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Il vescovo invita ad una maggiore valorizzazione dei laici e ad una più puntuale realizzazione delle unità pastorali

Genitori e figli insieme per comprendere la figura di Gesù. "Valorizzazione dei sacramenti caratteristici dei pellegrini, la riconciliazione e l'eucaristia"

ORVIETO - Al termine della pastorale, il vescovo della diocesi di Orvieto - Todi, tira le somme. Lo fa in un intervento affidato al suo ufficio stampa nel quale indica le priorità dell'azione che intende portare avanti. "Sono i temi elencati nella lettera pastorale - dice monsignor Giovanni Scanavino - a cominciare da una maggiore valorizzazione dei laici e da una più puntuale realizzazione delle unità pastorali. Dobbiamo rivedere lo stile e l'efficacia della catechesi. Questa riguarda contemporaneamente genitori e figli, e non si sa chi è più capace a questo punto di penetrare il Vangelo e di capire la figura di Gesù. Se si riparte da qui, i ragazzi non sono solo un problema, ma forse un grande aiuto alla famiglia. Insieme potranno intravedere una impostazione più positiva della vita cristiana, a partire proprio dalla comprensione e dalla valorizzazione dei sacramenti caratteristici dei pellegrini, la riconciliazione e l'eucaristia". "Sono questi che sostengono la famiglia e l'aiutano a costruirsi - prosegue il vescovo -. Di questi ne hanno bisogno tutti in famiglia: tanto vale allora educarsi insieme al perdono di Dio e al vero nutrimento che cambia la vita. Questo è l'unico vero progetto pastorale, che è anzitutto familiare. Tutti al servizio della famiglia, perché diventi eucaristica: perché trovi nel Perdono, nella Parola e nel Pane lo stile e la gioia della propria vita. Quando la famiglia era più unita in questo cammino di fede, la catechesi serviva a portare i figli al livello di fede dei genitori. Oggi vanno aiutati genitori e figli a raggiungere lo stesso livello di fede che aiuta a crescere e a vivere insieme". Scanavino insiste sul valore dei sacramenti che va riscoperto. "Se rimaniamo in una visione moralistica, dove conta solo il dover fare, e nello stesso tempo non siamo convinti di potercela fare, svuotiamo la fede e la vita cristiana. Abbiamo bisogno di ritrovare la fede nella forza che ci viene dal Signore e di ricercarla in quei sacramenti, in quegli incontri di fede, che ci permettono di sentire tutta la forza che da soli non abbiamo. Questa forza si chiama perdono, parola e pane".

Pubblicato il: 02/02/2010

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