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Parcheggi. Una vecchia idea per una nuova emergenza: soldi in cambio di posti macchina

di Pier Luigi Leoni  "La vendita dei box e l'affitto dei posti pubblici avrebbe prodotto ordine e reddito e la città sarebbe stata trasformata da garage disordinato e illegale in luogo di ordinato compromesso, con ricavi per il Comune necessari per mettere in ghingheri la nostra preziosa città" 

foto di copertina

 

di Pier Luigi Leoni

 

Caro Direttore,

alcuni anni fa, essendo Stefano Cimicchi sindaco, Stefano Mocio vicesindaco, Angelo Lombardozzi  assessore provinciale e io, come al solito, consigliere di minoranza, molto si dibatteva sui parcheggi. Memore degli insegnamenti di Araldo Forbicioni (che pure tu accogliesti con rispetto e ammirazione nel Comune Nuovo quando propose la celebre "operazione talpa") sostenevo a spada tratta, bisticciando con Maurizio Conticelli, che il parcheggio di via Roma si doveva fare. Anzi doveva essere costruito un piano in più da ripartire in box per venderli ai residenti. Sostenevo inoltre che i residenti sulla Rupe dovevano essere messi di fronte a tre possibili scelte: tenere l'auto in un luogo privato, oppure tenerla in un luogo pubblico a pagamento, oppure venderla. La vendita dei box e l'affitto dei posti pubblici avrebbe prodotto ordine e reddito e la città sarebbe stata trasformata da garage disordinato e illegale in luogo di ordinato compromesso, con ricavi per il Comune necessari per mettere in ghingheri la nostra preziosa città  e renderla gradevole non solo per chi vi abita, ma anche per i visitatori vicini e lontani. Proponevo anche la realizzazione di un raddoppio verticale del parcheggio in fondo a via Pecorelli per ricavare, con modicissima spesa, centralissimi e preziosi posti macchina in una malinconica depressione dell'acrocoro orvietano.

In una riunione aperta del consiglio comunale, avendo insistito sulle mie idee, fui trattato con sufficienza da Mocio, mentre Lombardozzi e Giuliano Santelli mi manifestarono attenzione e rispetto. In un'altra riunione del consiglio, avendo io sostenuto l'utilità del parcheggio di Via Roma in polemica con Conticelli e avendo doverosamente richiamato la geniale operazione talpa di Araldo Forbicioni, nel frattempo passato a miglior vita, il sindaco Cimicchi, un po' per farmi contento perché sostenevo un'opera dell'amministrazione, un po' per convinzione, promise che si sarebbe adoperato per intitolare all'ingegner Forbicioni il parcheggio di Via Roma.

Ebbene, pur essendo ormai superata l'idea della vendita di un piano, mai costruito, del parcheggio di via Roma, ho provato a fare il calcolo di quanto il comune incasserebbe, sia "una tantum", sia negli anni futuri, dando in concessione, per alcuni decenni, diverse centinaia di posti macchina nei grandi parcheggi coperti e dando in concessione ai residenti, per periodi più brevi, posti macchina riservati in aree pubbliche recintate o non recintate, custodite o meno.  Ne sono venute fuori cifre enormi,  che non dico per non scavalcare il sindaco, gli assessori e i dirigenti comunali.

Il possessore di un'utilitaria spende, tra ammortamento, riparazioni e consumi, da seimila a ottomila euro all'anno. Non può spendere un decimo di tale somma per un posto riservato non lontano da casa? Come tanti altri, spendo 400 euro all'anno per un posto nel parcheggione del foro boario. E sono consapevole che si tratta di una cifra modesta. Se non avessi scappatoie nel centro storico accetterei consistenti aumenti. Non ho soldi da parte, ma farei volentieri un debito di più di 10.000 euro per un posto riservato per trent'anni nel parcheggio pubblico coperto. E così farebbero tanti altri, anzi, tutti coloro che non possiedono un garage. Basta considerare quanto costano i posti macchina privati, al coperto e allo scoperto.

Naturalmente la disciplina della sosta dovrebbe essere rigorosa e non quella buffonata galattica che è stata finora. E la gestione dei parcheggi dovrebbe essere fatta con criteri di efficienza, perché il tempo dei carrozzoni è finito.

Come vedi, caro Direttore, se la voragine del bilancio comunale è vera, come purtroppo è vera, gli automobilisti potrebbero essere chiamati a colmarne una buona parte.

E Araldo Forbicioni, se gli fosse finalmente intitolato il parcheggio di via Roma, proteggerebbe dall'aldilà tutta l'operazione.

Mi riservo d'inviarti un'intervista rilasciata da Araldo al Comune Nuovo nel 1980, quando fu eletto consigliere comunale, che deve essere riletta come lezione di obiettività, serenità, e concordia nel superiore interesse di Orvieto.   

 

Pubblicato il: 07/09/2009

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