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Un patto tra maggioranza e minoranza: la condivisa convinzione dell'assoluta legittimità degli atti

Un altro Consiglio comunale disegnato come quello di fine luglio non serve a nessuno, se non come esperienza negativa, se qualcuno avesse voglia di imparare. Gli amministratori devono avere la sicurezza che c'è da discutere soltanto l'opportunità delle azioni amministrative e non certo la loro aderenza alla legge

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Le considerazioni che hanno espresso sui loro "corsivi" Pier Luigi Leoni e Massimo Gnagnarini suggeriscono un'idea catastrofica delle condizioni in cui verserebbe il Comune di Orvieto. 
Le soluzioni per uscirne dignitosamente non sembra che ci siano e il fallimento è alle porte. Debiti fuori bilancio e atti della precedente amministrazione presunti illegittimi stanno inquietando la nuova Amministrazione minoritaria e la maggioranza. Incombe, sembra, la possibilità di "riconsegnare i libri contabili" e rassegnarsi al commissariamento o vendere la Piave e pagare i debiti.
Ho ritenuto l'Amministrazione Mocio incapace di governare la città e ho stigmatizzato spesso la leggerezza delle "annunciazioni" a cui non facevano seguito "realizzazioni", ma sembra che siamo addirittura in un cul de sac. Non so quali conti abbiano visto Leoni e Gnagnarini, ma  le cifre di cui parlano e gli scenari rappresentati sono gli stessi evocati da Conticelli e  Cortoni nel passato.
Anche se la situazione fosse meno grave di quanto valutato e l'assessore Romiti facesse qualche "magheggio", c'è comunque poco da banchettare.
Che fine faranno la complanare, la variantina di Sferracavallo,  il casello Orvieto nord, il museo della ceramica, la Nuova biblioteca comunale, la stagione teatrale, Umbria Jazz Winter, tanto per citare azioni amministrative considerate strategiche dai precedenti governi e qualificanti la città? e del casermone e dell'ex ospedale, su ci volevamo giocare il futuro di Orvieto, quando se ne parla?

Qui ci vuole una strategia ed è necessario che maggioranza e minoranza ce la spieghino, se ce l'hanno. A partire da questioni di fondo, come la "fiducia" nella assoluta legalità di ogni atto.

Un altro Consiglio comunale disegnato come quello di fine luglio non serve a nessuno, se non come esperienza negativa, se qualcuno avesse voglia di imparare.
Con la situazione che c'è, non può diventare metro degli atteggiamenti dell'avversario e dei propri una commissione in più o in meno. Così non ci sarà speranza, perché senza disponibilità diventa prevalente soltanto l' interesse di parte.
Se anche in prossimi consigli si ritira fuori l'illegittimità degli atti, bisogna avere il coraggio di procedere fino in fondo e denunciare alla magistratura contabile le irregolarità, per tutelate tutto il Consiglio rispetto alle azioni degli amministratori e dei funzionari che le hanno compiute.
Còncina non può governare con l'astensione della sua minoranza e il voto della maggioranza-opposizione e il presidente Frizza ha il dovere di tutelare i consiglieri comunali senza laurea in giurisprudenza o esperienza trentennale in procedure amministrative.
Deve funzionare Giunta e apparato, Consiglio comunale e commissioni, con la sicurezza che c'è da discutere soltanto l'opportunità delle azioni amministrative e non certo la loro aderenza alla legge, che deve essere garantita da funzionari e segretario generale.
Che meccanismo si instaurerebbe se assessori e consiglieri avessero bisogno di un loro consulente per votare in sicurezza? che rapporto si costituirebbe tra amministratori e apparato? quale pratica farebbe un passo avanti senza controlli incrociati e tutele legali? chi potrebbe amministrare o eseguire senza fidarsi del corrispondente politico o amministrativo?
Come fanno i consiglieri di governo che si sono opposti ad una deliberazione ritenuta "illegittima" a fidarsi ora di chi l'ha istruita? e le prossime deliberazioni? e i cosiddetti debiti fuori bilancio, chi ha permesso che fossero invisibili?

Questo della "legittimità" degli atti pregressi e futuri è un nodo chiave, più di quello politico, da sciogliere subito.
Il Consiglio comunale non è il foro per arringhe di avvocati e esperti in diritto amministrativo, ma luogo di visione strategica e di gestione del bene pubblico. La regolarità degli atti non dovrebbe neppure apparire tra i temi in discussione.
Se non sarà così, non sarà nulla.
San Pietro Parenzo, aiutaci tu.

Pubblicato il: 04/08/2009

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