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'Mirabilia, i luoghi dell'apocalisse'

Il Duomo di Orvieto e il Giudizio Universale di Luca Signorelli nella Cappella di San Brizio

"La pittura di un Giudizio Universale, soprattutto di un pittore di grande fama, ha sì uno specifico carattere estetico e può essere contemplato da qualunque turista appassionato di arte, ma la sua matrice è strettamente religiosa e biblica e non può essere pienamente goduta sul piano estetico senza il suo logico riferimento al progetto teologico che lo ha fatto nascere. Questa pubblicazione intende proprio completare il discorso artistico riempiendolo dell'anima religiosa e biblica che sta alla radice dello stesso capolavoro. Ci sono ragioni appunto di carattere religioso che non possono essere ignorate, pena l'incomprensione artistica stessa di tutto il capolavoro, che nasce appunto in un determinato periodo storico e culturale ed è soprattutto ispirato da una precisa impostazione teologica. Ignorarla significa ridurre la fruibilità dello stesso capolavoro.

Mentre ringrazio gli appassionati autori di questa completa guida alla Cappella di San Brizio, mi auguro che ogni guida turistica nella nostra Cattedrale di Orvieto sappia coniugare l'illustrazione dell'arte con quella della fede che l'ha generata."

S. E. Padre Giovanni Scanavino, Vescovo di Orvieto -Todi


"Non posso non tributare il mio plauso cordiale a quanti hanno reso possibile la realizzazione di questo pregevole volume - per il quale auspico ampi consensi - che, attraverso le sue pagine, testimonia un delicato amore per l'arte unito ad una profonda pietà cristiana."

Cardinale Francesco Marchisano Presidente emerito della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa


L'arte ritorna ad insegnare

Il progetto "Mirabilia - I luoghi dell'Apocalisse" rappresenta un nuovo modello di rapporto con l'opera d'arte e, al contempo, un itinerario, compiuto attraverso le straordinarie immagini del Giudizio Universale di Luca Signorelli, per comprendere la condizione umana in generale, e il punto di svolta e di decisione ultimativa che oggi ci troviamo a vivere, in modo ancora più radicale di quanto non accadesse agli inizi del 500, all'alba dell'epoca moderna.

In primo luogo dunque ci troviamo di fronte ad una modalità inedita e affascinante di confrontarci con un'opera d'arte. Oggi le mostre, sia quelle storiche che quelle contemporanee, sono per lo più caratterizzate da un impianto storico-critico molto intellettualistico, formalistico, strutturalistico, e quindi astratto. L'arte del XX secolo poi viene catapultata sul pubblico senza la benché minima mediazione, senza spiegarci il senso di tanta bruttezza, di tanto orrore, di tanta arrogante insensatezza, abituando così i giovani a distorcere il proprio gusto, o a perderlo del tutto.

In "Mirabilia" si intende aiutare lo spettatore a diventare un "contemplante", e cioè a fare un'esperienza personale e totale delle immagini di Signorelli, a seguirne il percorso educativo, a comprendere cioè l'insegnamento spirituale che l'artista ha voluto sviluppare con le sue grandiose scene apocalittiche. [...]

L'arte trova così la sua funzione educativa e iniziatica, e cioè di introduzione emotiva, fisica, esperienziale nei misteri della nostra salvezza; ritrova quella dignità che viene calpestata e perduta nelle asettiche analisi meramente storiche che fanno di ogni opera un rudere morto di una successione di cadaveri, e della storia dell'uomo un grande e inutile cimitero. No, qui l'opera torna viva, torna a parlare a me e adesso, torna a provocare la nostra generazione di inizio XXI secolo, e a ricordarci che la scelta da compiere è più che mai decisiva, e che ne va di tutto il nostro futuro, di quali figure di umanità o di disumanità faremo crescere sulla nostra terra.

prof. Marco Guzzi Filosofo e saggista, membro ordinario dell'Accademia Pontificia per l'arte sacra e le lettere

 

Pubblicato il: 19/12/2009

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