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Oggi i funerali di Giulio Ladi

Alle 16,30, nella chiesa di Sant'Andrea in piazza della Repubblica i funerali di Giulio Ladi. Niente fiori ma donazioni per il reparto di Ematologia del Santa Maria della Stella. Il ricordo di amici e colleghi

Giulio Ladi non è più con noi.
Si è spento, ci ha lasciati, siamo più soli.
Il Messaggero perde il suo collaboratore storico.
Gli abbiamo voluto bene perché era uno, sempre quello, affidabile, sicuro.
Sereno e sorridente, mai alterato, è stato un esempio positivo. Lo ricorderemo sempre con simpatia e gioia e sarà bello riabbracciarci. (Dante Freddi)

Il ricordo di Roberto Basili

Eri punto di riferimento certo per tutti noi: giornalisti, politici, semplici cittadini. Chi voleva apprendere oltre la notizia, conoscere i dettagli, i retroscena, gli sviluppi possibili si rivolgeva a te. Sapeva di trovare un amico affettuoso e un collega scevro dalle stupide gelosie del mestiere. Ti piaceva indagare il fatto nell'intimo fino a farlo tuo, verificavi sempre ogni aspetto; la fretta spasmodica di "stare" per primo sulla notizia, lo scoop a ogni costo non ti hanno mai interessato. Ma quando il tuo pezzo arrivava, lasciava sempre il segno per l'autorevolezza che tutti ti riconoscevano. Una penna bella, di serietà, di correttezza, di grande equilibrio ma all'occorrenza impietosa e graffiante. I "poteri" della città ti stimavano molto, e ti temevano altrettanto. Alcuni cercavano la tua "complicità" con ogni genere di lusinghe, ma senza alcun successo. Sei sempre rimasto fedele ai tuoi lettori. A loro e a noi mancherà la tua onestà culturale e professionale.

Tante volte abbiamo ragionato insieme sull'opportunità di costituire un circolo della stampa orvietana; ormai questa è diventata una necessità, i tempi sono maturi. Ci stavamo lavorando insieme, ora continueremo da soli. Non so se ci riusciremo, ma so di certo che, nel caso, sarà dedicato a te e porterà il tuo nome.

Saluto di Giampiero Giordano

Ciao Giulio.

Giulio Ladi ci ha lasciati. Se n'è andato questa mattina, in silenzio.

Le atlete, i tecnici, i dirigenti della Cestistica Azzurra Orvieto esprimono alla famiglia le più sentite condoglianze per il grave lutto.

Il ricordo di Giancarlo Giacomini

Ho avuto la fortuna di conoscerti da subito ed apprezzarti non solo come sportivo (ricordi le interminabili partite di calcio nel campetto di Piazza Marconi, ora sede della Scuola Media "L. Signorelli" ?) ma come uomo. Sempre disponibile, con un sorriso solare eri capace di comporre con la tua esperienza e la tua saggezza ogni possibile contrarietà. Oggi credo che con me e con  la nostra società, di cui sei stato prezioso collaboratore nella stagione 87/88, piangerà l'intero  basket orvietano e non solo, visto le tue molteplici attività, per  una perdita e per un vuoto che sarà difficile colmare. Ma certamente il vuoto più grande l'hai lasciato alla tua Anna Maria ed a quanti nella vita hanno avuto la fortuna di poterti conoscere ed apprezzare anche più e meglio del sottoscritto. Voglio, per quanto possibile in questo momento  manifestare a mio titolo personale ed a nome della Cestistica Azzurra Orvieto le più sentite e sincere condoglianze. Ciao Giulio , non potremo mai dimenticarti !

Il ricordo di Giorgio Santelli

Quando nel 1989 sono arrivato a Orvieto, Giulio fu una delle prime persone che  "non conobbi". Giuliano, mio fratello, mi portò a pranzo Al San Francesco, alla Cramst. E mi disse: "C'è Giulio Ladi, de Il messaggero, così lo conosci e senti un po' da lui quella che è la situazione del giornalismo locale".

Arrivai alla Cramst, lui forse c'era, ma sbagliai persona. Ragionai di informazione per una buona mezzora con Fabrizio Trequattrini. Mi sembrò un dialogo fra sordi. Ponevo domande che forse venivano capite male. Immagino Fabrizio (non parlammo di quell'incontro successivamente e forse lui nemmeno se lo ricorderà più), mi avrà preso per un pazzo scatenato!

