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Orvieto capitale degli studi sul mondo etrusco e sull'Italia preromana

Al conseguimento di questo prestigioso traguardo, la Fondazione per il Museo "Claudio Faina" ha cercato di contribuire - anzi ha dato un contributo decisivo - sin dai suoi primi passi nell'ormai lontano 1957

 di Isidoro Galluccio, presidente Fondazione per il Museo "C. Faina"

Con l'organizzazione annuale di Convegni Internazionali di Studi sulla Storia e l'Archeologia dell'Etruria, la città di Orvieto sta cercando di diventare una capitale degli studi sul mondo etrusco e, più in generale, sull'Italia preromana. Al conseguimento di questo prestigioso traguardo, la Fondazione per il Museo "Claudio Faina" ha cercato di contribuire - anzi ha dato un contributo decisivo - sin dai suoi primi passi nell'ormai lontano 1957.

Lo ha fatto assicurando la pubblica fruizione delle sue importanti collezioni archeologiche e promuovendo campagne di scavo: penso a quelle - negli anni Sessanta del Novecento -  nella necropoli di Crocifisso del Tufo e a quelle - durante gli anni Settanta e Ottanta - presso l'area sacra di Cannicella.

Lo ha fatto rinnovando completamente e aggiornando il percorso museale negli anni Novanta: nel marzo del 1996 infatti inaugurammo un museo completamente rinnovato che arrivò ad occupare i tre piani di Palazzo  Faina.

Lo ha fatto svolgendo un'intensa attività di promozione culturale con l'organizzazione di cicli di conferenze su temi legati non solo all'antichistica, ma anche al mondo moderno e contemporaneo, e portando avanti un'intensa attività didattica che ha visto la realizzazione di un percorso specifico - tra i primi in Italia - rivolto ai ragazzi nel 1998. Il percorso si completa oggi con l'allestimento di una sala appositamente realizzata e con la preparazione di una serie di servizi didattici che prenderanno avvio dai primi mesi del 2010.

Lo ha fatto soprattutto con l'organizzazione di annuali Convegni di studio ad altissimo livello e con la tempestiva pubblicazione degli Atti relativi.

A proposito di pubblicazioni tempestive, ricordo che proprio in occasione dell'apertura della XVII edizione dei Convegni, avvenuta lo scorso 18 dicembre, sono stati presentati quelli del congresso precedente dedicato al tema della presenza etrusca a Roma.

La scelta - effettuata nel 2008 dal Comitato di Consulenza Scientifica presieduto autorevolmente da Giovanni Pugliese Carratelli - si è rivelata così indovinata, così ricca di novità  storiografiche che si è deciso di ribadirla nella edizione 2009 accentuando il taglio storico nella lettura dei dati scaturiti dai nuovi scavi  e dalle ultime ricerche.

Se decidessimo di riprendere i temi affrontati a partire dal 1983 e, in maniera più regolare, dal 1998 ci renderemmo conto che all'attenzione degli incontri orvietani è stato sempre il mosaico di genti e di culture che ha costituito l'Italia preromana e che - tessera dopo tessera - abbiamo cercato di ricomporre.

Lo abbiamo fatto partendo dall'analisi di Orvieto etrusca (Velzna) e del suo territorio e poi ampliando lo sguardo: l'operazione è stata motivata dal fatto che la Fondazione Faina opera in Orvieto e, soprattutto, dalla consapevolezza del ruolo svolto dalla città all'interno della storia e delle dinamiche politiche, economiche e sociali dell'Italia preromana: si pensi agli intensi e proficui contatti con l'Etruria padana e col mondo umbro, falisco, sannita e celta.

Una dimensione nazionale, che è nelle radici e nell'identità più profonda di Orvieto, ribadita con forza nel periodo medievale e rinascimentale attraverso la costruzione della Cattedrale e il lucido disegno di un tessuto urbano che riesce ancora ad emozionare per la sua bellezza e la sua capacità d'integrare architettura e paesaggio, arte e natura.

I Convegni orvietani sono stati l'occasione per confrontarsi su tematiche complesse con uno sguardo attento a quello che la ricerca archeologica italiana andava riscoprendo: indagini che sono state in grado talora di modificare in maniera decisiva il quadro delineato in precedenza.

I nostri incontri hanno offerto inoltre l'opportunità di un dialogo tra specialisti di discipline diverse: archeologi, storici, storici dell'arte antica, epigrafisti, linguisti. Il dibattito che ne è scaturito è stato vivace, interessante, capace di coinvolgere tutti coloro che sono consapevoli dell'importanza della storia per cercare di comprendere il presente e progettare un futuro per noi stessi e per le prossime generazioni.

Per queste intense giornate di studio che ho avuto - negli anni - la possibilità di seguire, desidero ringraziare innanzitutto i protagonisti, ovvero coloro che hanno accolto l'invito a presentare i risultati dei loro lavori negli incontri da noi promossi. Poi desidero ringraziare il pubblico - sempre più numeroso - che ci ha seguito e, in particolare, i giovani ricercatori che ne costituiscono una parte significativa a dimostrazione della perdurante vivacità dell'archeologia italiana ed europea.

Sono consapevole inoltre - essendo doveroso darne atto - che l'impegno dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato di Consulenza Scientifica della Fondazione Faina è stato decisivo per la buona riuscita dell'iniziativa: ad essi un ringraziamento speciale. 

Un grazie sentito, infine, alle autorità cittadine che non hanno fatto mancare mai il loro sostegno, ieri come oggi: al Sindaco di Orvieto, Antonio Concina, al Vescovo di Orvieto-Todi, S.E. Giovanni Scanavino, e al Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Vincenzo Fumi.

In conclusione mi fa particolarmente piacere segnalare un giudizio altamente positivo espresso da Brian Shefton, vale a dire uno dei maggiori archeologi europei, sulla nostra iniziativa: "ho imparato ad apprezzare lo stile e l'alto livello dei vostri convegni durante i tre anni in cui ho avuto il privilegio di essere presente. Mi congratulo con Voi per la serie di eventi che per la loro qualità e la tempestiva pubblicazione degli Atti relativi ha pochi e forse nessun confronto."

 

 

 

Pubblicato il: 01/01/2010

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