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Bilancio. Dal Pd critiche a Mocio

Il partito di maggioranza si prepara ad affrontare la discussione sul riequilibrio di bilancio con spirito critico, anche la proprio interno. I conti di Concina ai consiglieri piddì non tornano

ORVIETO - Due milioni di troppo nel riequilibrio di bilancio
domani all'approvazione del Consiglio: maggioranza interrogativa e Democratici ancora impigliati nella querelle sulle responsabilità interne al partito nel "disastro" finanziario - vero o presunto - del Comune di Orvieto. A meno di ventiquattro ore dall'approvazione della manovra,
il centrosinistra non ha risolto tutti i dubbi sui numeri di
un riequilibrio che nessuno immaginava equivalente a un terzo
del bilancio complessivo (7 milioni su 21). Il sospetto, in seno a
una parte del centrosinistra, è che i 2 milioni in più servano più
alla tranquillità politica ed amministrativa della nuova giunta
Concina, che non alle strette esigenze della città. Insomma una manovra "gonfiata", si vocifera in diversi ambienti del centrosinistra.

La maggioranza, dunque, storce il naso. È quanto emerso dalla lettura dettagliata della manovra, una analisi che è stata approfondita nel corso dell'incontro di maggioranza di lunedì pomeriggio. Così sull'atteggiamento che il centrosinistra terrà domani in Consiglio rimangono molti dubbi. Per non parlare del Pd, dove le tensioni sono doppie. Al centro c'è sempre il confronto interno tra le varie correnti e le rese dei conti in atto.

L'ex sindaco Stefano Mocio è il grande "imputato". Ma lui non ci sta. E spiega i conti - almeno cosi ha fatto in audizione venerdì scorso - lasciando fuori proprio i due milioni in questione. Una parte del Pd, invece, vuole che renda conto fino in fondo: le cifre che aveva presentato a dicembre 2008, infatti, erano ben diverse. Allora, il primo cittadino non perdeva occasione per dire pubblicamente di aver "risanato" il bilancio e che,
nel 2009, si sarebbe passati alla fase della "stabilizzazione". I
malumori - come è facile immaginare - non sono pochi, alimentati da una sconfitta elettorale, poi, che ancora brucia. Ed è cosi che al direttivo del Pd, di lunedì sera, non si è arrivati ad un granchè. Continua a circolare un documento sul quale però non c'è ancora unanimità.

Contemporaneamente tornano le pressioni sul segretario, l'onorevole CarloEmanuele Trappolino. "Una gestione troppo incerta e pressappochista" la sua, come la definisce l'area del partito più vicina ad Andrea Scopetti. C'è chi medita addirittura la richiesta di commissariamento per il partito e le dimissioni di Mocio da assessore in Provincia. Insomma, i veleni di sempre che tornano alla vigilia di un appuntamento importantissimo. Intanto né da Mocio né da Trappolino arriva una presa di posizione ufficiale, segno ancora di grande confusione all'interno del partito. In tutto questo però, il gruppo consiliare si è riunito nella serata di ieri per un'ultima analisi prima di decidere sul voto.

Pubblicato il: 07/10/2009

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