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Pendolarismo, mozione in Provincia

Atto firmato da Santelli (Idv), Sacripanti (Pdl), Tiberi (Pdl), Longaroni (Pd) e Garillo (Pd). "Su interessi generali come questo non possono esserci divisioni". Santelli: "metodo che adotterò anche come presidente dell'assemblea dei sindaci dell'Orvietano"

I consiglieri Giorgio Santelli (Idv), Andrea Sacripanti (Pdl), Francesco Tiberi (Pdl), Daniele Longaroni (Pd) e Stefano Garillo (Pd) hanno presentato stamattina una mozione sui problemi del pendolarismo orvietano chiedendo all'amministrazione provinciale di farsi carico di una serie di iniziative volte a valutare le soluzioni da assumere in raccordo con Regione e Ministero dei Trasporti, proponendo anche una conferenza di servizio interregionale fra gli assessori regionali ai Trasporti di Toscana, Umbria e Lazio, quelli delle Province di Firenze, Arezzo, Siena, Terni, Perugia, Viterbo e Roma e i sindaci e gli assessori dei Comuni interessati. Nella mozione i firmatari propongono anche la predisposizione di uno studio sull'impatto economico del pendolarismo sul territorio, con particolare attenzione all'area provinciale. "Tale studio - dicono - dovrebbe essere polarizzato a comprendere quanti sono i pendolari della direttrice Roma-Firenze e quanto i loro redditi (realizzati fuori dal territorio regionale) incidono sul Pil della Regione Umbria e della Provincia di Terni". Quello dei pendolari - aggiungono i proponenti - è un grande problema che supera le posizioni di parte e rappresenta un interesse generale sul quale non possono esserci divisioni fra schieramenti". "E'un metodo questo - ha affermato Santelli - che intendo adottare anche in qualità di presidente dell'assemblea dei sindaci del Circondario. Su temi di interesse della comunità che ci ha eletto non devono esistere schieramenti di maggioranza o di opposizione". Sempre Santelli ha poi aggiunto: "Con questa mozione tentiamo di dare rappresentazione a tutta la questione del pendolarismo, che non si limita esclusivamente al contratto di servizio per il trasporto pubblico locale e regionale, ma pone l'attenzione sulle necessità di molti pendolari che fanno riferimento a treni quali gli intercity che fanno invece parte dei servizi universali a media e lunga percorrenza oggetto del contratto di servizio con lo Stato. Per questo l'impegno a favore dei pendolari non deve essere solo quello della Regione, ma anche del Ministero e, come afferma Ignazio Cipolletta Presidente di Ferrovie dello Stato, le scelte sul trasporto pubblico non possono essere imputate esclusivamente all'azienda poiché si tratta di scelte politiche, fatte dalla politica. Il nostro impegno unitario di maggioranza e minoranza all'interno di un quadro politico che ci vede essere maggioranza e opposizione, a seconda dei diversi livelli, comunali, provinciali, regionali e nazionali, penso sia una buona prova di quanto, insieme, in Provincia, vogliamo rappresentare i bisogni della nostra comunità di appartenenza. E' necessario estendere questo impegno a tutte le Province e le Regioni che devono fare rete, studiare soluzioni comuni, quando si tratta di interessi congiunti".  

Segue il comunicato il testo integrale della mozione

 

Al Presidente della Provincia di Terni

Oggetto: problema del pendolarismo ed effetti sulla realtà socio-economica del territorio provinciale

Considerato che:

-          i pendolari, lavoratori e studenti, rappresentano una risorsa per il nostro territorio: in termini economici perché producono reddito fuori Provincia e Regione che poi si traduce in acquisto di beni di consumo e servizi nonché in entrate fiscali per gli enti pubblici territoriali; in termini di crescita professionale e culturale perché, in assenza di istituzioni accademiche nel territorio della Provincia, acquisiscono altrove conoscenza e formazione spendibile sul territorio;

