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Comunità montana, è paralisi

di Stefania Tomba I dipendenti minacciano lo sciopero e chiedono l'intervento economico urgente da parte della Regione. Rimpallo di responsabilità tra regione e comuni. Non si riesce neppure ad eleggere una giunta politica

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di STEFANIA TOMBA

 

ORVIETO - Comunità montana paralizzata, i dipendenti minacciano lo sciopero e chiedono l'intervento economico urgente da parte della Regione. Da un pezzo i lavoratori lanciano l'allarme, ma ora le scadenze sono passate tutte. Quella del 30 settembre per la manovra di riequilibrio e quella del 30 novembre per l'assestamento. Nessuno di questi adempimenti è stato portato a termine alla comunità montana Orvietano - Tuderte - Amerino - Narnese, né alla data di ieri risultava convocato il consiglio comunitario. Il personale lunedì scorso hanno riunito l'ennesima assemblea dei lavoratori e oggi torna a ribadire le preoccupazioni su stipendi e posto di lavoro. Ma non solo. "Il permanere di tale situazione di incertezza finanziaria - affermano in una comunicazione unitaria le Rsu della Cgil, Cisl e della Uil - oltre a mettere a rischio gli stipendi ed il posto di lavoro dei dipendenti, è destinata a provocare un rilevante disavanzo sul bilancio della comunità montana, che - occorre rammentare - è un ente a finanza derivata". L'appello dunque è al presidente della Regione Umbria, ma anche al presidente della comunità montana Orvietano Narnese Amerino Tuderte, Toni Concina perché "siano intrapresi con ogni urgenza i provvedimenti necessari per garantire il funzionamento della comunità montana, la erogazione di servizi utili ai cittadini, la tutela del posto di lavoro e gli stipendi dei dipendenti". I lavoratori hanno anche dato mandato ai sindacati "di adottare tutte le possibili forme di lotta che riterranno opportune, non escludendo lo sciopero". In questi giorni si susseguono gli incontri e le assemblee. È prossima quella degli operai dell'ente - sono due i contratti in comunità montana - e anche un nuovo incontro tra il presidente ad interim Toni Concina e l'assessore regionale Vincenzo Riommi. Il nodo che non si scioglie orami quasi da un anno - era il dicembre del 2008 quando la prima assemblea del nuovo ente si è insediata - vede coinvolti da un lato la Regione, che ha promosso la riforma senza poi mai dare adeguata copertura finanziaria all'operazione, e dall'altra i sindaci - trentasei i Comuni aderenti - che in un anno di tempo non hanno mai trovato l'accordo politico sulla presidenza. La Regione indica le responsabilità dei sindaci, i sindaci quelle della Regione. Insomma, il classico scaricabarile. Risultato: una situazione di stallo che si è ormai incancrenita. La crisi della comunità montana Onat non è infatti diversa da quella delle altre della regione, solo aggravata dalla mancanza di un governo stabile. Il presidente Toni Concina, dal canto suo, si dice altrettanto preoccupato per i dipendenti. "Sono problemi seri - afferma -. Mi auguro che la Regione faccia il suo dovere, presentando piani strategici di lungo termine e non tampone". Chiaro il pensiero della Cgil. Dal sindacato arriva l'auspicio che "lo stallo politico ed istituzionale si concluda al più presto e che le conseguenze non ricadano sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini".

Pubblicato il: 02/12/2009

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