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Viabilità. I 'varchi' di Efeso

Còncina e Zazzaretta hanno ripristinato i varchi,  promettono lotta dura alla sosta sregolata e fanno immaginare aumenti nel costo dei parcheggi. Commercianti contro, come quarant'nni fa, come ogni volta che c'è un tentativo di regolare circolazione e sosta

foto di copertina

Sempre, quando il tema è la regolarizzazione del traffico cittadino e dei parcheggi, c'è una reazione dei commercianti contro l'iniziativa. Da quasi quarant'anni, dall'istituzione della prima isola pedonale.
Il sindaco Còncina, un paio di mesi fa, in occasione di un Consiglio comunale, buttò là una provocazione: che avrebbe voluto liberalizzare totalmente il traffico nel centro storico, così da far rendere conto i cittadini degli effetti del caos. Un ragionamento volutamente giocato sull'assurdo, ma quando a Natale ha aperto i varchi e tollerato la sosta selvaggia, nella sostanza ha realizzato il suo sogno , accontentando anche qualcuno dei commercianti più reazionari. Il costo di quella operazione è stato altissimo e abbiamo offerto ai 65mila turisti di quei giorni, così dicono i numeri ufficiali di Umbria jazz, l'immagine peggiore della nostra città. Caotica, brutta, sgradevole.
Ora il sindaco, sostenuto da quella esperienza, insieme all'assessore Zazzaretta, ha ripristinato di corsa i varchi, promette lotta dura alla sosta sregolata e fa immaginare aumenti nel costo dei parcheggi.
Naturalmente si stizziscono i commercianti e temono che diminuiscano le presenze in città e il "declino definitivo del sistema di tutto il commercio del centro storico".
E' il solito ragionamento inconsapevolmente autodistruttivo che è difficile controbattere, perché è fondato sulla paura del cambiamento e non su una serena valutazione del futuro del nostro centro storico, che implica innumerevoli variabili che coinvolgono cittadini residenti, non residenti, turisti e commercianti, ciascuno con un proprio interesse di categoria e personale.
Lo capisco e ricordo soltanto che duemila anni fa, ad Efeso, la via principale della città, quella dove erano i servizi commerciali e culturali più importanti, compresa la biblioteca le botteghe che vendevano le statuette di Artemide, un po' come le nostre ceramiche, era sbarrata da due robuste colonne, da varchi fissi che evitavano la circolazione dei carri. E noi, dopo duemila anni, ancora stiamo a ragionare se il centro storico è commercialmente più appetibile se attraversato giornalmente da migliaia di macchine che tentano di parcheggiare dove possono o liberato per il godimento di cittadini e turisti.

 



Pubblicato il: 22/01/2010

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