-          il fenomeno del pendolarismo si è incrementato in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni, sostenuto da politiche tese a favorire l'insediamento abitativo nei piccoli centri, dalla forza centrifuga che dalle maggiori città ha spinto versi i centri minori alla ricerca di una migliore qualità della vita, dal più elevato potere d'acquisto dei redditi in aree a minore costo della vita, dalla mancanza di offerta di lavoro;

-          nessun elemento contrario a quanto detto sopra ci può portare a sostenere la regressione del fenomeno, al contrario ne registriamo di anno in anno un significativo incremento;

-          il pendolarismo ferroviario non si limita solo al traffico regionale, cui si sta tentando di dare risposta attraverso il contratto di servizio in via di stipulazione tra Regione dell'Umbria e Trenitalia, ma comprende anche quello che utilizza treni Intercity sulla direttrice Roma-Firenze, due delle città cui maggiormente si indirizzano lavoratori e studenti;

-          la Regione dell'Umbria sta rinnovando in questi giorni il contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale con Trenitalia, per il periodo 2009-2014;

-          dalla bozza di tale contratto di servizio che si allega alla presente, risulta una previsione di intervento economico della Regione, per il pagamento dei servizi di Trenitalia, di 56,69 milioni di euro per il 2009; 58,18 milioni di euro per il 2010; 59,12 milioni di euro per il 2011. Queste cifre saranno ridotte a 36,14 milioni di euro l'anno in seguito alla quantificazione stabilita fra le parti legata ai ricavi di gestione; per gli anni successivi e fino a scadenza del contratto, la Regione si impegna ad applicare un aumento degli stanziamenti equiparabile almeno al tasso di inflazione programmata dal Governo;

-          dalla lettura della bozza si evidenziano alcune perplessità: non si riscontra un miglioramento degli standard qualitativi di trasporto; si prevede un sistema sanzionatorio per Trenitalia insufficiente; non sono previsti miglioramenti e impegni per il futuro, ma solo nuovi aggravi di costo per gli abbonamenti;

-          tra gli elementi di perplessità vi è anche l'individuazione di un sistema premiante per Trenitalia nel caso in cui i treni regionali e interregionali arrivino a destinazione entro 15 minuti di ritardo, che rappresentano un tempo eccessivo su percorrenze di circa un'ora e un disagio di non poco conto se rapportato alla quotidianità dell'uso del mezzo di trasporto;

-          il contratto prevede inoltre un eccessivo aumento delle tariffe, pari al 20% a partire da luglio 2010, e un insufficiente sistema di valutazione e monitoraggio dei servizi forniti: gli standard di qualità sono infatti basati sulla puntualità (entro 15 minuti i ritardi sono "giustificati"), l'affidabilità (calcolata sulla soppressione dei treni), la pulizia (monitorata su un numero di treni "campione"), il comfort (basato su un numero sufficiente di posti a sedere e per il sovraffollamento su un'eccedenza di viaggiatori che non superi il 10% dei posti a sedere), la climatizzazione (la cui funzionalità va garantita solo in quelle carrozze che sono fornite del relativo impianto), l'accessibilità alle carrozze (considerata positiva se il 75% delle porte è funzionante.), il tutto calcolato escludendo le "cause di forza maggiore", non imputabili quindi a Trenitalia; va qui evidenziato inoltre che sono ritenute cause non imputabili anche quelle determinate dall'infrastruttura, che però è gestita da RFI che è Società del Gruppo FS al pari di Trenitalia;

valutato che:

