sui dipendenti ex Acas si sono spenti ed è forte, tra loro, il senso di abbandono: "dove sono - si chiedono - le istituzioni e i rappresentanti politici dei vari partiti che nel corso dell'intera vicenda" si sono occupati della questione.

Pubblicato il: 04/02/2010

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