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Oltre il 60% delle pmi di Orvieto è in sofferenza finanziaria

A denunciare la situazione di allarme è Confapi Terni che chiede interventi urgenti alle istituzioni locali e alle banche. Lunga la lista dei creditori del Comune di Orvieto

ORVIETO - Oltre il 60% delle pmi di Orvieto è in sofferenza finanziaria. Motivo: i clienti non pagano, siano essi pubblici o privati. A denunciare la situazione di allarme è Confapi Terni che chiede interventi urgenti al Governo, ma anche alle istituzioni locali.

Confapi - rifacendosi alle parole di Lamberto Cardia presidente della Consob che parlando a Milano ha affermato che "gran parte delle imprese medio-piccole, potrebbe correre rischi di asfissia finanziaria" - segnala sul territorio "una situazione ormai al limite". Una sofferenza che deriva, soprattutto in questi ultimi mesi, da una carenza di liquidità dovuta al mancato pagamento dei crediti. "Il sistema - afferma il presidente di Confapi Terni, Carlo Salvati a nome degli iscritti di Orvieto - rischia lo stallo". "Nell'Orvietano stiamo assistendo giorno dopo giorno ad un crescendo delle difficoltà nelle piccole e medie industrie. Su 1800 realtà oltre il 60% è in grave sofferenza e ad oggi l'assenza di prospettive risolutive, sta gettando gli imprenditori in una profonda incertezza, poiché - afferma Salvati - sono proprio le nostre pmi ad essere esposte ai rischi maggiori".

Un forte appello pertanto Confapi Terni, che ad Orvieto è operativa con una propria sede e conta parecchi iscritti, intende rivolgerlo alle istituzioni locali affinchè "mettano in campo, in tempi rapidi e certi, i necessari strumenti per fronteggiare la crisi: in primis la velocizzazione dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e seri sostegni ai fondi di garanzia gestiti dalle associazioni di categoria". Come noto la lista dei creditori del Comune di Orvieto è lunghissima: la questione sembra destinata ad essere una delle prime spine per il neo sindaco.

"La stasi del periodo estivo - afferma Salvati - e le prossime scadenze fiscali lanciano serie preoccupazioni per la ripresa di settembre che in assenza di provvedimenti tempestivi, mostrerà pesantemente le conseguenze della congiuntura sfavorevole".

"Ciò che occorre - prosegue Salvati - è una soluzione concertata che, da un lato, possa favorire il ripristino naturale del sistema, con la ripresa puntuale dei pagamenti e, dall'altro, presentare un credito più flessibile e pronto a sostenere le aziende". Un appello ancora più forte infatti Carlo Salvati lo rivolge proprio agli istituti bancari, "perché l'attuale sbarramento del credito che non offre alternative alla sopravvivenza stessa delle aziende, venga allentato e vengano offerti prodotti finanziari capaci di traghettare le aziende fuori dalla crisi che sta toccando, in queste settimane, uno dei momenti più acuti".

Pubblicato il: 15/07/2009

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