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SULLE ROTTE DELL'IMMIGRAZIONE

I due documentari di Andrea Segre, che verranno proiettati sabato 11 luglio a Orvieto, offrono la possibilità di osservare un fenomeno di cui poco o nulla viene fatto trapelare a causa delle enormi responsabilità anche a carico dei nostri governi 

"Storie di rifugiati che, dopo il deserto e il mare, hanno smesso di nascondersi, e sono usciti allo scoperto, per camminare a testa alta, come un uomo sulla terra. Storie di rifugiati che accusano senza mezzi termini la polizia libica di violenze e torture nei campi di detenzione finanziati dall'Italia. Storie che ribaltano i ruoli. E fanno delle migliaia di clandestini che sbarcano sulle nostre coste, altrettanti testimoni di un durissimo atto d'accusa. Troppo spesso infatti il dolore viene rimosso subito dopo l'arrivo a Lampedusa, viene vissuto come un dramma privato, coperto dall'onta. E invece non può non essere un dramma collettivo. Per il numero di persone coinvolte (oltre 50.000 deportati l'anno) e per le chiare responsabilità dell'Italia.". Così il giornalista Gabriele Del Grande descrive sul blog di comeunuomosullaterra i due documenatri, girati nel 2006 e nel 2008 seguendo le tratte dell'emigrazione africana attraverso la Lybia per arrivare a Lampedusa. L'approvazione del pacchetto sicurezza, recentemente passato al Senato e i respingimenti verso la Lybia rendono necessaria una riflessione e una presa di coscienza di carattere collettivo.
I due documentari di Andrea Segre, che verranno proiettati sabato 11 luglio a Orvieto, offrono la possibilità di osservare un fenomeno di cui poco o nulla viene fatto trapelare a causa delle enormi responsabilità anche a carico dei nostri governi.

A Sud di Lampedusa
di Andrea Segre in collaborazione con Stefano Liberti e Ferruccio Pastore
E' stato realizzato da Andrea Segre nel deserto del Sahara, in Niger, nel maggio 2006. Il video documenta le difficoltà dei viaggi nel deserto e raccoglie le testimonianze dei migranti stagionali arrestati in Libia e abbandonati alla frontiera nigerina. Catturati durante retate della polizia e detenuti in condizioni degradanti per poi essere deportati. Uno di loro racconta che i detenuti del campo di Sabha sono costretti ai lavori forzati per costruire il nuovo commissariato della polizia.

Come un uomo sulla terra
di un film di Riccardo Biadene, Andrea Segre, Dagmawi Yimer
Realizzato nel 2008, parte dalla testimonianza diretta di Dagmawi Yimer, ragazzo etiope emigrato nel 2005 a causa della forte repressione politica nel suo paese. Il documentario, che raccoglie i racconti dei compani di viaggio di Dag, cerca di fornire delle risposte a domande che a volte non ci facciamo: cosa accade a chi cerca di raggiungere le coste italiane attraverso la Lybia, cos'è e come funziona il patto bilaterale tra i due paesi, chi sono e che tipo di viaggio devono affrontare i migranti che dall'Africa cercano di raggiungere l'Europa, a patto che il mare non decida di fermarli prima?

Stando alle stime riportate dal blog fortresseurope.blogspot.com le vittime
"di frontiera" dal 1988 ad ogi sarebbero state 14.679 morti documentate, tra cui si contano 6.328 dispersi.

"Nel Canale di Sicilia sono morte almeno 4.099 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia (da Zuwarah, Tripoli e Misratah), dalla Tunisia (da Sousse, Chebba e Mahdia) e dall'Egitto (in particolare la zona di Alessandria) verso le isole di Lampedusa, Pantelleria, Malta e la costa sud orientale della Sicilia, ma anche dall'Egitto e dalla Turchia alla Calabria. Più della metà (2.982) sono disperse. Altri 126 giovani sono annegati navigando dall'Algeria (Annaba) alla Sardegna."

Le proiezioni avranno luogo presso il Centro di documentazione popolare sito in via Magalotti 20 Orvieto ( TR) a partire dalle ore 19.00.

A seguire cena sociale a sostegno delle attività del Centro stesso.

Per info http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/

http://antifascistiorvieto.blogspot.com/

 

Pubblicato il: 10/07/2009

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