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Il 'Silenzio d'Ordinanza' in silenzio

di Silvio Manglaviti 4 ottobre 2009: per un giorno ancora il Tricolore garrisce nella Caserma Piave 

di Silvio Manglaviti

Il trombettiere non c'è. L'alzabandiera si fa lo stesso.

Nel silenzio mattutino di questa prima domenica d'ottobre, Granatieri - di vent'anni, vent'anni fa - issano il Tricolore sul pennone e depongono un cuscino bianco rosso e verde ai piedi del monumento ai Caduti.

Gesti lenti, posati, dosati, austeri.

In questo irreale silenzio - che par voglia dirci qualcosa - il cuore batte più forte.

Quella nostra bandiera giusto sette anni orsono scendeva come lacrime e oggi risorge.

Ad onorarla il sindaco Concina, l'assessore Zazzaretta, il cavaliere Casasole (papà del sindaco Adriano), qualche cittadino ma soprattutto il compatto gruppo di "Quelli de La Piave" qui convenuti dalla Sicilia alla Puglia dal Friuli alla Lombardia.

Durante la Santa Messa, celebrata "al campo" sotto i portici della caserma da Don Sergio, cappellano militare, momenti di riflessione e commozione, ma su tutto l'ammonimento all'Umiltà, al farsi piccoli, come bambini: che non sanno cosa sia astio, acredine, malvolenza.

La passeggiata per le camerate ci riporta alla cruda realtà. Con noi il vicepresidente del Consiglio comunale Turreni: uno del "Terzo".

L'odore forte stantìo, i calcinacci e la polvere attanagliano la gola e bruciano gli occhi e non sai più se stai piangendo dei ricordi o dell'impotenza.

La conviviale, sotto i portici anch'essa quasi proseguimento della Sacra Mensa imbandita poco prima, concede il ristoro che ci voleva allietata dal tepore di questa benedetta ottobrata.

Il presidente del Consiglio comunale Frizza, anch'egli figlio del "Terzo" e l'A.U. dell'APT Umbria Cimicchi (all'epoca promettente "piede" della squadra di calcio della Piave) siedono tra i convitati con il consigliere nazionale dell'Associazione Granatieri Rossi e il vicepresidente provinciale Lostorto.

Non pare vero di vedere il lungo desco fitto di invitati, i bimbi che corrono gai divertiti e sereni, mamme e consorti che si scambiano convenevoli: non fosse per le brutte autovetture ammucchiate addosso, parrebbe di stare nel parco di un castello.

Dopo la visita al MODO e al Duomo, al Vespro, salutati i vecchi amici e compagni di garitte e gavette, la Bandiera è ammainata. In silenzio. Nel silenzio.

È soltanto un arrivederci: ci si promette a vicenda (speranzosi).

Grazie a tutti. Grazie alla locale Protezione Civile che ci ha supportati e sopportati tra i piedi con pazienza. Grazie ai nostri vigili al nostro fianco in questo fausto giorno sereno e accogliente.

La Piave osserva quasi incredula dall'alto del torrione.

Chissà!?

Pubblicato il: 05/10/2009

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