-          il Presidente di Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, nella relazione "Obblighi di servizio pubblico ed equilibri di impresa", presentata il 13 maggio 2009 al convegno Assonime presso l'Università LUISS di Roma, nel definire i confini e le specifiche del servizio pubblico ha affermato che "la scelta dei servizi da fornire sotto un regime pubblico () è un atto politico che attiene ai rapporti tra i cittadini elettori e gli amministratori eletti. Se la politica decide di investire molto o poco su specifici servizi (i trasporti nazionali o locali a prezzi non remunerativi, la consegna della corrispondenza in tutti i luoghi, l'accessibilità all'informazione ed ai mezzi televisivi, la raccolta dei rifiuti ecc.), questa è una responsabilità politica che i cittadini devono conoscere completamente, sia per premiare con il loro voto favorevole le scelte condivise, sia per segnalare il loro disagio con voti contrari";

-          nella relazione della Corte dei Conti  relativa al controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Ferrovie dello Stato per gli esercizi 2007-2008, si evidenzia il risultato positivo del Gruppo che, nel 2008, ha ottenuto un utile di 7,7 milioni di euro (piccola cifra se si pensa al valore della produzione di 10,2 miliardi di euro). Questo risultato si è ottenuto azzerando le perdite di esercizio, pari a 2,11 miliardi nel 2006 e a 418 milioni di euro nel 2007. Nella stessa relazione la Corte dei Conti specifica come le linee locali rappresentino la "zavorra" per le Ferrovie dello Stato, ipotizzando anche la separazione contabile tra le attività di mercato e quelle solo di servizio, destinate ad essere ripianate dallo Stato;

-          per quanto riguarda il traffico Intercity, di indubbio interesse - come sopra detto - per offrire servizi efficienti ai pendolari dell'Umbria, nella stessa relazione della Corte dei Conti si evidenzia che "per l'anno 2009 i servizi universali a media e lunga percorrenza oggetto del contratto di servizio con lo Stato, hanno visto una riduzione dei contributi. La differenza iniziale tra risorse disponibili (116 milioni di euro) e valore del servizio (279 milioni di euro) avrebbe comportato una riduzione dell'offerta di oltre 15 milioni di treni / Km (su un totale 2008 di 35 milioni di treni / Km) (-40% circa), con conseguenze non sostenibili sul sistema della mobilità dei passeggeri del Paese, sul bilancio dell'impresa ferroviaria Trenitalia nonché sui livelli occupazionali (l'impatto stimato è di circa 2.500 esuberi)";

-          il Gruppo FS negli investimenti effettuati per l'Alta Velocità nel tratto Roma-Firenze non ha realizzato - come ad esempio per la linea Napoli-Roma - una nuova linea dedicata esclusivamente a tale traffico e per questo la sua società Trenitalia utilizza la "linea direttissima", che fu realizzata a partire dagli anni '70 anche per consentire il traffico locale, come dimostrato dal fatto che tra Roma e Firenze la linea "direttissima" ha 5 interconnessioni (Orte, Orvieto, Chiusi, Arezzo e Valdarno) con la linea storica (c.d. "lenta") mentre la nuova Napoli-Roma non ha alcuna interconnessione; la "direttissima" Roma-Firenze nasce come quadruplicamento tecnologicamente avanzato della linea preesistente per consentire una maggiore potenzialità ed elasticità di esercizio e non per il traffico esclusivo dell'Alta Velocità, come impropriamente sostenuto dagli attuali vertici del Gruppo FS;

-          la politica dell'Alta Velocità, primario obiettivo del Gruppo FS, sta escludendo progressivamente la circolazione dei treni Intercity, che occupano - impropriamente secondo i vertici del Gruppo FS - tracce della linea "direttissima"; per questo motivo è stata soppressa una coppia di treni Intercity nel giugno dello scorso anno e, con il nuovo orario a dicembre prossimo, sarà soppressa un'altra coppia (IC 578 al mattino da Roma per Firenze e IC 593 alla sera da Firenze per Roma);

