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Qualche parola in più... di Andrea (Kappa) Caponeri

E' stato bello aver ricevuto il grande regalo di giocare alla musica, specialmente per me che musicista non sono, e dare corpo al sogno d'infanzia di star su un palco a cantare.

Cominciammo in quattro nel 1993, ragazzi già cresciutelli, a dirla tutta, con l'idea piccolina di fare un gruppo interamente acustico che pescasse a piene mani nella tradizione italiana, tanto per divertirci qualche sera, nulla di più. Il gioco ben presto ci ha preso la mano e abbiamo imbarcato nell'impresa amici e strumenti, per ritrovarci, quasi a nostra insaputa, nella stagione eroica del folk-rock italiano, con un repertorio per l'epoca e per il luogo totalmente inedito che sul palco faceva convivere e dialogare repertorio tradizionale italiano, canzoni d'autore riesumate e vestite a festa, e brani originali che, anche se non hanno mai avuto la ventura di incrociare la discografia ufficiale, sono circolati su cassette (prima) e cd masterizzati (poi) e hanno così girato tra la gente, trovando uno spazietto nel cuore di molti giovani tra fine '90 e inizio anni 2000.

Con il nostro "FolKarnaio d'autore", come lo battezzammo, abbiamo girato un bel pezzo d'Italia, a volte in posti sperduti davanti a qualche vecchietto sospettoso, a volte su palchi di tutto rispetto davanti a migliaia di persone, portando ovunque festosa poesia e poetica festa. Le persone incontrate, le serate incredibili passate a suonare, far baldoria, discutere di tutto, spesso fino all'alba, rimarranno una traccia indelebile, un ricordo prezioso che sempre ci scalderà il cuore per rammentarci quanto siamo stati fortunati a vivere proprio questo tempo e in questa bella compagnia.

Ma è giusto e onesto, soprattutto nei riguardi di quanti ci hanno voluto e ci vogliono bene, anche riconoscere quando sta per sopraggiungere un po' di routine, quando i pensieri e gli impegni ti stanno portando altrove: ecco, questo è il momento di abbandonare il gioco, anche solo per provare a farne altri.

E' vero, non siamo stati certo un gruppo che ha "sfondato" nel music business, uno di quelli che "ce l'hanno fatta", forse per incapacità di pensare in grande, forse perché non avevamo abbastanza talento e/o determinazione, forse perché così vanno le cose, così devono andare.

Ma ci illudiamo di aver fatto vivere qualche bella serata a un certo numero di persone, di averle aiutate a stare bene, in accordo con il mondo, fosse anche per lo spazio di un concerto, sotto il cielo stellato e terso di qualche estate. E' già molto di più di quanto avremmo mai sperato.

Per finire questo che, più di un commiato, è un buon viatico per la strada a venire, mi preme ribadire la mia gioia e gratitudine per aver condiviso insieme questi anni fantastici, e il privilegio di averlo fatto con un gruppo stupendo di persone, amici, fans o semplici estimatori a cui va oggi tutto il mio ringraziamento: è stato un onore suonare per voi, dar vita a parole e note.

Non temete però, ci rincontreremo, speriamo in tanti, per festeggiare la nostra amata Santa Perduta, ogni fine agosto e rinnovare tra amici il miracolo di cuori ballerini e piedi innamorati che per tanti anni ci ha sostenuto. Un abbraccio a tutti.

Pubblicato il: 27/05/2009

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