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Acas. 'Una bomba ad orologeria in mano alla Regione'

Franco Zaffini, capogruppo Pdl in Regione, commenta gli ultimi risvolti che ha portato anche l'agenzia delle Entrate ad emettere un fermo amministrativo per 5,5 milioni di euro sui crediti dell'azienda orvietana

ORVIETO - "La vicenda relativa alla colossale evasione fiscale dell'Acas service si sta rivelando una bomba ad orologeria in mano alla Regione che ora si troverà persino a dover risarcire il fisco per la situazione debitoria in cui versa l'azienda". Franco Zaffini, capogruppo Pdl in Regione, commenta gli ultimi risvolti che ha portato anche l'agenzia delle Entrate ad emettere un fermo amministrativo per 5,5 milioni di euro sui crediti che l'azienda vanta nei confronti degli enti pubblici con cui ha contratti in corso, quindi anche con la Regione dell'Umbria. Acas presta servizi di call center e front office per la Asl 1 di Città di Castello, la Asl 4 di Terni e la Asl 2 di Perugia e per tutta l'azienda ospedaliera di Perugia. Il consigliere regionale punta il dito sull'esecutivo reo di non essere intervenuto prima, quando suonavno i campanelli d'allarme. "La situazione ambigua dell'azienda - tuona Zaffini - era stata denunciata, con un'interrogazione, dal sottoscritto oltre un anno fa. Oggi l'indifferenza mostrata dall'esecutivo regionale per tutto questo periodo sfocia nella duplice e pericolosa conseguenza di lasciare a casa senza stipendio i lavoratori e di mandare in tilt il servizio dei Cup in Umbria". "Il legittimo provvedimento dell'agenzia dell'entrate che gode di diritto prioritario rispetto al patrimonio di Acas - spiega ancora Zaffini - impedisce, di fatto, che le risorse impegnate per pagare i sevizi dell'azienda siano utilizzate per corrispondere le retribuzioni ai dipendenti, come ipotizzato, sinora, dagli assessori Riommi e Rosi". "Per più di un anno - accusa il consigliere - l'amministrazione regionale ha fatto orecchie da mercante ed ha continuato a erogare i compensi di Acas service, sebbene le avvisaglie di uno stato amministrativo - patrimoniale poco trasparente ci fossero tutte". Intanto, in relazione alla vicenda, è stato ascoltato dal comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull'amministrazione regionale, Mario Conte, l'amministratore delegato di Webred, capofila del consorzio di aziende che gestiscono i cup dell'Umbria. Conte ha spiegato ai componenti del comitato che "esiste una associazione temporanea di imprese (Ati) tra Acas e Webred, creata allo scopo di gestire una serie di servizi per Asl e Aziende ospedaliere. La Ati scadrà il 31 agosto e dal 1 settembre Webred subentrerà nella gestione di tutti i servizi, in quanto società in house della Regione Umbria". Conte ha poi spiegato che circa 90 dipendenti della Acas svolgono funzioni inerenti enti umbri, mentre le attività dei restanti 110 (circa) sono rivolte ad utenze extraregionali (Sicilia e Lazio soprattutto). Nell'ambito della Ati, era Webred a fatturare i servizi svolti ed a incassare i compensi, che poi venivano suddivisi tra le due società. A seguito di una istanza di pignoramento della guardia di finanza, relativa all'inchiesta in corso, Webred non verserà più le quote alla Acas, ma alla Agenzia delle entrate, che vanterebbe un consistente credito verso Acas. Sappiamo - ha concluso Conte - che sono in corso trattative ed è stato aperto un tavolo istituzionale per affrontare la questione dei lavoratori dell'azienda chenon gestiscono servizi per l'utenza umbra e che quindi ranno trovare una differente collocazione, ma questo non è di competenza di Webred".

Pubblicato il: 25/07/2009

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