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Utilizzava il furgoncino della Provincia per i suoi trasferimenti. Arrestato

E' toccato ad uno stradino di San Venanzo. Usava un furgoncino di servizio che ogni giorno, senza spesa alcuna lo accompagnava dalla propria abitazione alla sede di lavoro, in paese. E viceversa
Presidente Polli in attesa di conoscere i fatti

di Stefania Tomba

SAN VENANZO - C'è chi per andare e venire dal lavoro si accolla onerosi abbonamenti ferroviari, chi fa il calcolo della benzina per arrivare a fine mese e chi si organizza a turno con i colleghi per abbattere le spese. Problemi che un operaio della Provincia, di San Venanzo, non sa neanche cosa siano. Sì perché lui a lavoro ci sarebbe andato, sistematicamente, con la vettura dell'ente. Un furgoncino di servizio che ogni giorno, senza spesa alcuna (anzi con le spese a carico della Provincia, ovvero della cittadinanza) lo accompagnava dalla propria abitazione alla sede di lavoro, in paese. E viceversa. Qualche chilometro, non tantissimi.

Ma questo poco conta per i carabinieri della locale stazione che, al termine di una serie di pedinamenti e osservazioni continuate nel tempo, ieri mattina, hanno tratto in arresto in flagranza di reato lo stradino. Si tratta di un cinquantenne di San Venanzo che lavora da tempo alle dipendenze della Provincia di Terni in qualità di cantoniere. Pesanti le accuse che gli vengono mosse: "truffa aggravata e peculato d'uso". Un reato per il quale rischia non solo, evidentemente, di perdere il posto di lavoro, ma anche una condanna a diversi anni di carcere. Incensurato, il cinquantenne sarebbe rimasto incredulo di fronte ai militari che, martedì all'ora di pranzo, gli stringevano le manette ai polsi, al termine della giornata di lavoro.

I carabinieri non hanno fatto altro, infatti, che aspettarlo sotto casa e lui, come d'abitudine, sarebbe arrivato puntualmente con il furgoncino della Provincia. Pare che il cinquantenne non abbia avuto immediata contezza della gravità di quanto stesse facendo. Un mero peccato veniale, un'abitudine poco più che disinvolta? No, la legge parla chiaro. Sebbene, spesso l'abitudine al malcostume induca, nella mentalità comune, ad una certa tolleranza verso situazioni simili, si tratta in realtà di un reato grave. Si pensi soltanto alle auto blu assegnate in servizio a funzionari vari e utilizzate per motivi personali.

Il cinquantenne era nel mirino della locale stazione dell'Arma da diverso tempo. E' dal mese di settembre almeno, che i militari non avrebbero mai perso di vista il tran tran giornaliero dell'operaio. Il tragitto per andare e tornare dal posto di lavoro, dalla sua abitazione qualche chilometro fuori dal paese fino a San Venanzo, sarebbe stato fatto, in maniera non occasionale ma ripetuta e costante, con il mezzo di servizio. I militari lo hanno appurato nel corso di lunghi appostamenti e pedinamenti, servizi di controllo iniziati - a quanto pare - su una qualche segnalazione. D'altro canto San Venanzo conta poco più di 2mila anime, il classico paese dove tutti sanno tutto di tutti. E un simile comportamento non poteva passare certo inosservato.

Il cinquantenne si trova attualmente dietro le sbarre di via Roma, in attesa dell'udienza di convalida che dovrebbe celebrasi oggi. Sul fenomeno di reati simili nella pubblica amministrazione i carabinieri tengono gli occhi aperti non solo su San Venanzo ma su tutto l'Orvietano.

Pubblicato il: 05/11/2009

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