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Bilancio comunale di Orvieto. Accertare le responsabilità

Il circolo dell'IdV di Orvieto chiede, per affrontare la crisi finanziaria del Comune, un patto con i cittadini impostato su legalità e trasparenza

di Circolo IdV di Orvieto

Il quadro complessivo della grave situazione finanziaria del Comune di Orvieto, evidentemente causata da errori e cattiva gestione della finanza comunale da parte non solo dell'ultima gestione Mocio, ma anche della precedente Amministrazione Cimicchi, non è più un fatto opinabile ma una certezza. I cittadini ne avevano sentore: si sono susseguiti interventi
allarmati ma inascoltati di alcuni politici e della società civile, quelli di funzionari comunali. Ad essi si sono aggiunte le improbabili affermazioni di difesa di molti amministrazioni comunali sulla regolarità e la tranquillità della situazione finanziaria locale. Poi sono arrivati gli articoli sui debiti fuori bilancio vecchi o nuovi, le operazioni tecniche di maquillage nei bilanci. Oggi il quadro d'insieme rende incontestabile la
gravità della situazione.

L'alienazione dei beni patrimoniali pubblici, che non è servita a risolvere i problemi, è stata una scelta che aumenta la gravità della situazione, mettendo a nudo l'incapacità delle forze di governo locale. Molto di quello che in tanto tempo, con sacrifici e buon governo era stato accumulato come bene della Comunità, è stato disperso in pochi anni. Oltretutto nulla si è
fatto per mettere al corrente la cittadinanza di questa situazione, nella speranza, evidentemente, che tutto potesse essere messo a tacere in modo da non mettere in discussione scelte evidentemente sbagliate e le loro responsabilità.

L'Idv si augura che finalmente possa essere sollevato il coperchio che ha impedito ai cittadini orvietani di essere perfettamente consapevoli dello stato delle finanze locali, compreso il tema altrettanto tragico dei derivati e dei debiti ulteriori che potranno aggiungersi alla nostra comunità da quel meccanismo perverso che nasce negli anni della cosiddetta
"finanza creativa" e che qui da noi ha evidentemente trovato terreno fertile.

Dobbiamo conoscere nella forma più aperta e trasparente, lo stato delle cose. Dobbiamo assumere la legalità come criterio guida, riaffermando il principio disatteso che ha consentito di alienare gran parte dei beni pubblici senza avere prima chiarito pubblicamente se il buco del bilancio o i debiti potessero essere derivati da scelte sbagliate o di cattiva amministrazione.

E' un compito molto gravoso per chi amministra, ma è una "operazione verità" che riteniamo non possa essere disattesa.

Infine c'è un tema politico di portata nazionale da non dimenticare. Se tutte le Amministrazioni sono in questo stato di, diciamo così, spensieratezza finanziaria, qual è il futuro del nostro Paese? Avere annullato ogni controllo sulla capacità di buon governo a partire dalla finanza locale ha prodotto questi risultati che rasentano l'anarchia amministrativa? Questo in un quadro legislativo che, con le accresciute competenze del Sindaco, ne fa praticamente entità individuale e autoreferenziale del governo locale.

Ci sembra che oltre a preoccuparsi, in tanti casi anche giustamente, della efficienza degli impiegati pubblici, sarà l'ora anche di preoccuparsi di queste altre materie.

Pubblicato il: 27/07/2009

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