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Omicidi in Vaticano. Un medico orvietano parlava con Estermann quando fu ucciso

Il fatto è tornato all'attenzione dei media con la puntata di Enigma (Rai3), di venerdì sera. Sembra che Estermann venne ucciso mentre si trovava al telefono con un amico, un medico di Orvieto che venne poi sentito nell'inchiesta condotta in tempi rapidissimi

ORVIETO - È la sera del 4 maggio 1998. Nel cuore del Vaticano, in un elegante appartamento a pochi passi dalle stanze del Santo Padre, vengono scoperti tre cadaveri. Sono quelli di Alois Estermann, nominato quello stesso giorno comandante delle Guardie Svizzere, di sua moglie Gladys Meza Romero, e del vice-caporale Cedric Tornay. I misteri del caso Estermann, che il Vaticano chiuse frettolosamente come omicidio suicidio, sono tornati all'attenzione dei media con la puntata di Enigma (Rai3), di venerdì sera.

Tra i tanti gialli che avvolgono il caso, ce ne è uno, quello della telefonata, che coinvolgerebbe un medico orvietano, all'epoca - si disse - residente in via Postierla. Sembra, infatti, che Estermann venne ucciso mentre si trovava al telefono con un amico che voleva fargli le congratulazioni per l'incarico appena ricevuto. Dall'altra parte della cornetta, sembra che ci fosse, appunto, un medico di Orvieto che venne poi sentito nell'inchiesta condotta in tempi rapidissimi. La versione ufficiale fu lapidaria: Cedric Tornay avrebbe ucciso i coniugi e poi si sarebbe tolto la vita. Sul caso però restano molti dubbi.

Pubblicato il: 14/06/2009

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