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La bomba è stata fatta brillare. Ma ora chi paga?

le operazioni che sarebbero costate 55mila euro circa, secondo quanto affermano fonti ben informate

ORVIETO - La bomba è stata fatta brillare. Ma ora chi paga? È questo l'interrogativo all'indomani delle operazioni di bonifica dell'ordigno della seconda guerra mondiale che domenica scorsa hanno diviso l'Italia in due, operazioni che sarebbero costate un occhio della testa: 55mila euro circa, secondo quanto affermano fonti ben informate. A questo proposito sarebbero già partite le richieste di pagamento al dipartimento nazionale della protezione civile che corrispose già le spese per l'ultimo ordigno bellico rinvenuto nell'Orvietano quello di Baschi, nel 2004. All'epoca fu però una spesa irrisoria: 2mila euro, centesimo più centesimo meno, con l'esercito che mise a disposizione i mezzi e il brillamento che venne fatto sul luogo del ritrovamento (un vigneto di Tordimonte tra Baschi e Orvieto). Stavolta le cose sono andate diversamente e il conto è ben più salato. La prima strada che si starebbe percorrendo sarebbe quella di presentarlo al dipartimento nazionale della protezione civile, anche in virtù del fatto che la bomba è stata "portata" dalla piena del Paglia, pertanto le spese per il brillamento potrebbero essere fatte rientrare tra quelle legate al maltempo e dunque finanziabili con lo stato di emergenza. La questione è all'ordine del giorno, tra gli enti e gli organismi interessati alla vicenda: comuni, prefettura, protezione civile. Sullo sfondo la sentenza del 2005 con cui il tribunale di Perugia, per il brillamento dell'ordigno rinvenuto nel 1999 (località poggio Capanna, tra Allerona e Castel Viscardo) ha esonerato i comuni (Orvieto, Allerona, Castel Viscardo) ma anche la Prefettura (come organo periferico del ministero degli Interni) e ha condannato la presidenza del Consiglio dei ministri - in qualità di organo sopraintendente all'organismo di protezione civile nazionale - al pagamento delle spese.


A condurre l'operazione il VI Reggimento Genio Pionieri di Roma, che effettua ogni anno attività di bonifica sistematica da ordigni esplosi su un territorio vasto ed attività di bonifica occasionale legata a rinvenimenti come quello della bomba d'aereo brillata domenica ad Orvieto. Nel 2009, a livello nazionale, sono stati effettuati circa 5mila interventi, prevalentemente come quello effettuato domenica. Qui si innesta il problema dei costi di questa attività legata al rinvenimento estemporaneo di residuati bellici. E si ripropone il dibattito sulla possibilità di effettuare una mappatura del rischio - come sollecitava anni or sono un progetto della protezione civile - per affrontare in maniera sistematica e più economica la bonifica.


Pubblicato il: 27/01/2010

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