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Vendita dei beni del consorzio agrario interprovinciale, preoccupazione degli agricoltori

Grave la situazione economica in cui versano molte aziende a cui non sono stati pagati i prodotti venduti

ORVIETO - Confagricoltura Orvieto e Cia Umbria denunciano la grave situazione economica in cui si trovano molte delle aziende associate a seguito della vicenda della vendita dei beni del consorzio agrario interprovinciale (Cai) di Terni e Rieti in liquidazione coatta amministrativa e invitano il commissario liquidatore a ritirare l'invito ad offrire. "Il commissario liquidatore dello stesso Cai il giorno 19 novembre  ha pubblicato su due giornali nazionali - fanno sapere le due associazioni in una nota congiunta - un "invito ad offrire" entro il 9 dicembre, a nostro avviso lesivo degli interessi dei nostri associati in quanto non vi è evidenziato in maniera precisa l'obbligo per la parte acquirente del pagamento delle fatture emesse dai nostri agricoltori per la vendita al Consorzio agrario interprovinciale dei cereali per le campagne 2008 e 2009 pari ad un importo complessivo di 760mila euro". "Certo è - incalzano Confagricoltura Orvieto e Cia - che ci chiediamo anche, e se lo chiedono a maggior ragione i nostri soci interessati, dove siano finiti questi soldi, visto che il consorzio li ha da tempo incassati con la vendita dei cereali acquistati dagli agricoltori. Aggiungere alle nostre aziende associate questa beffa al danno che già stanno subendo per la grave crisi in cui versa tutta l'agricoltura italiana, metterebbe seriamente a rischio la loro esistenza sul territorio, con forti ripercussioni sia di carattere economico che sociale". Per questi motivi le due confederazioni "invitano il commissario liquidatore a ritirare l'invito ad offrire così come proposto, pubblicandone uno nuovo che tenga conto degli interessi dei principali creditori, quali sono gli agricoltori, e non di altri personaggi che ruotano intorno al consorzio stesso". "Auspichiamo - conclude la nota - che anche in questa vicenda non si verifichi quello che purtroppo si è già verificato in passato in casi analoghi, dove a farla franca sono stati sempre i soliti furbetti, ed a pagare sempre noi agricoltori".

Pubblicato il: 03/12/2009

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