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Ad Orvieto master per imparare ad aiutare popolazioni traumatizzate

È dedicato a Peter Alderman e sarà frequentato da un piccolo gruppo di professionisti

Società

Si terrà ad Orvieto, presso la locanda Rosati, dal 21 al 26 settembre, il primo masterclass dedicato a Peter Alderman e sarà frequentato da un piccolo gruppo di professionisti da Bosnia, macedonia, Ruanda, Uganda, Cile, Spagna e Colombia e docenti da Harvard, Università di Roma, Università Federico II di Napoli, Università di Edimburgo e l'Istituto Assunzione del Vaticano.

Questa iniziativa è animata dal dr.Richard Mollica,  professore di Psichiatria e Direttore dell'Harvard Program in Refugee Trauma al Massachusetts General Hospital ed ha lo scopo di onorare la memoria di Peter Alderman, morto durante l'attacco dell'11 settembre 2001 al World Trade Center. Aveva 25 anni. Peter amava e aveva cura della gente. La sua famiglia crede che questo masterclass sarà il primo passo per un appropriato memoriale.

L'Harvard Program in Refugee Trauma, attraverso il generoso contributo elargito dalla Peter Alderman Foundation, ha lo scopo di contribuire alle conoscenze e alle pratiche dei professionisti della cura della salute, dottori, infermieri, volontari, psicologi e psichiatri, lavorando principalmente attraverso il sistema di cura della salute, per assistere le comunità traumatizzate. Questo ha come obiettivo la costituzione di una società professionale di dialogo medico globale e assistenza tecnica attraverso l'uso di internet, grazie al quale i professionisti di tutto il mondo possono condividere le loro conoscenze basate sulle loro esperienze, arrivando ad una più effettiva cura della salute mentale.

Il programma prende il via dal quadro fosco che la realtà mondiale presenta e lavora per offrire una risposta, quella possibile .

Più di 50 nazioni sono state danneggiate da violenze di massa durante guerre, conflitti etnici, tortura e terrorismo. Attualmente ci sono oltre 40 milioni di individui che sono stati forzatamente allontanati dalle loro case. Milioni di individui stanno attualmente subendo le conseguenze, in tema di salute e salute mentale, della violenza umana.

Recenti studi scientifici hanno rivelato l'enorme impatto sulla salute mentale dell'aggressione umana nelle funzioni quotidiane degli individui colpiti.

Questo grande numero di individui colpiti non può essere più ignorato dalla comunità internazionale nella ripresa sociale ed economica delle società belliche o post-belliche.

Le risorse locali devono essere utilizzate in una maniera culturalmente efficace per promuovere la guarigione nelle diverse aree di conflitto o post-conflitto che ci sono in Asia, Africa, America Latina, Medio Oriente e Europa dell'Est. Sfortunatamente esistono molte barriere all'uso di risorse e professionisti locali. In molte società medici professionisti, ospedali e pazienti sono stati obiettivi di distruzione, così riducendo gravemente il numero di professionisti ed istituzioni per la cura della salute.

Le riserve di medicinali sono spesso estremamente limitate se non addirittura indisponibili. Il sistema che resta è sopraffatto dai casi di stress mentale legato a violenza sessuale e tortura. Precedentemente al conflitto la maggior parte delle società aveva limitata esperienza con la medicina psichiatrica e le pratiche psichiatriche occidentali, per cui le comunità si avvalevano principalmente di guaritori tradizionali e di un sistema di cura della salute mentale primitivo. Fino a oggi le pratiche di salute mentale più effettive e scientificamente basate sono poco conosciute in questi ambienti.

Pubblicato il: 18/09/2003

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