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Orvieto. Sulla ripubblicizzazione dell'acqua quasi tutti d'accordo

La mozione del consigliere Tonelli impegna il sindaco e la Giunta ad attivarsi per l'elaborazione di una proposta di praticabilità del percorso della ripubblicizzazione

Il Consiglio comunale ha approvato (17 favorevoli, 2 contrari: Luciani, Turreni) la mozione riguardante la ripubblicizzazione dell'acqua presentata dal Carlo Tonelli (PDCI).

La mozione impegna il sindaco e la Giunta ad attivarsi per l'elaborazione di una proposta di praticabilità del percorso della ripubblicizzazione dell'acqua. E' stato approvato, inoltre (11 favorevoli: PD, Ranchino; 4 astenuti: Leoni, Cencioni, Olimpieri, Sborra; 3 contrari: Pizzo, Turreni, Luciani) l'emendamento proposto dal capogruppo Giuseppe Germani (PD), che propone di dare mandato alla 2^ Commissione di elaborare una soluzione al fine di introdurre la modifica dello Statuto Comunale all'art. 8 "Servizi Pubblici" ispirandosi ai seguenti principi:

Il Comune di Orvieto dichiara di

- riconoscere il Diritto umano all'acqua, ossia l'accesso all'acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico;

- confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acqua, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;

- riconoscere che la gestione del servizi idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l'accesso all'acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del D.lgs n. 267/2000.

Nella mozione si chiede l'impegno della Giunta ad esprimere con atto formale il dissenso del Consiglio Comunale nei confronti della legge 135/909, decreto Ronchi, in particolar modo nell'art. 15.

Illustrando la mozione, il proponente ha evidenziato che "l'acqua è un bene primario, essenziale e collettivo da tutelare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà re rispetto anche delle aspettative e diritti delle generazioni future. Dopo l'istituzione degli ATO e l'affidamento ad Aziende a capitale misto della gestione del sistema idrico, si sono creati aumenti esponenziali delle tariffe, dei costi del servizio che hanno fatto nascere comitati spontanei ed organizzati di cittadini". "Il Consiglio Comunale nella precedente Amministrazione, aveva elaborato un ordine del giorno relativo ad una proposta di  modifica della legge Galli inviata al Parlamento ed al Presidente del Consiglio. I Comunisti Italiani, nell'attuale consiliatura, in sede di Commissione hanno avanzato la proposta dell'apertura di una fase di studio - a tutt'oggi non attiva - concernente la percorribilità della ipotesi di ripubblicizzazione dell'acqua e relativi costi. L'approvazione nei giorni scorsi in Senato dell'art. 15 del disegno di legge 135, che di fatto affida la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica al mercato, ha creato sconcerto e sdegno nei cittadini, nei movimenti, nei Comuni, nelle Regioni e nelle forze politiche che stanno lavorando per una gestione pubblica del servizio idrico".

Nel dibattito, il consigliere  Angelo Ranchino (Orvieto Libera) presentatore di un'altra mozione più dettagliata sul percorso che si dovrebbe fare per la ripubblicizzazione dell'acqua, ha osservato che "Condividiamo la mozione. L'attenzione alla ripubblicizzazione dell'acqua è stata oggetto di campagna elettorale e di battaglie con altri schieramenti. L'aspetto che sta a monte è che l'acqua è un bene insostituibile per ogni forma di vita: umana, animale, vegetale. Elemento accessibile in natura ma che attraverso una serie di sovrastrutture è diventata appannaggio di gruppi esclusivi. Il Consiglio di Stato si è espresso sulla legge Galli dicendo che l'adesione agli ambiti era ed è facoltativa. Legittimando la possibilità di tornare indietro e dando una chiave di lettura alla nuova normativa. Siamo favorevoli". Pierluigi Leoni (PdL): "sono favorevole. La legge Galli venne approvata da un governo di centro-sinistra. La gestione dell'acqua era l'unica che dava rendite di gestione ai comuni, poi intervennero gli interessi internazionali dei partner europei. La motivazione della legge era la razionalizzazione della gestione, così si crearono gli Ato che furono fatti coincidere con le province. L'adesione all'Ato è stata interpretata come obbligatoria. Gli ambiti in realtà ci sono sempre stati, ma questa volta l'obiettivo era mettere mano alle gestioni economiche con speculazioni politiche clientelari e puramente economiche". Giuseppe Germani (PD): "i temi della mozione sono condivisibili. Da parte nostra insistiamo sul fatto che nessuno pensa a fare investimenti per le infrastrutture né alla loro presa in carico. Sorprende il fatto che non siamo riusciti a mettere insieme due mozioni simili. Siamo favorevoli, presenteremo un emendamento che integrerà questa mozione con aspetti non contemplati. Siamo convinti che è necessaria la ripubblicizzazione dell'acqua. Con il capogruppo di Sinistra e Libertà abbiamo presentato un emendamento con l'aggiunta che l'Esecutivo esprima il dissenso del C.C. verso la legge 135/09 decreto Ronchi, all'art. 15". Carlo Sborra (PdL): "auspico che il sindaco trovi il modo di riportare sotto il controllo comunale il nostro acquedotto che era stato dato in gestione alla SII. Sono favorevole".

