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'Parola che crea e parola creativa' di Susanna Tamaro

"Dobbiamo riscoprire l'importanza del silenzio che è la culla da cui nasce la parola". Il secondo appuntamento del Festival d'Arte e Fede. Venerdì 12 le iniziative di chiusura del Festival

Dalla parola coriandolo alla parola seme. E' cominciato tutto da qui l'appuntamento che ieri, in occasione del Festival d'Arte e Fede, ha portato la scrittrice Susanna Tamaro a spiegare al suo pubblico "Parola che crea e parola creativa" presso la nuova biblioteca comunale Luigi Fiumi di Orvieto. Un momento particolare, non il semplice "incontro con lo scrittore". Ma un confronto illuminante che ha saputo rapire l'attenzione di chi, numerosi, vi hanno preso parte. Ad aprire il sipario sono state una serie di letture di alcuni passi degli scritti della Tamaro. Non scarne e atrofiche letture ma vere e proprie interpretazioni aiutate dalle sonorità e dal movimento sillabico di quattro lingue diverse che, all'unisono, hanno fatto germogliare il seme della parola contenuto in ogni pagina. Tra il pubblico della serata anche il vescovo monsignor Giovanni Scanavino, introdotto dalla moderatrice dell'incontro, Luisa Salvadori.

"Il Festival quest'anno, devo dire, mi piace particolarmente perché in calendario ci sono molti appuntamenti interessanti. Uno di questi è proprio l'incontro con Susanna Tamaro. Ho avuto il piacere di conoscerla a Cascia in occasione della sua premiazione con il libro Anima Mundi. Un libro che amo molto perché contiene un grande messaggio di pacificazione".

L'incontro è proseguito poi nella sala delle conferenze. A sedere accanto alla scrittrice di "Va dove di porta il cuore" anche Karin Coonrod - nota regista newyorkese, la sola al mondo titolare dei diritti d'autore sull'opera della scrittrice cattolica Flannery O'Connor. Ad Orvieto, dal 2004 al 2006, ha prodotto diverse repliche dello spettacolo itinerante "Laude in Urbis". E John Skillen, direttore fondatore del programma semestrale del Gordon College (Università cristiana vicino Boston) ad Orvieto. Entrambi, in un rapido intervento, hanno voluto raffrontare la figura della Tamaro a quella della O'Connor. Il fil rouge della serata è stata la parola. La parola che crea, la parola che è saggia, la parola che attende.

"La parola è nata nel momento in cui l'uomo ha conosciuto la finitezza delle cose. Senza la parola staremmo ancora nell'antichità. Ma oggi, con tutti i rumori che ci circondano, le voci abbiamo perso il silenzio che è la culla della parola, non c'è più interrogazione. Dovremmo far riscoprire l'importanza della parola e del silenzio anche ai bambini, dovremmo riempire la loro anima di cose belle e non trattarli come cassonetti della spazzatura in cui gettare  ogni cosa nel pensiero errato che prima o poi riescano a metabolizzare il tutto. E' una dura battaglia quella del silenzio".

Ha esordito così la scrittrice Susanna Tamaro rispondendo alle molte domande del pubblico rimasto

rapito dalla sua straordinaria capacità di spiegare con semplicità e profondità il difficile mestiere dello scrittore. Ma Tamaro non è solo scrittrice, ma è anche regista.

Innegabile, allora, la domanda del pubblico su cosa sia più difficile, se trovare le parole per un libro o per un film?

Scrivere un libro è un processo totalmente diverso, molto più difficile, molto più sofferto perché sei in solitudine. Profondità e ricerca. Silenzio ed attesa. Parola e saggezza. Condivisione e solitudine. E così che nasce un libro. Ma il passaggio tra la gestazione della parola e il suo farsi creativo non è breve. Possono volerci anni. La gestazione di un libro è un'operazione lunga e faticosa. Una volta che si hanno memorizzate tutte le informazioni occorre aspettare l'ispirazione perché l'ispirazione esiste, è vero. E non si sa quando arriva. Si aspetta fino a quando non arriva e il momento è giusto per dare alla parola creatività e senso.

Il prossimo appuntamento con Arte e Fede è per venerdì 12 giugno alle 17.30 nel Duomo di Orvieto con il momento celebrativo della figura di S. Paolo, con l'esegesi  "Damasco: l'origine dell'Evangelo Paolino della grazia" tenuta dal biblista Giuseppe Pulcinelli. A seguire la straordinaria testimonianza di Claudia Koll, intervistata dal conduttore Rai orvietano Pino Strabioli. Presiederà  l'incontro-dibattito S.E. Giovanni Scanavino (Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi), con l'intermezzo canoro della Corale Polifonica della Cattedrale "Vox et Iubilum", diretta dal M° Stefano Benini e la lettura di testi tratti dagli Atti degli Apostoli e dalle Lettere paoline dell'attore Andrea Brugnera.

Gran finale sempre venerdì 12, alle 21.00, al Teatro Mancinelli con lo spettacolo "L'uomo di Tarso", della Compagnia Jobel Teatro (ingresso libero), racconto teatrale scritto e diretto da Lorenzo Cognatti. Lo spettacolo indaga, in un continuo alternarsi di quadri e registri stilistici, (tra recitazione, musica e danza) il coraggio di un uomo chiamato a testimoniare la propria fede da Tarso al mondo intero.

Pubblicato il: 11/06/2009

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