Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

'La nostalgia languida dell'ombra'. Il nuovo romanzo di Fabio Cerretani


In "La nostalgia languida dell'ombra" c'è la borghesia provinciale e gretta che conosciamo e che siamo. C'è Orvieto e gli orvietani, gli anni Sessanta ed oggi. Una lettura piacevole questo romanzo, leggero come la penna di Cerretani, struggente come i ricordi, amaro

foto di copertina

di Dante Freddi

Qualsiasi riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.
La rituale formula che disimpegna da qualsiasi responsabilità è obbligatoria per un orvietano che ha conosciuto quegli anni Sessanta e forse alcuni personaggi di questo romanzo ambientato ad Orvieto.

In "La nostalgia languida dell'ombra" c'è la borghesia provinciale e gretta che conosciamo e che siamo. E' mossa da Fabio Cerretani con straordinaria agilità e parla in un italiano che diventa dialetto orvietano quando esprime rabbia o foga o quotidianità. Abbiamo dimestichezza con gli ambienti, gli odori, la mentalità, le espressioni le parole di quarant'anni fa e di oggi, che Cerretani ci disfà innanzi con leggerezza.
Il racconto si snoda veloce e i personaggi sono abbozzati in modo da lasciare al lettore un'ampia possibilità di definizione, di metterci del suo, di colorarli.
Ma per uno di qui, ai primi accenni appare già un'immagine conosciuta, un luogo, un nome, un volto, una storia, che vale per noi più che per altri lettori. Ma sono anche volti e storie della provincia umbra e italiana,  di tutti quei posti dove, tra i pochi interessi che si possono coltivare, ci sono "le magnate e la celletta".
Nel romanzo di Cerretani non c'è il popolo, che è soltanto un coro presente ma non rappresentato, che è la "gente" che parla, che dice di roba e di corna, a cui tutti i personaggi sono attenti perché è lì fuori a giudicare, a pesare e a determinare il valore di persone e cose e vite.
Una lettura piacevole questo romanzo, leggero come la penna di Cerretani, struggente come i ricordi, amaro. Risveglia il dolore dell' impotenza di fronte ad una società che non siamo capaci di migliorare, a cui siamo rasseganti e che  con qualche spocchia  chiamiamo "orvietanità".

Postfazione di Sergio Pent

Ambientata nella provincia umbra all'epoca dell'alluvione del 1966, è la storia della tresca tra un compassato latinista e una smaliziata insegnante di matematica, professori del liceo locale, la cui torbida passione ne sconvolge le vite tranquille e mediocri. In un clima di apprensione generale per le inondazioni che devastarono l'Italia Centrale, nell'atmosfera cupa che fa da sfondo alle scorribande nel sottosuolo della città etrusca alla ricerca di reperti da trafugare, nell'omicidio della donna e nella scomparsa del suo amante in un pozzo ipogeo, si possono leggere compiuti presagi di una più vasta "morte" annunciata.

FABIO CERRETANI (Orvieto, 1956) vive a Prato. Ha pubblicato tre romanzi: Le ragazze del Delta (Angolo Manzoni, 2002, segnalato al Premio Calvino 2002, dal quale è stato tratto un soggetto cinematografico nell'ambito del progetto "Book Film Bridge" al Salone del Libro di Torino del 2004), Finis Terrae (Angolo Manzoni, 2003) ed Effetto albatro (Robin, 2007). Di lui è stato detto: «Cerretani, più che una promessa di cui nessuno si è accorto, è una bella certezza che invitiamo a scoprire senza ulteriori ritardi» (Sergio Pent, La Stampa/Tuttolibri).

"Nostalgia languida dell'ombra" è pubblicato da Ilisso nella collana Contremporanei

Pubblicato il: 27/07/2009

Torna alle notizie...