Ma Giulio lo conobbi poi. Nel mestiere, quando scrivevo sul Messaggero (seguivo lo sport la domenica), sul Corriere dell'Umbria, su La Città, nei diversi tentativi di creare un circolo della stampa a Orvieto, a Villa Bellago. Ho apprezzato Giulio, umanamente e professionalmente. Mai una parola o una riga "sopra le righe", pronto a difendere i colleghi, corrispondente che non strillava le notizie ma le trattava con riflessione.

In quegli anni c'era una sorta di "guerra" con gli editori locali, perché riservavano poco spazio alla nostra città. Un articolo sul messaggero ogni giorno ma non sempre, un pezzo di Martucci o di Della Ciana sul Corriere dell'Umbria e Marcello corrispondente dell'Ansa, la Nazione che scriveva davvero poco. C'era Rtu Aquesio (radio e Tv), c'era una Orvieto39 agli albori, c'erano fogli locali della Dc e del Pci, il Foglio Giallo.

In pochi anni le cose cambiarono, gli editori investirono su questo territorio, nasceva La Città, e sul primo numero c'era anche la firma di Giulio. E cambiava la politica, i sindaci, gli assetti. Giulio raccontava tutto, sempre in un modo pacato e tranquillo. Crescevano altri giornalisti, si facevano le ossa e creavano un sistema della comunicazione locale che oggi non ha pari in nessuna altra realtà umbra. Oggi, tutti noi, siamo orfani di Giulio, di un amico e collega che non dimostrava gli anni che aveva, che si rintanava al circolo per la sua partita a carte, che era presente ad ogni conferenza stampa, che era pronto ad aiutare i giovani che si avvicinavano al giornalismo e che era pronto, anche quando alcuni di noi sbagliavano, a difenderci con quei "potenti" locali che lui aveva visto crescere politicamente.

Quando ad Orvieto scoppiò l'operazione Caos, che coinvolse molti dei nostri giovani, seguì quegli avvenimenti con discrezione, senza far mancare notizie ai lettori ma non provocando pruriti che altri colleghi, invece, non lesinarono. Proseguiva nella sua logica delle notizie non strillate ma in ogni caso dette e raccontate. Come analizzò bene altri difficili momenti della politica locale, come la morte di Adriano Casasole, tentando di capirne alcuni perché, discutendo anche con alcuni di noi rispetto ad un imbarbarimento dei rapporti politici.

Quel suo modo di essere cronista e giornalista ci mancherà. Non si è mai stancato di questa professione, l'ha fatta per decenni con orgoglio e sobrietà.

Come dice Roberto, l'associazione bisogna farla, e deve portare il tuo nome.  Ma sarebbe auspicabile che le istituzioni locali decidessero di dedicare a lui qualcosa, magari una sala del Palazzo Comunale, da lui così spesso frequentato per le innumerevoli conferenze stampa. Del resto ha svolto anche un ruolo "politico" fondamentale. Come molti di noi ha reso il più possibile trasparente quella casa comune di tutti i cittadini

Il saluto di Giuliano Santelli

Cara Annamaria,
Ho appreso qui in Abruzzo della scomparsa di Giulio. Notizia "triste e pesante" avrebbe scritto il cronista Giulio. Mi è giunta mentre stavo dentro Tempera, un borgo completamente distrutto dal terremoto, dove la sensazione di desolazione, solitudine, senso di impotenza ti coglie in tutta la sua drammaticità. Giulio è stato e rimarrà il "giornalista", non quelli che oggi, per la maggior parte, si limitano a commentare la notizia di agenzia. Giulio cercava di capire, indagava, si faceva una sua opinione cercava riscontri e poi scriveva con l'onesta intellettuale che lo distingueva. Giulio non ha mai avuto timore di dire cose che non erano gradite a questa o quella personalità o amministratore, faceva il suo mestiere, il giornalista. In tempi come questi dove la categoria sembra sempre più genuflessa ai poteri forti e ai vari potentati economici, Giulio ci mancherà ancora di più. Un caro abbraccio a Te Annamaria. Ciao Giulio          

Pubblicato il: 27/05/2009

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