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Broker 'infedele', ammanchi già dal 1998

Lo sostiene la procura che indaga su Sabatini. Tutti gli altri casi giudiziari: dall'operaio dell'Aman morto nel tombino a Montecchio a Tabula Rasa, dal bar Hescanas ai Cingnelli Procura. Personale all'osso, tornano ad accumularsi i fascicoli sulle scrivanie

ORVIETO - La distrazione dei risparmi dei clienti non sarebbe stata una cosa così recente per il promotore finanziario Luigi Sabatini, da mesi al centro di una bufera giudiziaria per aver fatto sparire nel nulla, a quanto pare, oltre un milione di euro.

 

La procura di Orvieto sostiene che ammanchi nei conti della clientela di Sabatini si sarebbero registrati sin dal lontano 1998 - '99, quando cioè il promotore finanziario, all'epoca anche sindaco a Montecchio, era agli inizi della sua carriera in Mediolanum. Un particolare questo che aggraverebbe anche la posizione della banca che, in tutto questo arco temporale (i reati precedenti al 2003 si sono prescritti), non si sarebbe mai accorta di nulla. I nuovi dettagli sulla vicenda sono emersi nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri mattina dal procuratore capo Francesco Novarese (nella foto), sugli ultimi mesi attività degli uffici giudiziari della Rupe.

 

Novarese ha tenuto a sottolineare che in questa fase sta riservando particolare attenzione alla salute pubblica, citando a questo proposito la recente indagine dei carabinieri che ha portato all'arresto di Daniele Cavalloro e il temporaneo sequestro, a maggio, del bar Hescanas, dove per le irregolarità riscontate e poi sanate da ingenti lavori, per la procura, sussistevano ragioni di preoccupazione per la salute pubblica. Previsti ulteriori controlli dei Nas che non tralasceranno le sagre. Mentre, ad esempio, è stata confermata l'assenza di rischio per la popolazione a seguito del rogo della Romana Farine. Il fascicolo resta comunque aperto per appurare le cause dell'incendio e se l'eternit fosse stato messo in sicurezza. In caso contrario il rischio di esposizione all'amianto sussisterebbe per chi era sul posto al momento del rogo. Ancora tutto appurare, insomma. Se ne saprà di più alla chiusura dell'indagine.

 

E ancora: i morti sul lavoro. La procura sta andando a fondo sulla morte del pensionato, Giovancarlo Carli schiacciato da una rotoballa e dell'operaio dell' Aman, Angelo Quadraccia. In entrambi i casi si risconterebbero gravi irregolarità. Quadraccia morto annegato in 60 centimetri d'acqua non doveva eseguire l'intervento da solo e inoltre sarebbe stata irregolare la collocazione in basso della margherita del pozzo.

 

Infine, dopo indagini su indagini, è stato archiviato il caso Cignelli, la famiglia decimata dal rogo della fabbrica di fuochi d'artificio di Castiglione in Teverina. Le gravi omissioni che avrebbero determinato l'esplosione (presenza di cellulari, inneschi attivi, pinzatrici metalliche, polveri piriche di provenienza illecita) sarebbero da ricondurre al proprietario deceduto nel rogo. E pertanto l'inchiesta è considerata, ormai, ufficialmente chiusa.

Pubblicato il: 09/07/2009

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