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Mocio e i buoni benzina. Fui io a denunciare i fatti alla procura

Una prima fase avrebbe riguardato i controlli a tappeto su tutto il parco macchine comunale, dagli scuolabus ai mezzi del Csm. E questo prima ancora che Mocio salisse le scale della procura. L'indagine non è ancora conclusa

ORVIETO - Fui io a denunciare i fatti alla procura. Sul presunto scandalo dei buoni benzina fasulli, ora che la notizia è trapelata sui giornali, ad un anno circa di distanza, interviene Stefano Mocio, sindaco all'epoca dei fatti. Lo fa per chiarire la rapidità di reazione dell'Amministrazione comunale e per salvaguardare l'immagine del Comune. L'ex sindaco, attuale assessore provinciale, sottolinea, infatti, che se anche si fossero verificati singoli episodi da ascrivere a singoli soggetti, "il 99% dei dipendenti dell'ente è gente a posto". Stefano Mocio spiega così come sono andate le cose. "Nel periodo in cui ricoprivo la carica di sindaco - spiega l'ex primo cittadino - diedi incarico ai dirigenti interessati di approfondire e verificare incongruenze emerse sull'utilizzo di alcuni mezzi comunali e l'acquisto dei relativi carburanti. A seguito degli accertamenti da parte dei responsabili dell'ente, vennero evidenziate situazioni e posizioni tali che mi indussero a depositare gli atti alla procura della Repubblica, affinché se ne verificasse la sussistenza e si assumessero gli eventuali provvedimenti di spettanza. L'indagine in corso è pertanto frutto di un'assunzione di responsabilità dell'ente e del sottoscritto e potrebbe riguardare solo alcuni singoli episodi e pochi soggetti le cui vicende personali non inficiano la qualità e l'immagine del Comune di Orvieto". Una dichiarazione stringata ma che conferma in pieno le indiscrezioni trapelate, sebbene con un certo ritardo. Il motivo è che, a quanto pare, l'indagine sarebbe tutt'altro che chiusa. Una prima fase avrebbe riguardato i controlli a tappeto su tutto il parco macchine comunale, dagli scuolabus ai mezzi del Csm. E questo prima ancora che Mocio salisse le scale della procura. Insomma, come naturale, il primo cittadino di fronte ai primi sospetti avrebbe fatto partire un'indagine interna delegando ai vari dirigenti una serie di relazioni dalle quali sarebbero emerse le prime incongruenze. La procura, tramite i carabinieri, avrebbe fatto il resto. Anzi sta ancora facendo il resto. Perché, a detta degli stessi militari, l'indagine non è ancora conclusa. Lecito, dunque, pensare che i controlli si siano estesi a macchia d'olio su tutti gli acquisti e le forniture del Comune. Il fascicolo dunque sarebbe corposo e gli esiti ancora tutti da stabilire. Ma il presunto scandalo dei buoni benzina non è l'unico motivo del via vai degli ultimi tempi dei carabinieri in Comune. Al centro di una serie di controlli ci sarebbero finiti anche i permessi per l'occupazione del suolo pubblico a fini commerciali. Un settore questo oggetto di molte polemiche specialmente durante la stagione estiva, la maggior parte delle volte per rapporti di "cattivo vicinato" tra attività commerciali o ragioni di concorrenza. Proprio in questo mese la giunta ha trasferito le competenze relative alle autorizzazioni all'occupazione di suolo pubblico, assegnate dal 2002 al settore Attività produttive, Promozione economica e turistica, al settore Vigilanza.

Pubblicato il: 21/10/2009

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