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Il notaio Pongelli agli arresti domiciliari

Il notaio Alessandro Pongelli non si pente e, a distanza di tre anni, torna "in manette" per non aver versato le imposte degli atti allo Stato, in una parola: peculato

ORVIETO - Il notaio Alessandro Pongelli non si pente e, a distanza di tre anni, torna "in manette" per non aver versato le imposte degli atti allo Stato, in una parola: peculato. Lo stesso reato che, nel 2006, gli è costato gli arresti e, nel 2007, un patteggiamento a un anno e 11 mesi con la condizionale. Stavolta a mettere nei guai il professionista orvietano che, dopo la bufera giudiziaria, era tornato praticamente quasi subito al lavoro (all'epoca venne interdetto dalla professione per un paio di mesi), è stata una cifra più contenuta rispetto ai 900mila euro che aveva sottratto o aveva tardato a versare tra il 2004 e il 2006: 200mila euro di imposte, derivanti in tutto da una decina di atti.

L'ammontare della somma, tuttavia,  poco cambia rispetto alla gravità del reato. È così che, nella giornata di martedì, Pongelli è stato messo agli arresti domiciliari nel suo appartamento del centro storico, dietro indagine della guardia di finanza. Erano stati sempre i finanzieri ad arrestarlo nel 2006. All'epoca la segnalazione giunse dall'ordine notarile di Terni, mentre alcuni funzionari dell'ufficio delle Entrate, sebbene poi assolti, passarono guai giudiziari, per non aver tempestivamente segnalato i mancati versamenti. Stavolta, invece, secondo quanto è affermato in una nota della procura, l'indagine sarebbe partita proprio su segnalazione dell'Agenzia delle Entrate alle fiamme gialle.

Quanto alle modalità con cui Pongelli avrebbe ritardato i pagamenti, il magistrato titolare del fascicolo, il procuratore capo Francesco Novarese non fornisce indicazioni ulteriori, limitandosi ad affermare che Pongelli "aveva fruito di una sentenza con pena patteggiata mite per lo stesso grave reato nel 2007, ma aveva proseguito nel suo intento, affinando le modalità per sottrarre l'importo delle imposte da versare allo Stato, nonostante avesse ricevuto dal cliente il pagamento della somma dovuta". Il notaio adesso sarà sentito, già a partire dalle prossime ore. La sua posizione è piuttosto grave: con la recidiva, rischia grosso dal punto di vista giudiziario, considerando che ha alle spalle un patteggiamento per lo stesso reato a un anno e 11 mesi. Per non parlare dell'ordine notarile dal quale rischia seriamente di essere radiato.

Da quanto emerso fino a questo momento, non ci sarebbero ad oggi somme non versate bensì somme versate in ritardo, ovvero oltre il termine previsto per legge dei trenta giorni dalla stipula dell'atto. "Il notaio - specifica la procura nella nota - ha l'obbligo di chiedere la registrazione dell'atto e versare le relative imposte entro 30 giorni dalla redazione e può rifiutarsi di redigere l'atto, se le somme non sono pagate dal cliente, mentre le stesse sono da considerare pecunia pubblica giacché, secondo la più accreditata dottrina e giurisprudenza, è responsabile d'imposta". Le indagini, corroborate da una serie di accertamenti bancari, sono tuttora in corso. 

Pubblicato il: 30/07/2009

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