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Morte sul lavoro, indignazione della CGIL

"Quadraccia non doveva essere solo mentre compiva quella pericolosa operazione". L'operaio dell'Aman ha perso la vita in un chiusino dell'acquedotto, a Montecchio, mentre cercava di chiudere l'acqua

ORVIETO - "Quadraccia non doveva essere solo mentre compiva quella pericolosa operazione". È la Cgil dell'Umbria e di Terni a lanciare un grido di indignazione, all'indomani dell'ennesima morte sul lavoro. Vittima, sabato pomeriggio, Angelo Quadraccia, cinquantuno anni, di Amelia.

L'operaio dell'Aman ha perso la vita in un chiusino dell'acquedotto, a Montecchio, mentre cercava di chiudere l'acqua per consentire ai colleghi di effettuare un intervento legato al maltempo. "Valuteremo cosa e come fare quando sapremo con maggiore precisione quanto è accaduto. Nel frattempo però non ci stanchiamo di porre a tutti la domanda più scomoda: questa ennesima tragedia si poteva evitare? Da parte nostra la risposta c'è ed è scontata: sì - afferma la Cgil - tutto si può prevedere. Si può prevedere, ad esempio, che per alcune lavorazioni occorra essere in due. Si può prevedere che occorrano tempi più lunghi e non perché si è fannulloni, ma perché si tiene alla propria salute ed incolumità.

Si può prevedere persino che, esternalizzando alcune lavorazioni e riducendone i costi a scapito della sicurezza aumentino i rischi e dunque si può decidere che, al contrario, servano investimenti strutturali e tecnologici per mettere in sicurezza ambienti di lavoro e operai" La Cgil è durissima pur precisando di non alzare l'indice contro nessuno. "Molte cose si possono prevedere - insiste la Cgil -. Non farlo significa assumersene la responsabilità sempre, ancor di più quando si perde la vita di una persona". In questo senso erano intervenute domenica anche le categorie Filcem, Femca, Uilcem.

 "Se la causa del decesso fosse stata causata da un malore, è assolutamente inconcepibile che un lavoratore, per prassi si rechi da solo ad effettuare operazioni pericolose ed in più aggravate dal temporale estivo in corso in quel momento, senza alcuna possibilità di soccorso in caso di necessità", avevano ribadito i sindacti. Saranno, comunque, i risultati dell'autopsia, eseguita ieri sulla salma dell'operaio, a chiarire la causa del decesso.

L'ipotesi, al momento, ritenuta più credibile, viste le modeste dimensioni del pozzetto, è che Quadraccia possa essere rimasto vittima di un malore, piuttosto che essere scivolato e quindi annegato. I sindacati, in ogni caso, in attesa che il lavoro della magistratura faccia il suo corso, dicono basta alla "ricerca forsennata della riduzione dei costi" che rischia di influire sulla sicurezza dei lavoratori. "Il servizio idrico torni ad essere considerato un servizio essenziale per i cittadini - hanno scritto le categorie di Cgil, Cisl e Uil - e non un bene con il quale fare business".

 

Pubblicato il: 23/06/2009

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