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Tessile. Nell'Orvietano a spasso 142 operaie

"La crisi non è passata - dice Stefano Cancellieri della Cgil - anzi siamo nel momento peggiore: se il credito non aiuta la ripresa saranno tante altre le aziende a chiudere e non solo nel tessile"

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ORVIETO - Tessile di nuovo in crisi, nell'Orvietano a spasso 142 operaie. Sono le 53 addette di Sfera (due in realtà sono uomini) che, dal 30 settembre, ha chiuso i battenti mettendo in mobilità tutto il personale e le 90 operaie di Grinta che, dal 23 settembre, sono finite in cassa integrazione. Adesso i sindacati premono perché le banche facciano la loro parte. "La crisi è passata? La crisi non è passata - dice Stefano Cancellieri della Cgil - anzi siamo nel momento peggiore: se il credito non aiuta la ripresa saranno tante altre le aziende a chiudere e non solo nel tessile". Il caso di Grinta, però, anche a detta delle categorie di settore, pare emblematico. "Dopo diversi mesi di fermi o rallentamento delle produzioni per carenza di commesse ad oggi assistiamo alla difficoltà di far fronte alla ripresa degli ordini in un settore ad alta qualità e tecnologia applicata come quello tessile dell'alta moda, attanagliato da una grave crisi di liquidità finanziaria - affermano dalla segreteria regionale della Filcem Cgil e della Femca Cisl -. È questo il caso specifico dell'azienda Grinta srl che dopo aver attraversato un periodo di riduzione della produzione per carenza di ordini, condizione che ha messo a dura prova la tenuta economica della società, che ha prodotto l'impossibilità di riconoscere alcune mensilità alle lavoratrici, si trova ora in condizioni di tenuta sociale al limite della tollerabilità". L'azienda tessile di Bardano rilevata nel 2007 dall'imprenditore  toscano, Alessandro Calugi è indietro con gli stipendi dal mese di maggio. "I ritardi e le difficoltà, a volte difficilmente giustificabili, dei rapporti tra l'azienda e le banche - continuano le categorie con una certa durezza - stanno rallentando pericolosamente la soluzione dei problemi in un momento in cui sarebbe necessario un grande slancio per superare a piè pari la crisi e rilanciare un settore importantissimo per il territorio". Le categorie pungolano il credito: "Forse - dicono - sarebbe giunto il momento di passare dalle parole ai fatti per tutte quelle situazioni che ad oggi non hanno trovato soluzioni alle esigenze poste. Sarebbe davvero singolare - concludono - non permettere ad un'azienda che tenta di uscire dalla crisi, occupando nuovi spazi locativi, di mercati e nuovi clienti, il necessario supporto finanziario in un momento così decisivo". Grinta avrebbe dovuto presentare un piano di rientro per la fine del mese di settembre, ma a quanto pare la scadenza non è stata rispettata. Quanto al Sfera di Edmondo Fanini sembra che ci sia l'interesse di un imprenditore per rilevare la società , ma al momento nessun piano industriale.

 

 

Pubblicato il: 02/10/2009

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