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Cooperative sociali dissanguate e senza stipendi

Conferenza dei capigruppo con le cooperative sociali che effettuano servizi in convenzione per conto del Comune di Orvieto. Un disagio che riguarda ogni giorno 280 operatori

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ORVIETO - Cooperative sociali dissanguate e senza stipendi. La colpa? I pagamenti ritardati delle amministrazioni pubbliche che rischiano di portare al collasso il sistema dei servizi sociali. Sono questi i temi trattati nel corso della richiesta audizione della prima commissione consiliare permanente e della conferenza dei capigruppo con le cooperative sociali che effettuano servizi in convenzione per conto del Comune di Orvieto. Un disagio che riguarda ogni giorno 280 operatori (200 operatori della Quadrifoglio e 80 della Carli) e che ora non è più sostenibile. "Sui bilanci delle cooperative - ha detto Andrea Massino, Arcst Umbria e presidente della cooperativa "Il Quadrifoglio" - pesano per 60 - 70 mila euro di tasse e interessi passivi legati alla mancata riscossione dei pagamenti. Il soggetto pubblico eroga servizi che vengono pagati con estremo ritardo e questa situazione porta al dissanguamento delle risorse della comunità". Si parla di ritardi anche di 26 mesi nei pagamenti. "Per la prima volta, dopo anni, non sono stati pagati gli stipendi. In alcuni casi abbiamo aperto delle vertenze", ha aggiunto Massino tratteggiando una situazione al limite del collosso. Si pensi solo che la Asl adesso invece che pagare ogni 60-70 giorni "paga ogni 150, con un aggravio ulteriore della situazione". Quali le soluzioni, dunque? Le cooperative di fatto chiedono "di avviare un percorso che possa portare alla regolarizzazione dei pagamenti e quindi al recupero della parte di credito pregresso". "In provincia di Terni - ha aggiunto Vladimiro Zaffini, presidente regionale del sindacato della cooperazione sociale presente all'audizione - siamo in una situazione in cui le cooperative vantano crediti nei confronti del settore pubblico pari all'intero fatturato di un anno. Attualmente la tenuta dei servizi passa attraverso la disponibilità e la volontà dei soci a fare alcuni sacrifici ma anche attraverso un livello di indebitamento non più sostenibile". Per il Comune - è stato spiegato - non è un problema di copertura, ma di cassa. Tuttavia il dirigente di settore, Carlo Carpinelli, ha preannunciato tempi medio lunghi sulla base del percorso che si è iniziato ad ipotizzare in Regione per i piani di rientro, ma ha anche indicato una possibile opzione: aprire una vertenza regionale - nazionale riguardante tutte le autonomie locali. Giuseppe Germani (Pd) ha sollecitato un'iniziativa con l'Anci, l'attivazione di un tavolo con la Fondazione Cro e, soprattutto, un accordo sugli impegni temporali da assumere. "La Fondazione Cro - ha detto Angelo Ranchino (Orvieto Libera) - ha già proceduto nel 2009 alla programmazione di un milione 600mila euro di stanziamenti sul sociale relativi al 2010, quindi, dove è possibile andrebbe fatta un'azione diretta e immediata verso gli altri Comuni oltre che verificare se alcune entrate possono andare a costituire un fondo cassa come anticipo sulle erogazioni".

Pubblicato il: 06/12/2009

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