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Accusato di violenza, ha patteggiato un anno e otto mesi

Il venticinquenne rumeno accusato di aver violentato la vicina di casa minorenne, sua connazionale, a gennaio scorso

ORVIETO - Ha patteggiato un anno e otto mesi il venticinquenne rumeno accusato di aver violentato la vicina di casa minorenne, sua connazionale, a gennaio scorso. Il ragazzo rischiava fino ad un massimo di sei anni ma, al termine di un incidente probatorio nel corso del quale è stata sentita anche la sedicenne, presunta vittima della violenza, si è visto riconoscere l'attenuante della "modica entità del fatto", accedendo così, di fatto, al patteggiamento. Un anno e otto mesi è la richiesta accettata dall'accusa, sostenuta dal pm Francesco Novarese, che aveva inizialmente respinto una prima richiesta di un anno e quattro mesi. Il fascicolo era precedentemente in mano al pm applicato, Stefano Opilio che ha lasciato la procura a maggio. Il ragazzo che nella vicenda era difeso dai legali Giacomo Leonasi e Massimo Frisoni, è adesso sottoposto all'obbligo di firma.

Decisivo l'incidente probatorio nel corso del quale è stata sentita la minorenne, in presenza dello psicologo e della consulente. La sedicenne, in quella sede, sentita con gli accorgimenti che le legge richiede per i minorenni, ha ribadito le accuse. L'operaio l'avrebbe spogliata e palpeggiata nelle parti intime, contro la sua volontà, dopo aver chiuso le portiere dell'auto a bordo della quale i due si trovavano il pomeriggio del 26 gennaio scorso, al termine di un pomeriggio trascorso insieme a Viterbo. Il 25enne, incensurato, non si sarebbe fermato alle prime resistenze della ragazzina, insistendo nell'approccio violento per poi arrendersi e riportarla a casa. Di qui la denuncia.

In ogni, adesso, la psicologa che ha redatto la perizia sulla sedicenne non avrebbe ravvisato particolari traumi nella ragazzina, conseguenti all'accaduto, se non disagi pregressi da ricollegare, forse, a qualche difficoltà di inserimento. Il che ha evidentemente "alleggerito" la posizione dell'operaio. La vicenda a suo tempo fece molto parlare anche perché a seguito dell'arresto, il giovane venne messo ai domiciliari e si crearono situazioni di tensione tra le famiglie, in virtù del fatto che i protagonisti della vicenda vivono tutti nello stesso palazzo.  La procura fece infatti ricorso contro i domiciliari, ma prima ancora che si pronunciassero i giudici, l'operaio fini dietro le sbarre, per effetto delle nuove normative sugli stupri e le violenze sessuali che nel frattempo erano uscite (marzo scorso). Iuri Fucili, avvocato della difesa, ha annunciato che andrà avanti anche in sede civile per il risarcimento

Pubblicato il: 28/08/2009

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