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Orvieto. Un accordo non è un 'inciucio'

di Dante Freddi Il Consiglio di lunedì ha dimostrato che se c'è la politica e vengono fermati i personalismi, si può tentare di operare per il bene della città. Ma niente sensazioni di inciucio, tutto alla luce del sole

foto di copertina

Il Consiglio comunale di lunedì è stato una tappa positiva per gli orvietani di destra e di sinistra.
Il pericolo era che si sfasciasse tutto intorno alla mozione del centrosinistra che proponeva la discussione   del suo programma elettorale.
La volontà di PD e Sinistra e Libertà, come sostenuto da Germani e Gialletti, era di offrire alla città un patrimonio di idee e di esperienze, che meritava di essere discusso, valutato, preso per quello il Consiglio avrebbe voluto.
Forse era vero, non c'era reale volontà di scontro, perché all'inizio della discussione, a sera inoltrata, prima che Germani illustrasse la mozione, il sindaco ha lanciato un appello accorato e sentito, ha richiamato tutti  alla  necessità di affrontare e risolvere i problemi  gravi della città, senza cercarsi da soli degli ostacoli. Concina ha colto la sensibilità di molti, Germani ha chiesto una sospensione, la riunione dei capigruppo ha definito una strategia che è stata soddisfacente per tutti. La mozione non è stata ritirata ma "congelata" e la sua discussione è affidata ai capigruppo, con il compito di estrarrete  linee essenziali condivise da porre nel programma del Consiglio.
Questo avrà come conseguenza  che anche il programma del sindaco, ancora per la verità sconosciuto, dovrebbe passare per la stessa camera di compensazione e quindi arrivare alla discussione consiliare già digerito e discusso, arricchito da quello del centrosinistra, con lo spazio utile per gli aggiustamenti offerti dai consiglieri.
Se questa sarà la strada e la politica conquisterà il suo spazio, come è necessario sempre e ancor più nella situazione anomala di Orvieto, anche i prossimi appuntamenti cruciali, quelli  sul bilancio di fine mese e di fine anno, potranno trovare una composizione virtuosa.  Non è facile, ci vuole uno straordinario equilibrio e persone capaci di mantenerlo.

Lunedì in Consiglio comunale le parti si studiavano, il sindaco smorzava incidenti di percorso con una presenza cosante ed attenta e qualche battuta irrituale, come è nel suo stile. Una sgobbata  immane,  penso, con la tensione che qualche elefante presente si alzi, barrisca e scassi il castello fragile costruito faticosamente sulla fiducia ed il buonsenso.
Il manicheismo non è di qui e di questi tempi e i dirigenti di partito e gli amministratori hanno la responsabilità di lavorare per smorzare i tentativi allo sfascio che persegue chi pensa che la sua parte possa trarne vantaggio.
Oggi, nessuno può guadagnare da nuove elezioni, nonostante alcuni "volponi" credano di sì, ben presenti sia da una che dall'altra parte.
Andare alle urne potrebbe far vincere certamente qualcuno e soddisfare qualche ambizione mortificata, ma Orvieto e l'Orvietano, di fronte a temi vitali quali Piave, viabilità, occupazione, ne avrebbero un danno irrecuperabile e la responsabilità sarebbe di tutti, comunque. 
C'è però un' urgenza irrinunciabile, più di comunicazione che d'altro: niente sensazioni di inciucio, tutto alla luce del sole.
Non so su cosa di significativo e innominabile  si potrebbe trattare nascostamente, ma alcuni, secondo il proverbio "corpo male usato quello che fa gli viene pensato", potrebbero seminare zizzania perché nessuno  raccolga i frutti da questo terreno aspro e  pietroso.
Finora Germani è riuscito a tenere insieme il gruppo del PD, che non ha subito incrinature che il congresso avrebbe potuto comportare, e Concina a governare i suoi, anch'essi divisi in tre gruppi e qualche corrente.
Per il futuro, san Pietro Parenzo martire proteggici tu.

Pubblicato il: 23/09/2009

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