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Trentini(Cisl). Un appello a tutti i soggetti interessati per salvare i 45 dell'Acas

È la prima volta che un sindacato interviene direttamente nella vicenda Acas service. Sullo sfondo la possibilità di dover rivedere l'accordo già firmato, rimettendo tutti i dipendenti in gioco: "Perchè sono stati salvati alcuni e gli altri no? Non sono tutti dipendenti della stessa azienda?"

ORVIETO - Un appello a tutti i soggetti interessati, compresa l'Agenzia delle Entrate, a compiere uno sforzo per creare le condizioni per arrivare una soluzione immediata, anche dovesse essere provvisoria, per i 45 dipendenti di Acas service rimasti fuori dall'intesa regionale. Con una consapevolezza: che potrebbe esserci già chi pensa di andare dall'avvocato per impugnare l'accordo che, più o meno legittimamente, ha salvato solo una parte del personale. È la prima volta che un sindacato interviene direttamente nella vicenda Acas service.

Raffaele Trentini, responsabile locale della Cisl, ha deciso di farlo, alla vigilia degli appuntamenti con cui, tra domani e martedì, si decide il destino dei 45 dipendenti Acas non riassorbiti da Webred, perché "deve essere chiaro - dice - che è finito il tempo dei balletti degli incontri. Va trovata una soluzione, fosse anche tampone, ma immediata. Poi si potrà ragionare su una soluzione definitiva, ma intanto bisogna dare una risposta". Motivi di ottimismo sulla possibile firma dell'affitto di ramo d'azienda sembrano esserci pochi. La società è alle prese, infatti, con tentativi di pignoramenti e continua ad avere grosse difficoltà per ottenere il Durc non avendo regolarizzato i versamenti per i dipendenti. Di qui l'invito di Trentini. "Facciamoci carico di tutte le responsabilità del caso e anche di più quelle che non ci competono" è l'appello del sindacalista che invita tutti ad "uno sforzo di comprensione".

Anche perché sullo sfondo - e Trentini solleva la questione - potrebbe anche esserci la possibilità di dover rivedere l'accordo già firmato, rimettendo tutti i dipendenti in gioco. Uno scenario del tutto nuovo e per certi spiazzante. Ma più concreto di quanto non si possa credere. "Infondo - dice Trentini - non sono forse tutti dipendenti della stessa azienda? Lavoravano per commesse diverse è vero, ma fino a che punto questi compiti erano così separati? Non voglio fare certo la Cassandra, ma chi vieta ad uno dei 45 dipendenti rimasti fuori dell'accordo di provare tutte le strade, se la legge lo consente, per riavere il proprio posto di lavoro?".  Ed effettivamente tra i 45 dipendenti di Badano che non lavoravano per le Asl della Regione come i 104 assorbiti da Webred, ma sulle commesse del Lazio e della Sicilia, si sta facendo largo un diffuso malessere. Alimentato da un accordo che li ha esclusi e soprattutto dal fatto che stanno entrando nel terzo mese senza stipendio.

Ora sono appesi alla firma di un ipotetico affitto di ramo d'azienda. L'appuntamento, già slittato più volte, era fissato per lunedì, ma ieri in tutta fretta è arrivata la convocazione del tavolo regionale. Ad Orvieto, lunedì mattina, si incontreranno assessori regionali, sindaco, Assindustria, sindacati. Sarà presente anche la titolare di Acas, Giovanna Bernini. Tutto insomma lascia presagire un ennesimo nulla di fatto. Da venerdì intanto, come noto, i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione e i dipendenti hanno occupato lo stabilimenti di Bardano di via dei Tessitori. La crisi Acas service è legata all'indagine giudiziaria in corso, a seguito della quale le fiamme gialle hanno denunciato per violazione delle norme tributarie la titolare dell'azienda che avrebbe evaso tasse per tre milioni di ricavi relativi all'anno 2007.  


Acas service srl: dal 2000, dalla zona industriale di Bardano, con circa 200 dipendenti, l'azienda gestiva servizi di call center, web center e front office in tutta la Regione  (ma anche nel Lazio e in Sicilia). Clienti principali: Asl ed enti pubblici. Una storia aziendale costellata di successi, ma negli ultimi due anni, le prime avvisaglie con ritardi nei pagamenti degli stipendi. A luglio, poi, la guardia di Finanza scoperchia il vaso di Pandora: ricavi non dichiarati per 3 milioni di euro, Iva non versata per 800mila euro, base imponibile Irap sottratta a tassazione per 3 milioni di euro. E ancora, ritenute Irpef operate per circa 700mila euro ma non versate, al pari di 822mila euro di contributi Inps non versati per i dipendenti

Pubblicato il: 06/09/2009

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