Piergiorgio Pizzo (UdC): "i nodi del mal funzionamento del SII vengono sempre più al pettine. Basta dire che la tariffa di riferimento nel 2011 arriverà 2 euro e 25 centesimi. Nel triennio 2009/2011 vi sono linee di credito a tassi mostruosi. La gestione dell'acqua deve ritornare ai comuni. Favorevole alla mozione". Guido Turreni (PdL): "va sgomberato il campo da un grosso equivoco e da cose completamente infondate. L'acqua non è stata privatizzata. La legge Galli dice espressamente che l'acqua è gestita dai Comuni e dalle Province le quali possono delegarla a un soggetto che sia partecipato nella propria maggioranza da un ente pubblico. E allora, fra la legge Galli e la legge oggi approvata in Senato, che cosa ripubblicizziamo se non è stata privatizzato niente? I costi dell'acqua non sono aumentati perché è stato aumentato il servizio idrico, dalla privatizzazione semmai verranno benefici e non problemi perché il privato vuole gestire al meglio. I problemi del SII derivano dal fatto che è stato gestito dai partiti. Voterò contro". Evasio Gialletti (Socialismo, Sinistra e Libertà): "in provincia di Terni sono stati fatti vestimenti, ma non sono state valutate le entrate. Le reti sono rimaste ai comuni. Il primo studio che venne fatto per determinare il costo e la tariffa fu sbagliato. Speriamo che con l'Ati le cose migliorino al di la della legge".  

Donatella Belcapo (PD): "ogni ricerca scientifica legata alla scoperta di forme di vita in altri sistemi planetari porta alla presenza di acqua. La vera trappola infernale è che il prezzo lo fa chi gestisce e non chi ha la proprietà. La società privata può diventare anche Spa. La pubblicizzazione dell'acqua va definita secondo una rete trasparente, senza demagogie, ed i cittadini devono conoscere i costi reali". Stefano Olimpieri (PdL): "non conosco nei dettagli 'evoluzione normativa. Ci si avvia verso il Federalismo quindi questo discorso va rivolto alle municipalità comunali. I comuni devono gestire direttamente un bene primario come l'acqua. La nostra provincia ha delle differenze enormi con zone ricche e zone povere di acqua. Dare ai comuni la gestione diretta abbatte i costi. L'utente finale è risultato danneggiato dalle superfetazioni politico-partitiche nel SII. Serve un passo in più. Il Comune di Terni gestisce da solo il bacino dei comuni della provincia di Terni. La commistione fra pubblico e privato, la gestione del servizio idrico in questo territorio è fatta a vantaggio dei cittadini? No. Va aperto un confronto partendo dai municipali e dall'autonomia dei comuni a gestire beni pubblici. Serve più coerenza. La politica deve assumersi le sue responsabilità". Antonella Annulli (PD): "l'attenzione è focalizzata sulle nuove norme che privatizzano riducendo il controllo pubblico sulla gestione dell'acqua che porta problemi, oggi e in seguito. Le classi più deboli potrebbero farne le spese".

Tonelli per replica: "una mozione volutamente semplice si sta trasformando in altro. A chi sta bene questa gestione dell'acqua pubblica se le tenga, a me non piace. Sono inaccettabili giudizi di una mozione destinata a non far cambiare nulla. Ci sono tentativi di strumentalizzazione da una parte e dall'altra che non mi sono piaciuti. Non mi piace l'interpretazione che è stata data della legge Galli che comunque aveva la finalità di solidarietà, ma la sua applicazione. Non mi sono piaciuti i tentativi di mettere in contrapposizione le due mozioni. Alcuni movimenti propongono la modifica degli statuti. Voterò contro l'emendamento perché è scritto male, presuppone la modifica dello statuto e scorretto nei confronti di chi presenta la mozione". Per la Giunta, l'Assessore ai Lavori Pubblici, Felice Zazzaretta: "sono sempre convinto che l'acqua è un bene essenziale non a rilevanza economica. Fin dagli anni '70 si parlava di oro azzurro. Attraverso questa mozione all'Amministrazione comunale si chiede un impegno: quindi, in tal senso verificheremo tutte le possibilità contenute nella nuova legge approvata dal Senato. Quanto alle infrastrutture idriche siamo ancora molto arretrati sotto questo profilo, basta osservare che in altri paesi c'è il concetto della doppia tubatura, domestica e potabile".

Pubblicato il: 16/12/2009

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