-          per quanto sopra è intenzione di RFI di far transitare tutti i treni regionali sulla linea lenta, raddoppiando con ciò i tempi di percorrenza, e di far transitare l'unica coppia di Intercity che intendono mantenere in esercizio (IC 579 al mattino da Firenze per Roma e IC 594 alla sera da Roma per Firenze) in orari che non interferiscano con l'Alta Velocità (al mattino non oltre le ore 8.00 e alla sera non prima delle ore 19.30);

-          la diminuzione dei collegamenti verso Roma e Firenze provocherà gravi problemi sia sul piano economico sia su quello sociale. Quanti hanno maggiori possibilità economiche si trasferiranno con le loro famiglie laddove lavorano (Roma o Firenze), impoverendo economicamente il nostro territorio; quanti invece non avranno scelta e saranno costretti a rimanere, o per problemi economici o per problemi familiari, partiranno ancora prima al mattino e torneranno ancora più tardi la sera e saranno cittadini "socialmente tagliati fuori"; 

ciò considerato e valutato, il Consiglio Provinciale di Terni impegna il Presidente e la Giunta provinciale a:

-          predisporre uno studio sull'impatto economico del pendolarismo sul territorio, con particolare attenzione all'area provinciale. Tale studio, nelle intenzioni dei proponenti la presente mozione, dovrebbe essere polarizzato a comprendere quanti sono i pendolari della direttrice Roma-Firenze e quanto i loro redditi (realizzati fuori dal territorio regionale) incidono sul PIL della Regione Umbria e della Provincia di Terni;

-          farsi portavoce presso la Regione Umbria della complessità della materia del pendolarismo, che non può risolversi solo con la definizione del Contratto di Servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale, poiché, come sopra dimostrato, esso non affronta il problema sulla direttrice Roma-Firenze per il traffico Intercity;

-          chiedere alla Regione Umbria di valutare la possibilità, d'intesa con la Regione Toscana, di noleggiare per 5 giorni a settimana un treno Charter con materiale ETR, previsto dal Catalogo di Trenitalia per un costo annuale di 4 milioni di euro, cui andrà sottratto il ricavo derivante dagli abbonamenti, che colleghi Roma-Firenze utilizzando la linea "direttissima" e fermi ad Arezzo, Chiusi e Orvieto; parallelamente chiedere alla Regione Umbria lo studio di fattibilità, d'intesa con la Regione Toscana, di un accordo con la Ferrovia Centrale Umbra (eventualmente in partnership con Trenitalia, secondo un modello già adottato dalla Regione Lombardia) per la gestione dello stesso servizio con materiale rotabile proprio acquistando un treno ETR e acquistando altresì le necessarie tracce da RFI;

-          chiedere al Ministero dei Trasporti, attraverso un incontro con le istituzioni provinciali e regionali, l'aumento dei finanziamenti per i servizi di trasporto universale legati al traffico ferroviario di media percorrenza (treni Intercity);

-          proporre una conferenza di servizio interregionale sul tema del pendolarismo, da svolgersi entro l'anno, invitando gli Assessori regionali ai trasporti di Toscana, Umbria e Lazio, gli Assessori provinciali ai trasporti di Firenze, Arezzo, Siena, Terni, Perugia, Viterbo e Roma, i Sindaci e gli Assessori ai trasporti dei Comuni interessati dal fenomeno migratorio di lavoratori e studenti, il comitato pendolari Roma-Firenze, le associazioni economiche di categoria, le associazioni di tutela dei consumatori e i responsabili della Ferrovia Centrale Umbra per discutere delle problematiche del fenomeno del pendolarismo e, tra queste, proporre sul modello della Lombardia (di cui si allega informativa) la possibilità di realizzare una società interregionale o interprovinciale insieme a Trenitalia per la gestione del traffico ferroviario locale e di media percorrenza.

-          Giorgio Santelli (Promotore - Idv), Stefano Garillo (Pd), Daniele Longaroni (Pd), Andrea Sacripanti (Pdl), Francesco Tiberi (Pdl)

 

 

 

 

Pubblicato il: 05/09/2009

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