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Bracconaggio, tre cacciatori nei guai

Denunciate dalla Forestale tre 'doppiette' di San Venanzo trovate a cacciare di frodo alle pendici del monte Peglia. In casa di uno dei fermati trovato un piccolo arsenale e timbri contraffatti di amministrazioni pubbliche

Cronaca

di Vincenzo Carducci

Bracconaggio, cacciatori nei guai. Tre "doppiette" di San Venanzo sono state denunciate per atti di bracconaggio dal Corpo Forestale di San Venanzo diretti dall'ispettore Fernando Moriconi.

I tre erano sono erano stati sorpresi un mese fa mentre di notte cacciavano al cinghiale con un grosso faro nei pressi del monte Peglia. In seguito a quell'episodio sono scattate le indagini, coordinate dal capo della Procura di Orvieto Calogero Ferrotti, che hanno portato nei giorni scorsi ad una perquisizione in casa di uno dei cacciatori, un quarantacinquenne già noto alle forze dell'ordine per reati analoghi.

Nell' abitazione ed a bordo della sua vettura gli uomini della Forestale di San Venanzo, in collaborazione con gli agenti del commissariato di Orvieto, hanno rinvenuto un vasto campionario di attrezzi per la caccia di frodo.

Tra questi una carabina non regolarmente denunciata, uno scovolino per pulire le canne dei fucili, lacci, numerose cartucce a palle e pallettoni, canne mozzate artigianalmente, un macete, un torcia ed altri pezzi di armi. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro insieme a una serie di timbri contraffatti di alcuni enti ed amministrazioni pubbliche trovati sempre nell'abitazione del quarantacinquenne cacciatore.

Al vaglio degli inquirenti l'ipotesi che l'uomo potesse aver falsificato le proprie licenze di caccia utilizzando anche dei normografi, sequestrati insieme al resto del materiale.

L'uomo è così stato denunciato anche per detenzione abusiva di armi.

Pubblicato il: 03/09/2003

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