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Acas. I dipendenti barricati all'interno dello stabilimento

"Vogliamo ciò che ci spetta: il nostro lavoro". Adesso la speranza è appesa alla firma dell'accordo con una società interessata all'affitto di ramo d'azienda

ORVIETO - "Vogliamo ciò che ci spetta: il nostro lavoro": da ieri mattina i 45 dipendenti che rischiano il posto alla Acas service di Bardano si sono barricati all'interno dello stabilimento di via dei Tessitori. I sindacati hanno indetto lo stato di agitazione. Così la pazienza è venuta meno, dopo tre mesi senza stipendio e dopo l'ennesima fumata nera sull'accordo che si dovrebbe concretizzare in vista dell'affitto di ramo d'azienda, unica soluzione da rincorrere per trasferire le commesse extraregionali di Acas ad una terza azienda e salvare, sostanzialmente, i posti dei 45 dipendenti rimasti fuori dall'accordo regionale. I lavoratori - per la stragrande maggioranza donne - attaccano cartelli di protesta ai cancelli, ma, stremati da una trattativa ancora incerta, non hanno alcuna voglia di parlare.

Nel frattempo, sono in corso tentativi di pignoramento da parte dell'autorità giudiziaria, legati alla maxi evasione fiscale da tre milioni di euro di cui si sarebbe resa responsabile l'azienda e al successivo fermo amministrativo emanato dall'Agenzia delle Entrate. Adesso la speranza è appesa alla firma dell'accordo con una società interessata all'affitto di ramo d'azienda che dovrebbe assumere le commesse siciliane dell'azienda di Giovanna Bernini. La convocazione delle parti è per lunedì. Ma gli interrogativi sono ancora molti. 

Si tratta della parte più delicata della trattativa. Quella che interessava le commesse regionali e coinvolgeva 104 dipendenti, si è risolta piuttosto in fretta con la Regione che ha approfittato dello scadere del contratto Acas di fine agosto per passare i servizi a Webred, società a costituzione pubblico - privata, già capofila del consorzio d'imprese umbro che gestisce call center e front office per gli ospedali della Regione.

Acas aveva, infatti, in gestione gli sportelli della sanità di mezza Umbria, lavorando per la Asl 1 di Città di Castello, la Asl 4 di Terni e la Asl 2 di Perugia e tutta l'azienda ospedaliera di Perugia. Le altre commesse riguardano il Lazio (tre ospedali: Regina Margherita, San Giacomo, George Eastman, ed il I- II- III- IV distretto ospedaliero) e la Sicilia (Asl 5 di Messina e dell'ospedale Papardo).


Acas service srl: dal 2000, dalla zona industriale di Bardano, con circa 200 dipendenti, l'azienda gestiva servizi di call center, web center e front office in tutta la Regione  (ma anche nel Lazio e in Sicilia). Clienti principali: Asl ed enti pubblici. Una storia aziendale costellata di successi, ma negli ultimi due anni, le prime avvisaglie con ritardi nei pagamenti degli stipendi. A luglio, poi, la guardia di Finanza scoperchia il vaso di Pandora: ricavi non dichiarati per 3 milioni di euro, Iva non versata per 800mila euro, base imponibile Irap sottratta a tassazione per 3 milioni di euro. E ancora, ritenute Irpef operate per circa 700mila euro ma non versate, al pari di 822mila euro di contributi Inps non versati per i dipendenti.


Pubblicato il: 05/09/2009

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