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PD. La corsa di Bottini comincia da Orvieto

Venerdì scorso si è tenuta l' iniziativa pubblica di presentazione della mozione Bersani a Palazzo dei Sette con il candidato alla segreteria del PD dell'Umbria Lamberto Bottini, il responsabile del programma on. Walter Tocci, il deputato e coordinatore del PD di Orvieto Carlo Emanuele Trappolino e il responsabile della mozione Bersani per l'Orvietano Enrico Brugnoli

di ufficio stampa mozione Bersani

ORVIETO - Comincia da Orvieto la corsa di Lamberto Bottini alla segreteria del PD umbro.  La scelta del luogo non è casuale: la città del tufo, passata al centrodestra dopo 64 anni di ininterrotto governo progressista, ricapitola suo malgrado la necessità di ricostruire il progetto del Partito Democratico su basi solide, riconoscendo senza esitazioni le cose che vanno corrette.

Ai sostenitori orvietani della mozione Bersani, riunitisi ieri sera a Palazzo dei Sette nonostante l'incombere dell'afa,  Lamberto Bottini - preceduto dagli interventi di Enrico Brugnoli e dell'on.Carlo Emanuele Trappolino -  ha aperto soffermandosi sul bisogno di dare un "senso a questa storia", cioè a quel Partito Democratico che è, e resta, la più grande intuizione degli ultimi vent'anni. Dare un senso significa anche dire ciò che sei e cosa ti propone di fare. Ma senza l'intreccio tra  ragioni e passioni, storia e futuro, valori e organizzazione - ha ragionato Bottini - non si accede a quella forma di identità che ti consente di essere riconosciuto e di poter essere un partito utile: utile non ai dirigenti, non a chi sta dentro ma alla società.  Perché la "ragione sociale" del Partito Democratico  - ha precisato il candidato segretario del PD umbro - si trova là fuori, in mezzo alla gente, ai lavoratori dipendenti e autonomi, al mondo delle imprese.

Da qui la necessità di poter contare su un'organizzazione stabile, in cui si rimettano in circolo iscritti ed elettori per fare un partito riformista, popolare, aperto e laico; che ha memoria del passato e guarda al futuro, che ha una vita democratica fertile,  garantita da regole semplici  e dalla trasparenza delle decisioni. Un partito diffuso, legato al territorio, che non esaurisce la sua funzione nella rappresentanza istituzionale e di governo, ma elabora proposte, fa cultura, promuove feste, "dà sale" alla vita democratica.

L'Umbria - ha proseguito Bottini - è in grado di cogliere pienamente le opportunità  del cambiamento che sta trasformando il modo di produrre, di abitare e di vivere del mondo. Ecco dunque che dalla nuova economia "verde", dalla ricerca e dalla formazione universitaria, dai settori più avanzati del manifatturiero dell'Umbria, dai valori territoriali e paesaggistici, dall'agroalimentare a dallo straordinario complesso di beni ambientali, storici e artistici, possono riprendersi i fili di una "nuova narrazione". Una "nuova narrazione" capace di declinare i temi del lavoro e della sua dignità; della responsabilità sociale dell'impresa verso l'ambiente, i lavoratori i cittadini; di un nuovo welfare dei diritti per far fronte alle sfide della modernità  irrobustendosi laddove è più forte il bisogno di protezione e promozione sociale.

Walter Tocci, responsabile del programma della mozione Bersani, nel suo intervento ha fissato i due punti focali della mozione dell'ex ministro dello Sviluppo Economico: abbattere la disuguaglianza e riattivare la mobilità sociale. La missione è formidabile: rimettere in movimento la società italiana eliminando le bardature che la paralizzano,  attraverso un partito consapevole del fatto di non poter fare "tutto da solo" coltivando l'illusione di trarre la forza del cambiamento dalla leadership e dalla suggestione mediatica; attraverso un partito riconoscibile per via di una sua "anima" e in grado di proporre e costruire una nuova storia assieme al mondo del lavoro, a quello delle imprese, a chi produce sapere e conoscenza e a chi deve essere tutelato, accompagnato e sostenuto.

Importante il passaggio dedicato alle primarie, strumento, a detta di Tocci, che deve diventare un punto di forza del nuovo partito e non di debolezza. Bisogna chiarirne - ha affermato - con maggior precisione le regole e le modalità di svolgimento, anche per evitare che qualcuno possa, dall'esterno, turbarne i risultati.

Dobbiamo passare - ha continuato il responsabile del programma - dall'io al noi, dal leaderismo ad una classe dirigente diffusa, competente, mossa da passioni politiche autentiche, sobria e dotata di senso etico. Con l'obiettivo di costruire il Partito Democratico e poi consegnarlo, con una più definita  identità, con regole e una missione storica, ad una nuova generazione. Perché ciò che il Pd aveva di meglio da dire agli italiani - ha concluso Walter Tocci citando uno degli incipit più belli della mozione - non lo ha ancora detto.

Pubblicato il: 02/08/2009

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