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Piave, tutto da rifare

Vizi formali e sostanziali hanno determinato l'esclusione di entrambe le offerte presentate per la riqualificazione della ex caserma. È l'esito clamoroso della riunione della commissione di gara svoltasi ieri mattina. "A questo punto - commenta sinteticamente il sindaco, Toni Concina - parte rapidamente una nuova fase di concertazione che prende atto di tutti gli importanti contributi finora recepiti dall'Amministrazione comunale"

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di Stefania Tomba

ORVIETO - Piave, tutto da rifare: vizi formali e sostanziali hanno determinato l'esclusione di entrambe le offerte presentate per la riqualificazione della ex caserma. È l'esito clamoroso della riunione della commissione di gara svoltasi ieri mattina per l'affidamento in concessione di parte del complesso della ex caserma Piave e dell'ex ospedale nonché per l'individuazione del socio operativo privato di minoranza della società Rpo.

Vana l'attesa per l'apertura dei plichi, confermate le più fosche previsioni: il giudizio della commissione, che ieri mattina ha proceduto alla verifica dell'integrità dei plichi pervenuti entro i termini e quindi alla verifica della completezza e regolarità della documentazione amministrativa, è stato di esclusione per entrambi i concorrenti.

Ecco come il Comune, al termine della riunione, spiega le irregolarità che hanno determinato il "non luogo a procedere" per l'aggiudicazione della concessione. "Il plico presentato da Pediconi e Magagnini Architetti Associati non era sigillato con ceralacca sui lembi di chiusura come invece richiesto espressamente dal bando e dal disciplinare di gara, pena l'esclusione". "Nel plico contenente la documentazione amministrativa presentato dal raggruppamento temporaneo d'imprese fra Compagnia Fondiaria Nazionale Spa, Marsilio Editore Spa, Civita Servizi Srl, non era presente la cauzione provvisoria richiesta dal bando e dal disciplinare di gara, pena l'esclusione".

Quindi, la concessione non è stata aggiudicata. Così ha stabilito la commissione composta dal dirigente del Settore tecnico e manutenzione del Comune, Mario Angelo Mazzi, dal funzionario amministrativo della Regione, Stefania Rosi Bonci, dall'avvocato del foro di Orvieto, Luca Giardini, dall'architetto Glauco Provani e dal professor Stefano Rodotà.

E ora? "A questo punto - commenta sinteticamente il sindaco, Toni Concina - parte rapidamente una nuova fase di concertazione che prende atto di tutti gli importanti contributi finora recepiti dall'Amministrazione comunale, per individuare i percorsi più idonei alla definitiva soluzione del futuro dell'infrastruttura". L'esito era in parte atteso, nel senso che nei mesi scorsi, il primo cittadino stesso aveva sempre tenuto a ribadire la complessità del bando e un certo pessimismo rispetto al fatto che nelle buste pervenute potesse esserci la soluzione per gli immobili. Ora però non si è neanche entrati nel merito, ancora tutto da rifare.

Compresa la scelta, forse, tra vendita e concessione. "Nessuna preclusione ideologica - risponde il sindaco - faremo la scelta più utile e più condivisa per il bene della città".

Pubblicato il: 22/12/2009

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