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Internet ha fatto affiorare una potenzialità di saperi e creatività che ha modificato la comunicazione

Istituzioni, politica, apparati amministrativi e imprese sono costrette ad inseguire il trend, giocando il proprio futuro sulle capacità di adattamento e di innovazione

Lo Stato e la pubblica amministrazione sul territorio umbro non sono più i centri depositari dei saperi sociali più diffusi; come è accaduto negli ultimi due secoli, perché l'avvento di
Internet ha fatto affiorare una potenzialità di saperi e creatività che ha modificato il panorama preesistente, costringendo istituzioni, politica, apparati amministrativi e imprese ad inseguire, giocando il proprio futuro sulle capacità di adattamento e di innovazione.
E' giunta a questa constatazione la ricerca, "Umbria.it, analisi della realtà e delle tendenze dell'informazione regionale digitale", presentata sabato 12 a Gubbio, nella Sala trecentesca del Palazzo comunale, nell'ambito
del Concorso "COMUNICAREinUMBRIA" 2009, organizzato dal Corecom.
Lo studio sulle dinamiche del web in Umbria, condotto dal docente dell'Università di Perugia Michele Mezza, è stato oggetto di una tavola rotonda che si è tenuta nella città dei Ceri con esperti di comunicazione e giornalisti.
Erano presenti il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, il curatore della ricerca Michele Mezza (Università di Perugia), Dante Ciliani (presidente Ordine dei Giornalisti dell'Umbria), Ilaria Bosi (Associazione Stampa
Umbra), Franco Todini (Libero docente UniPg), Carmela Colaiacovo (Confindustria Umbria) e Maria Pia Caruso (AgCom).
Nel lavoro si dà atto che l'Umbria è oggi inevitabilmente coinvolta da uno straordinario ciclone culturale, "dove ruoli, soggetti e linguaggi entrano in tensione e tendono a riconfigurarsi". E questo lascia presagire, "una prossima tracimazione della potenza della moltitudine di individui che, se non trovano precisi  riferimenti per instradare le nuove energie, tenderanno inevitabilmente a mettersi in proprio".
Nelle conclusioni della stessa ricerca, voluta dal Corecom per mappare l'informazione in Umbria, in particolare quella online, in vista dei nuovi compiti di vigilanza e controllo conferitegli dalla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, si afferma che, anche  in considerazione  della crisi della editoria,  il comparto della comunicazione, nei suoi tre segmenti funzionali, carta stampata, Tv e Web, "deve essere considerato il vero laboratorio dove verificare le risorse, i contenuti e la capacità di governo del fenomeno multimediale".
Fotografando lo stato del sistema informativo umbro "pronto al salto digitale, ma privo ancora di un  trampolino adeguato", la ricerca individua uno scenario già predisposto che dovrebbe portare ad un nuovo
modo di fare comunicazione, "anche perché  - è stato detto a Gubbio - la tendenza all'individualizzazione nel trend globale della regione, si traduce oggi in una frammentazione dei soggetti, a cominciare da quelli
televisivi, con un canale ogni 81 mila abitanti, contro il dato nazionale di uno ogni 93 mila. Anche in ragione di questo dato la ricerca lascia intendere che nel campo dell'informazione potranno verificarsi fenomeni
identici a quelli registratisi dei decenni scorsi per altri settori portanti dell'economia, come l'industria tessile, poi quella chimica e infine la siderurgica: "una ragione in più per tenere sotto controllo i
fenomeni, per capire in anticipo cosa ci accadrà intorno".
Lo studio presentato a Gubbio mette in evidenza due ulteriori limiti del sistema web umbro: solo 3 emittenti televisive su 11 fanno streaming web, e solo 2 su 11 offrono servizi di news online; la carenza di simulcast, con un indice che segnala la capacità di un'emittente (Tv o radio) di integrare l'offerta sulla rete, con servizi di streaming video o audio o in modalità di podcasting; mentre appaiono meno disarticolate le realtà web di aziende e apparati amministrativi.

Pubblicato il: 13/12/2009

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