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A fuoco la Romana Farine

Sono andati bruciati 40mila quintali di fieno e mangime. Bruciati due capannoni. Perdite per un milione di euro. L'Arpa sta lavorando per verificare eventuai danni all'ambiente e all'aria prodotti dai tetti di eternit andati a fuoco. Sul grado di pericolosità nessuno si sbilancia LE FOTO DELL'INCENDIO

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ORVIETO - Ieri mattina gli abitanti di Sferracavallo si sono svegliati sotto un dito di cenere e pulviscolo: 40mila quintali di fieno e mangime pari a 1500 quintali di foraggio, intorno alla mezzanotte di martedì, sono andati in fiamme, e continuano tuttora a bruciare, alla Romana Farine di Bardano. A fuoco due capannoni: uno di 1500 metri quadri, l'altro di circa 3mila metri (bruciato per almeno la metà). Il danno per l'azienda di foraggio e concimi è enorme. Si calcola perdite per oltre un milione di euro. Sconosciute ancora, per il momento, le cause del rogo. Tuttavia quello che più preme alla collettività è il rischio per la salute pubblica, una preoccupazione che, nella giornata di ieri, sulla Rupe e nelle frazioni, ha scatenato una vera e propria psicosi. Le coperture dei capannoni, letteralmente divorate dalle fiamme, erano costituite, infatti, per larga parte, di eternit.

Bruciando, come noto, la mistura di cemento e amianto disperde sostanze tossiche altamente nocive. Pertanto, adesso, ci sono da verificare una lunga serie di elementi, allo scopo di accertare se ci siano o meno motivi di concreto allarme per la popolazione. In primis, è da capire se le coperture erano state "incapsulate", come si dice tecnicamente, un trattamento che evita la dispersione dell'amianto. C'è poi da verificare la quantità di amianto contenuta nell'eternit delle coperture. Un dato questo che dipende molto dall'età delle coperture stesse, dato che l'amianto è fuorilegge dal 1992.

Degli aspetti più tecnici, si sta occupando l'Arpa che, ieri mattina, dopo il primo intervento di protezione civile e vigili del fuoco arrivati sul posto con squadre da Terni e da Orvieto (l'attività di spegnimento è tuttora in corso), ha provveduto a prelevare campioni di aria e di materiale dalla copertura. "Non avremo dati a disposizione fino a domani (oggi per chi legge, ndr) per stabilire il grado di rischio", spiega il coordinatore dell'Arpa Umbria, Fabio Mariottini. L'Arpa ha avviato tutti i monitoraggi del caso.

"Sono stati posizionati radielli per la qualità dell'aria per indagini a breve e a lunga scadenza - spiega Mariottini - e deposimetri al suolo per rilevare la dispersione nel terreno. Le condizioni meteo possono rappresentare una variabile importante, in questi casi, in quanto se piovesse la dispersione nell'aria sarebbe molto minore e le sostanze si fisserebbero a terra".

Sul grado di pericolosità, però, nessuno si sbilancia. Ieri pomeriggio, sul posto, si è recato anche il magistrato che ha voluto un incontro con gli inquirenti (indagano carabinieri e vigili del fuoco) ma anche con i servizi di igiene pubblica della Asl. Per il momento, non sono stati presi provvedimenti particolari. La zona, però, è stata delimitata e sottoposta a sorveglianza.

Sulle cause, gli inquirenti non si sbottonano. Fino a che le fiamme non saranno domate non potrà dirsi nulla di preciso. Una delle ipotesi più probabile per spiegare il rogo sarebbe l'autocombustione, scatenata dalla fermentazione del fieno, ma non è escluso neanche il dolo.

 

 

Pubblicato il: 25/06/2009

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