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Terra Madre Day. Il 10 dicembre Slow Food festeggia i suoi 20 anni

A Orvieto, giovedì 10 dicembre dalle 18.30 presso l'Enoteca Regionale /  Palazzo del Gusto. Una riflessione su storia, economica e cibo locale con degustazione di prodotti orvietani

foto di copertina

Il 10 dicembre, in occasione del "Terra Madre Day", anche la Condotta Slow Food di Orvieto celebrerà il cibo locale e sostenibile. Abbiamo chiamato il nostro appuntamento la "Via degli Orti": un po' perché l'orto è l'emblema del cibo locale; un po' perché Orvieto è, da secoli,  la città degli orti (ad essi è dedicata una via, appena dietro Palazzo del Popolo:  la "Via degli Orti").

Dalle 18.30, presso l'Enoteca Regionale di Orvieto / Palazzo del Gusto (Complesso del San Giovanni), ci ritroveremo insieme per riflettere sull'importanza del mangiare locale e per sostenere il diritto di tutte le comunità ad ottenere e mantenere l'accesso ad un cibo buono, pulito e giusto, la biodiversità agricola e alimentare, la produzione alimentare su piccola scala, la sovranità alimentare, la salvaguardia delle lingue, delle culture e dei saperi tradizionali e una produzione alimentare ecologicamente responsabile e un commercio equo e sostenibile.

Sono più di 800 gli eventi organizzati da Slow Food in ogni angolo del mondo per difendere, apprezzare e promuovere i cibi dei piccoli agricoltori e produttori.  Noi lo faremo a modo nostro, parlando dell'identità alimentare orvietana attraverso le esperienze dei produttori di oggi e passando per le memorie artistiche, per le "icone", più o meno celebri, che ancor oggi raccontano agli sguardi la nostra storia agricola, alimentare e gastronomico . Ad accompagnarci in questo racconto di saperi e di esperienze ci saranno l'Arch. Alberto Satolli,  l'economista Elvio Dal Bosco e altri amici produttori, contadini e artigiani.

L'appuntamento non è per niente pretenzioso: ci scambieremo un po' di idee facendo quattro chiacchiere in amicizia. Naturalmente, non mancherà la degustazione di cibi rigorosamente locali e di vini orvietani.

Siete tutti invitati! L'ingresso è libero


Di seguito, alcune note esplicative scritte da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food


È giunto il momento di riscoprire il cibo locale
Slow Food sta lavorando per lanciare il Terra Madre Day in tutto il mondo, che si svolgerà per la prima volta il 10 dicembre 2009. Tutte le Condotte, le Comunità del cibo e le persone vicine agli ideali di Terra Madre e di Slow Food sono invitate a organizzare un'iniziativa, anche piccola (ma simbolica), nella loro area.
Se tutti sfrutteranno al massimo questa opportunità con passione e buona volontà, potremo dare vita a una delle più grandi azioni collettive mai realizzate a livello globale per la celebrazione della biodiversità alimentare e del diritto al piacere, in nome di un cibo buono, pulito e giusto.
Ogni rivoluzione deve avere radici locali, deve iniziare proprio dove le comunità ci rappresentano in maniera virtuosa e creativa per contrastare l'approccio globale della produzione agro-alimentare di massa. Dunque vi invito a dare sfogo alla vostra creatività per rendere il 10 dicembre 2009  un giorno memorabile. Ci darà nuovi stimoli e rinnoverà l'orgoglio per ciò che
portiamo avanti nei vari territori, con la consapevolezza che facciamo tutti parte di questo network globale che ambisce a cambiare il sistema alimentare in maniera duratura.
In attesa di ricevere notizie sulle iniziative che organizzerete, vi auguro un Terra Madre Day piacevole e memorabile.

Carlo Petrini (Fondatore Slow Food)

I 7 fondamenti di Terra Madre

I festeggiamenti per la Giornata di Terra Madre focalizzeranno l'attenzione sull'importanza di "mangiare locale" e sul diritto di tutte le comunità a rivendicare e assicurarsi:

Accesso a un cibo buono, pulito e giusto

L'approccio di Slow Food all'agricoltura, alla produzione alimentare e alla gastronomia si basa su un'idea di qualità del cibo definita da tre princìpi correlati fra loro: buono, pulito e giusto. Buono: una dieta quotidiana fresca e saporita che soddisfi i sensi e faccia parte della nostra cultura locale; pulito: prodotto senza danneggiare l'ambiente o la salute dell'uomo; giusto: che garantisca ai produttori condizioni e guadagni equi e ai consumatori prezzi accessibili. Slow Food lavora per difendere il diritto di tutti a un cibo buono, pulito e giusto e sottolinea che piacere e responsabilità devono andare di pari passo.

