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Centrosinistra. Ha perso una classe dirigente divisa e litigiosa

È questo il mea culpa che si recita negli ambienti del centrosinistra, insieme ad una serie di accuse, di veleni e di tensioni che ormai lasciano il tempo che trovano

di Stefania Tomba

ORVIETO - Non ha vinto il centrodestra, ma ha perso il centrosinistra. Ha perso una classe dirigente, divisa e litigiosa, che non ha saputo interpretare in maniera credibile l'aspettativa di rinnovamento che veniva avanti da tempo nella società orvietana. È questo il mea culpa che si recita negli ambienti del centrosinistra, insieme ad una serie di accuse, di veleni e di tensioni che ormai lasciano il tempo che trovano. Inutile guardarsi indietro. Le responsabilità del Pd, però, sono pesanti e le interpretazioni cambiano, come è ovvio, a seconda della prospettiva.

Da un lato, la Stella rischia di passare da capro espiatorio, quella che avrebbe voluto per forza le primarie, portando alle estrema conseguenza le spaccature all'interno del partito, fino all'attuale debacle. La lettura, di chi magari sotto i baffi sorride anche compiaciuto, è impietosa. Ma oltre a quella c'è un'altra verità che fa tremare i polsi dentro il centrosinistra. Ci sono i tradimenti, i patti etici buttati alle ortiche e forse, oggi, consiglieri disposti a tendere una mano al centrodestra (se non c'è chi l'ha già fatto) pur di non perdere il governo della città. A parlare al telefono, il giorno dopo il disastro, è soltanto lei, Loriana Stella, che la faccia continua a mettercela.

È tornata al lavoro, subito. "Cosa dovevo fare? - dice -. Ho preso qualche giorno di ferie per sistemare alcune cose, ma la vita continua. E quando si insedierà il consiglio comunale, ci sarò, a capo dell'opposizione".

Quanto al partito, è attesa la convocazione degli organismi. Il Pd, adesso, deve fare i conti con se stesso. Glielo chiedono, come è giusto, anche gli alleati della coalizione.

"L'esito del ballottaggio - osserva Cecilia Stopponi (Prc) - rappresenta la conclusione di un ciclo politico che ha evidentemente esaurito la propria spinta propulsiva nel governo del territorio e della città. Più che di vittoria del Pdl e del neo sindaco, il risultato parla del crollo del Pd e di una classe dirigente che ha fatto prevalere l'interesse di una parte o di una cordata all'interno del regolamento di conti di questi mesi piuttosto che il progetto di governo e di sviluppo credibile e affidabile per la popolazione".
"Certo - prosegue la Stopponi - non ha aiutato nemmeno l'atteggiamento dei dirigenti locali del PdCI che, nonostante le parole inequivocabili del proprio segretario provinciale, hanno proseguito in un atteggiamento ambiguo che ammiccava alle destre". La Stopponi auspica "riflessione interna cruda e spietata". "Solo così - dice - si potrà ricostruire una credibilità che in questa tornata è evidentemente venuta meno". "Alle tentazioni di trasformismo di alcuni ed alla mera gestione del potere - conclude - è vitale contrapporre la politica, fondata sull'etica, la lealtà, la coerenza, i valori, le relazioni umane, il rapporto vero con i bisogni della gente".

Pubblicato il: 24/06/2009

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