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Orvieto. Sempre di più i piccioni

I volatili non infestano più soltanto il centro storico, ma anche i quartieri periferici e sulla Rupe non c'è scampo per tetti di abitazioni private, palazzi storici, balconi e grondaie. Le iniziative del Comune

ORVIETO - È aumentata in maniera esponenziale la popolazione dei piccioni: sulla Rupe è diventata vera e propria emergenza. L'annoso problema di cui soffre da sempre la città del Duomo sta assumendo proporzioni decisamente preoccupanti negli ultimi mesi. I volatili non infestano più soltanto il centro storico, ma anche i quartieri periferici e sulla Rupe non c'è scampo per tetti di abitazioni private, palazzi storici, balconi e grondaie. Nei giorni scorsi, è capitato anche che un turista se ne sia trovato uno a godersi il fresco all'interno della chiesa di San Francesco.

Piccioni sempre più sfacciati, fecondi e contro i quali, a quanto pare, sembra si riesca a fare poco o nulla. Le conseguenze, dal punto di vista dell'igiene, sono preoccupanti. Lo sterco dei piccioni infesta vicoli e balconi. È sufficiente vedere, in certi periodi, le condizioni in cui versa il balcone del palazzo comunale, per rendersi conto della situazione generale. Al problema di igiene e di decoro urbano si somma quello dei costi che, il pubblico come il privato, sono costretti a sostenere per le operazioni di pulizia, ovvero per porre rimedio all'effetto e non certo alla causa.

Quando finalmente partirà la raccolta differenziata, il Comune ha annunciato che prenderanno il via anche due altre iniziative: lo spazzamento eccezionale delle piazze della città (da effettuare a rotazione e in orari prestabiliti, per non creare intralcio alla sosta) e l'istituzione di una postazione per ricevere proprio le segnalazioni sui piccioni.

L'amministrazione ha pensato, infatti, ad una squadra ad hoc munita di idrante per la pulizia manuale della sporcizia provocato dai volatili. Senza contare che, nel recente passato, il Comune di Orvieto ha speso qualcosa come centoventimila euro per ripulire i palazzi storici. Insomma, il problema va, ormai, affrontato alla radice.

Fino a questo momento, sono state provate varie strade ma nessuna con soddisfazione. L'amministrazione, secondo quanto riferito tempo fa dall'assessore all'Ambiente, avrebbe anche effettuato una sorta di censimento generale della popolazione di piccioni e dei siti in cui questi nidificano o stazionano, sono state effettuate analisi specifiche da parte della Asl per verificare se i volatili portassero delle malattie. Ma dal classico dissuasore, fino ad arrivare al mangime antifecondativo, nessuna delle soluzioni fin qui adottate si è rivelata all'altezza della situazione.

Per restare in Umbria, la città di Spoleto è ricorsa alla singolare sperimentazione di un sistema "ecologico" per far fuori il problema (nel centro storico di Spoleto la concentrazione di piccioni è tra le più alte al mondo). In pratica, saranno prosciugate per trenta giorni consecutivi tutte le fontane del centro storico, in corrispondenza del periodo riproduttivo dei piccioni. L'obiettivo è quello di sottrarre la risorsa ecologica primaria, ossia l'acqua, per interferire sul ciclo riproduttivo e ridurre la popolazione dei volatili del centro storico. Un metodo, questo, che permette di contrastare la presenza dei piccioni con sistemi ecologici e con un utilizzo minimo di denaro pubblico.

Chissà che Orvieto non prenda spunto dalla vicina cittadina umbra?

Pubblicato il: 20/06/2009

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