Biodiversità agricola e alimentare

Nel secolo passato abbiamo perso oltre l'80% della biodiversità alimentare: un terzo delle specie bovine, ovine e suine autoctone sono oggi estinte o in pericolo di estinzione; 300.000 specie vegetali sono estinte e continuiamo a perderne una ogni sei ore. Slow Food è impegnato nella salvaguardia di cibi, metodi di coltivazione e lavorazioni di qualità, sostenibili e tradizionali, nella difesa della biodiversità delle varietà coltivate e selvatiche, nella salvaguardia delle razze animali autoctone.

Produzione alimentare di piccola scala

Il sistema iper-produttivo basato sull'agricoltura industriale e sulla globalizzazione ha fallito. Non ha nutrito il pianeta - oggi un miliardo di persone è privo del minimo per sopravvivere -, ha inquinato la terra e l'acqua, ha distrutto l'identità culturale di intere popolazioni e ridotto drasticamente la biodiversità. La produzione alimentare di piccola scala, basata sulle comunità locali, serba saperi capaci di mostrarci la via verso un futuro migliore. L'approccio migliore all'agricoltura e alla pesca, soprattutto nelle regioni più povere del pianeta, rispetta le culture locali e si basa sulla saggezza delle comunità locali.

Sovranità alimentare

Tutti i popoli devono essere in condizione di preservare la capacità e la libertà di decidere cosa coltivare, come trasformarlo e di cosa nutrirsi quotidianamente. Specialmente nei paesi in via di sviluppo, mantenere le tradizioni e i saperi agricoli è di vitale importanza per la salute delle comunità e delle culture. I piccoli agricoltori stanno perdendo rapidamente la terra destinata alla produzione locale - riconvertita per i prodotti da esportazione e per la produzione di biocarburante - così come il loro bene più prezioso: i semi. Comprando i semi dalle compagnie che brevettano le varietà più produttive, abbandonano le colture tradizionali a vantaggio di quelle che richiedono un uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi, e che sono destinate all'esportazione o alla produzione di foraggio. L'educazione è cruciale per promuovere la sovranità alimentare.

Conoscenza delle lingue, delle culture e delle tradizioni

Tutti i popoli devono avere la possibilità di salvaguardare la loro lingua, la loro cultura e i loro saperi tradizionali. Abbiamo coniato l'espressione "comunità del cibo" per descrivere una nuova idea di economia locale basata su cibo, agricoltura, tradizione e cultura. Sottolineando l'importanza delle comunità del cibo e del lavoro fondamentale che svolgono, restituiamo dignità culturale ai piccoli produttori e valorizziamo i loro saperi e le loro competenze. In questo modo aiutiamo anche le comunità indigene a tutelare la loro cultura e il loro stile di vita e a far sì che il loro bagaglio di conoscenze sia tramandato alle nuove generazioni. L'educazione è essenziale per garantire la diversità culturale.

Produzione alimentare responsabile verso l'ambiente

L'agricoltura e la pesca sono strettamente legate all'ambiente. Non possono essere trattate come settori dell'economia, soggetti alle leggi della domanda e dell'offerta. Dobbiamo far sì che la produzione alimentare elimini o riduca l'uso di sostanze chimiche, protegga la fertilità della terra e i nostri ecosistemi idrografici, elimini o riduca gli sprechi, promuova le fonti energetiche sostenibili.

Commercio equo e sostenibile
La giustizia sociale e il commercio equo si possono realizzare attraverso un sistema produttivo che rispetti i produttori, garantendo loro un giusto guadagno e al tempo stesso prezzi accessibili per i consumatori, rispettando la diversità culturale e le tradizioni. Una filiera alimentare breve è uno degli elementi chiave dell'agricoltura sostenibile. Le reti del cibo locali limitano l'impatto ambientale grazie alla riduzione dei trasporti, valorizzano la produzione locale e contribuiscono a preservare la cultura alimentare di ogni regione. Inoltre, riducendo il numero di passaggi intermedi, è possibile ottenere condizioni economiche eque sia per i produttori sia per i consumatori.

 

 

Pubblicato il: 08/12/2009

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