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Non rilascia lo scontrino, chiusa per una settimana

Una parrucchiera orvietana al quarto scontrino fiscale non emesso in cinque anni. Rischiano lo stesso provvedimento, ad Orvieto, per effetto dei più recenti controlli delle fiamme gialle, altri tre esercizi commerciali a cui la finanza ha già contestato tre verbali negli ultimi tempi
Tenore di vita e carovita. La finanza controlla

ORVIETO - Chiusa per una settimana una parrucchiera orvietana al quarto scontrino fiscale non emesso in cinque anni. Si tratta di un negozio del quartiere di Ciconia. Il provvedimento è stato emesso dalla Agenzia delle Entrate su segnalazione della guardia di Finanza della tenenza di Orvieto dopo il quarto verbale nell'arco temporale di cinque anni per mancata emissione della scontrino. Tanto prevede la legge. Rischiano lo stesso provvedimento, intanto, ad Orvieto, per effetto dei più recenti controlli delle fiamme gialle, altri tre esercizi commerciali a cui la finanza ha già contestato tre verbali negli ultimi tempi. Contro i furbetti dello scontrino, la tenenza di Orvieto - guidata dal tenente Renato Nava - dall'inizio dell'anno ha messo in campo una dura offensiva. Da gennaio sono infatti 580 i controlli effettuati in questa direzione e solamente 60 le omissioni verbalizzate, il 10% del totale. In pratica a "dimenticare" di battere lo scontrino, sulla Rupe, sarebbe un solo commerciante su dieci. Un dato in netto calo rispetto a soli due anni fa, quando ad omettere lo scontrino era, sempre secondo i dati rilevati dai finanzieri, il 25% degli esercenti orvietani. Indipendentemente dal fatto che il risultato possa essere più o meno legato ai controlli rafforzati, la guardia di finanza continuerà con l'azione di prevenzione e, dunque, con i servizi mirati. Obiettivo dichiarato: abbattere drasticamente la percentuale del 10% per raggiungere la soglia dell'1-2%. Sempre in tema di mancata emissione dello scontrino c'è anche chi detiene l'autentico record di nove verbali. Si tratta di un ambulante che è stato sottoposto di conseguenza ad accertamenti di verifica per evasione fiscale. A questo proposito sono importanti anche i numeri complessivi che ha fatto registrare in questa prima metà dell'anno l'attività di lotta all'evasione fiscale della guardia di finanza con l'accertamento di 11 milioni di euro di elementi di reddito non dichiarato e due milioni di euro di Iva non versata. Il tutto "spalmato" su sei evasori totali. Tra questi figura anche la maxi inchiesta Acas service, e quella sui due costruttori, padre e figlio, anche loro evasori totali, già noti. Pizzicati anche il titolare di una società di consulenza informatica, un negozio di materiale elettronico e un falso dentista. Il tutto per complessive 22 verifiche fiscali sostanziali, ovvero su più anni di attività e otto ancora in corso in aziende dei settori più vari: dalla ristorazione all'edilizia passando attraverso il commercio. Nel corso dei controlli sono emersi complessivamente ricavi non contabilizzati e non registrati per 300 mila euro e 700mila euro di ritenute operate e non versate. Alle verifiche sostanziali vanno ad aggiungersi quelle specifiche per la sola parte contabile - 83 dall'inizio dell'anno (dati aggiornati a fine settembre) - nel corso delle quali sono emersi 250 mila euro di Iva non versata e 730 mila euro di elementi positivi di reddito non dichiarati. Intensa l'attività anche sul fronte del lavoro nero. In quattro interventi la finanza ha trovato undici dipendenti irregolari. Continuano a restare nel mirino anche i videopoker. Ad Orvieto scalo sono cinque le macchinette sequestrate perché non erano collegate alla rete dei monopoli. I sigilli sono scattati tutti nello stesso bar.

Pubblicato il: 15/10/2009

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