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Reddito sociale: a palazzo Cesaroni la partecipazione sulla proposta di legge per l'istituzione del sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precari

7.000 euro annui più alcuni servizi a costi agevolati. Il dibattito

Reddito sociale: a palazzo Cesaroni la partecipazione sulla proposta di legge per l'istituzione del sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precari

Il reddito sociale può rappresentare un primo passo verso il riconoscimento di un reddito di cittadinanza che faccia fronte alle modifiche del mercato del lavoro e garantisca la sostenibilità di un sistema ormai divenuto flessibile e spesso precario. È questa una delle valutazioni più ricorrenti emerse durante la partecipazione svoltasi la scorsa settimana  a Palazzo Cesaroni e convocata dalla Terza Commissione del Consiglio regionale sulla proposta di legge  del consigliere Stefano Vinti (Prc Se) intitolata "Istituzione del reddito sociale. Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati".
La proposta del Prc di istituire in Umbria un "reddito sociale", pari a 7.000 euro annui più alcuni servizi a costi agevolati, a favore di disoccupati, precari e inoccupati, nasce "in un momento di forte crisi economica che vede aumentare la disoccupazione e, invece di far uscire il mondo del lavoro da quella flessibilità ritenuta transitoria e di trasformazione del sistema produttivo mondiale, rende ormai stabile la
precarietà del lavoro". Quattro le condizioni previste per accedere al futuro reddito sociale, "che già altre Regioni italiane hanno istituito": essere disoccupati e residenti in Umbria da almeno due anni; risultare iscritti ai centri per l'impiego, dimostrando così di cercare realmente un lavoro; avere un reddito precedente non superiore agli 8mila euro; non aver maturato diritti alla pensione.
All'incontro partecipativo hanno preso parte  Silvana Sonno (Rete delle donne antiviolenza) "la questione della dipendenza economica è uno degli elementi cardine della violenza, soprattutto domestica, contro le donne.
Per uscire da questa situazione è indispensabile che le donne possano contare su una indipendenza economica che le renda non ricattabili"; Giuliano Granocchia (assessore al lavoro e formazione professionale, Provincia di Perugia) "In Italia c'è una profonda anomali rispetto agli altri paesi europei, dove il reddito sociale è già garantito ed anche in misura adeguata. Una legge regionale sul reddito sociale (che comunque dovrebbe essere affiancata ad una profonda riforma del mercato del lavoro) rappresenta un indirizzo di governo agli enti locali, caratterizzando ancora una volta in modo positivo il modello umbro"; Claudio Ricciarelli (Cisl) "la proposta di legge è un elemento positivo in un quadro di crisi economica che richiede interventi di redistribuzione del reddito. Però sarebbe necessario un intervento a livello statale per non creare una situazione frammentaria da regione a regione; servirebbero aiuti che non abbiano carattere assistenziale ma favoriscano il ritorno al lavoro; occorrerebbero dei fondi molto cospicui per assicurare il reddito sociale di 7 mila euro annui anche solo alla metà dei 30 mila persone che ne avrebbero diritto"; Carlo Romagnoli (associazione cittadini utenti) "Una proposta che si inserisce tra gli interventi necessari in questo periodo di crisi. Non bisogna però insistere su un 'welfare risarcitorio' indirizzato solo a chi si trova in difficoltà ma integrare queste misure con il Piano sociale per renderle più efficaci. Se le risorse disponibili sono insufficienti per coprire i finanziamenti necessari si può ricorrere agli stanziamenti di cui beneficiano le imprese, che spesso non portano alcun beneficio in termini di offerta e qualità del lavoro"; Roberta Pompili (Centro sociale - Collettivo femminista) "Dopo molti anni in cui si parla di reddito di cittadinanza finalmente iniziano ad esserci delle iniziative istituzionali in questo senso. Il reddito sociale non è però un
assegno di povertà ma un contributo di cittadinanza legato al cambiamento del mercato del lavoro, che si sta femminilizzando e precarizzando, perdendo riconoscimenti e garanzie"; Giorgio Mariotti (Circolo Island)
"Oltre alle indispensabili misure di sostegno al lavoro è necessaria una reale e autentica rappresentanza per le esigenze e le condizioni dei precari: la flessibilità del lavoro deve essere realmente garantita con un reddito minimo che copra i bisogni vitali e le esigenze di formazione".

Pubblicato il: 13/10/2009

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