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Còncina stringe all'angolo i partiti. O con me o commissariamento ed elezioni

di Dante Freddi Chiede la costituzione di un "fronte civico" da concretare entro il 28 gennaio. Se non ci fosse disponibilità, il passo successivo sarà la richiesta al Consiglio comunale di dichiarare il dissesto, con le gravissime conseguenze politiche ed amministrative che questo comporterà. E quindi le elezioni. Il calendario serrato degli appuntamenti...

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Còncina stringe all'angolo partiti e consiglieri comunali e chiede la costituzione di un "fronte civico" da concretare entro il 28 gennaio. Se non ci sarà disponibilità verso un'assunzione di responsabilità trasversale, il passo successivo sarà la richiesta al Consiglio comunale di dichiarare il dissesto, con le gravissime conseguenze politiche ed amministrative che questo comporterà. E quindi le elezioni.
E' quanto ha comunicato il sindaco ai capigruppo consiliari, senza più spazio quindi per meline e mezzi impegni, per tattiche politicanti, mestatori e teppistelli. Evidentemente l'andazzo sperimentato sul protocollo con Roma ha chiarito al sindaco che la via è quella più volte indicata sulle nostre colonne da Pier Luigi Leoni, auspicata da Franco Raimondo Barbabella, da Mario Tiberi, da me, da diversi commentatori. Con il sostegno perfino del comunista Fausto Cerulli. E' la via della chiarezza, chiesta anche dal PD nei comunicati successivi allo "sgarro"  romano e quando approvò le linee programmatiche del sindaco.

Finalmente l'anatra zoppa ha sollecitato una protesi a partiti, consiglieri e cittadini e costringerà tutti a decidere se partecipare al processo di risanamento del bilancio ed al rilancio della città.
Con metodo e partecipazione, nella consapevolezza che senza un accordo solido, impegnativo e condiviso c'è soltanto il dissesto e le elezioni.
Il patto dovrà garantire l'approvazione del bilancio alla fine di aprile, instaurare un comportamento virtuoso in tema di spese, la revisione semestrale dello stato dell'arte dei progetti di risanamento e la verifica degli interventi definiti.
Si costituirà un gruppo di lavoro misto, politico  e tecnico, responsabile dell'attuazione del progetto.

Il gruppo politico sarà composto da sindaco, due assessori, un rappresentante del Consiglio comunale  scelto tra i capigruppo che appoggiano la Giunta, uno tra i capigruppo di opposizione. Dovrà assicurare una tregua di tre anni e l'attuazione del piano triennale. Sarà garante del voto dei consiglieri comunali.

Il gruppo tecnico sarà composto da un dirigente, temporaneamente sollevato dai propri incarichi, dal segretario generale e dal vicesegretario generale. Questo gruppo iniziale lavorerà alla costruzione del progetto di risanamento e poi sarà modificato per adattarlo ai diversi impegni attuativi.

Al Consiglio dovrà essere presentata una nota mensile del lavoro svolto e ugualmente alla cittadinanza.
I gruppi di lavoro saranno presentati formalmente a Consiglio e Giunta entro l'11 febbraio.
Poi redazione del piano di risanamento entro il 31 marzo, presentazione in Consiglio entro il 7 aprile, approvazione del bilancio di previsione il 28 aprile, dettagli degli interventi il 30 giugno, approvazione degli interventi dettagliati il 15 luglio.

Non c'è è più posto per le chiacchiere, da nessuna parte.
Orvieto spende 7 milioni di euro più delle entrate e questo non è possibile.
A ricreare le condizioni di equilibrio o ci pensa la politica o ci pensa il commissario.
Gli effetti del dissesto coinvolgerebbero i servizi offerti alla città, dagli asili alle mense alla cultura, il personale del Comune, gli investimenti in ogni àmbito. Insomma, piomberemmo nella condizione di paesotto povero, senza autodeterminazione e senza speranza.
Ora la palla è ai partiti e ai gruppi consiliari per decidere se stringere il patto, poi starà alla capacità di Còncina e dei suoi gruppi di lavoro consentirne il mantenimento.
E' un lavoro che richiede attenzione alla gente,  capacità, delicatezza, disponibilità.
I consiglieri comunali dovranno capire l'eccezionalità della situazione e rinunciare alla loro autonomia decisionale. Còncina dovrà capire che i consiglieri vanno coinvolti in tutte le sedi progettuali, perché sono eletti dal popolo e non ci sono più partiti in grado di stringerli a sé in un abbraccio dispotico.
Una bella impresa.
San Pietro Parenzo aiutali tu.

Pubblicato il: 22/01/2010

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