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Agricoltura. Nell'Orvietano oltre 600 aziende in crisi

A rischio soprattutto le colture di mais, farina e cereali. Sono i numeri fallimentari prodotti da Confagricoltura e disegnano la crisi del settore agricolo

ORVIETO - Oltre 600 aziende in crisi su 950, a rischio soprattutto le colture di mais, farina e cereali. Sono i numeri fallimentari che disegnano la crisi del settore agricolo nell'Orvietano.

 

Il bilancio dell'annata 2009 arriva da Confagricoltura. "La crisi, ha fatto sentire pesantemente i suoi effetti in tutti i comparti produttivi - è il commento del presidente di Confagricoltura Orvieto, Roberto Poggioni -. E mentre l'economia italiana registra i primi segnali di ripresa, apprestandosi ad uscire dal "tunnel", l'agricoltura subisce ancora gli effetti di un deterioramento del valore aggiunto (si sono persi circa 2 miliardi di euro in cinque anni, con un calo percentuale del 6,4%)". Nell'Orvietano ad essere finite in ginocchio sono oltre due terzi delle 950 aziende agricole attive.

 

"Le imprese agricole, nel corso del 2009 - sottolinea Confagricoltura - hanno registrato enormi difficoltà e perdite di redditività. La crisi è stata alimentata da una flessione della domanda sia interna, sia estera, a sua volta determinata dalla crisi internazionale. Flessione sia delle vendite alimentari al dettaglio, sia dell'export agroalimentare. L'offerta ha trovato minori sbocchi con un conseguente crollo delle quotazioni". "Ad acuire la situazione - sottolinea l'organizzazione degli imprenditori agricoli - è stata la sommatoria dei ribassi dei prezzi all'origine e degli aumenti dei costi di produzione (mezzi tecnici).

 

La forbice prezzi - costi in agricoltura tende a peggiorare da diversi anni, con i secondi che aumentano molto più rapidamente dei primi".

 

Per quanto riguarda l'andamento dei vari comparti che più interessano il comprensorio orvietano, Confagricoltura ricorda "il calo dei prezzi per i settori olivicolo e vitivinicolo, la situazione particolarmente negativa della zootecnia e la perdurante situazione di crisi del comparto cerealicolo". In particolare per quanto riguarda quest'ultimo la situazione è aggravata "anche dalla scellerata gestione del consorzio agrario di Rieti e Terni - sottolinea il presidente Poggioni - che, come abbiamo avuto modo di denunciare nei giorni scorsi, non pagando il prodotto del 2008 per un importo di circa euro 700mila euro ha contribuito ad aumentare la crisi del settore".

Pubblicato il: 30/12/2009

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