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NELLA CRIPTA DEL DUOMO DI ORVIETO IL PRESEPE SVELATO DI ERNESTO PORCARI


Fino al 6 gennaio

11 dicembre 2009 - 6 gennaio 2010

orario: 10.00-13.00 / 15.00-18.00
Ingresso Libero

Venerdì 11 dicembre 2009, alle ore 18, nella Cripta del Duomo di Orvieto si inaugura "Il presepe svelato di Ernesto Porcari", composto di 25 pezzi realizzati in ferro nel 2002.
Orvieto, in tal modo, continua la tradizione cara a diverse città italiane (Roma, Matera, Castronuovo S. Andrea, Orvieto, Palermo, Macerata, Bari) che fissano ogni anno l'appuntamento natalizio con la scultura: un presepe appositamente realizzato, nei materiali e nel linguaggio assolutamente liberi, tali da poter significare come sia possibile rinnovare l'arte sacra.
Quanto l´immagine del presepe di Ernesto Porcari sia reale, genuina, e non frutto di semplici meditazioni, sono proprio i personaggi a dichiararloannunciati, insieme a Gesù Bambino, da quell'angelo che si apre a ventaglio su tutto lo spazio scenico per assorbirne, insieme alla stella cometa, la carica profetica e in tal modo penetrare nel più profondo del cuore umano.
Porcari non evade mai, non si cela sotto nessuna maschera laica. Ha accettato il messaggio, anche attraverso l´immane materiale rappresentativo che precede questo suo primo impegno sacro, per  riproporlo e precisarne alcuni motivi con la segreta speranza di poter afferrare la tradizione solo
in termini plastici, per mezzo dei materiali che gli sono più congeniali.
Perciò si è concentrato sulla sacra famiglia, che considera il tema centrale, interpretandone le figure, affrontando in successione le visioni simboliche, il rapporto con gli altri contesti e con le antiche mitologie orientali o con l´astrologia ellenistica. Il pericolo di perdere per strada l´omogeneità di contenuto viene di volta in volta superato affidandosi al soffio inventivo, esercitandosi in improvvise sintesi formali (vedi l´asino e il bue), in sistematiche varianti (vedi l´angelo orante e il pavone).
Il metodo assecondato da Porcari, anche quando piega e salda in successione singoli elementi o intere scene e situazioni (il pastore dormiente, la donna che porta i doni, la figura che scruta le stelle, l´antico romano, lo scriba, l´uomo con la lanterna, il portatore d´acqua, il cammelliere e il
cammello, Maria, Giuseppe e Gesù Bambino), connotati dal titolo che insegue un disegno del pensiero, esalta il significato di una grande vicenda riscattando un modo di vedere le cose, il suo atteggiamento verso il futuro della scultura portata, in più occasioni, verso il "fac-simile".
L´attesa che si riflette in queste visioni divenute oggetto dei preannunzi rivolti alla venuta di Gesù Bambino al quale, con un grande atto di fede,  Porcari vuole fare "tana", sono soprattutto una precisa testimonianza plastica non circoscritta all'ambito del presepe, al modo in cui viene reso
e agli effetti che produce.


Ernesto Porcari è nato a Norma (Latina) nel 1951 e vive a Roma dal 1970. Ha tenuto mostre personali in molte città italiane tra le quali Ferrara dove ha esposto nel Padiglione d´Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari.
Molte le mostre collettive, in Italia e all'estero, e le partecipazioni a Premi quale il Biella del 1993, il Michetti del 1994  (curato da Fabrizio d'Amico), il Premio Marche del 1996 (nella sezione curata da Giuseppe Appella), "Arte a Roma" del 1997 nel quale gli viene assegnato il premio-acquisto per la scultura.  Nello stesso anno una sua opera viene acquisita dal Centro per la Scultura Contemporanea ubicato nella Torre Martiniana di Cagli.

Il presepe è accompagnato da un volumetto pubblicato dalle romane Edizioni della Cometa, con una introduzione di Giuseppe Appella, una preghiera al Bambino Gesù scritta da Porcari e una nota bio-bibliografica.

Pubblicato il: 10/12/2009

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