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Parla il padre "agitato". 'Mio figlio ha difficoltà con la lingua per essere vissuto tanti anni in Inghilterra'

Ci sarebbe questo disperato grido d'aiuto dietro i gesti e le minacce sconsiderate che, sabato scorso, lo hanno portato dietro le sbarre

ORVIETO - "Mio figlio ha difficoltà con la lingua per essere vissuto tanti anni in Inghilterra. Fargli cambiare classe per la terza volta, non farà che rendergli ancor più difficile l'inserimento". Ci sarebbe questo disperato grido d'aiuto dietro i gesti e le minacce sconsiderate che, sabato scorso, hanno portato dietro le sbarre un padre, incensurato, di quarantasette anni che ha reagito con violenza di fronte alla preside per i cattivi voti del figlio.

 

L'uomo, ieri mattina, è stato scarcerato in sede di udienza di convalida. Il gip Gianluca Forlani gli ha imposto però il divieto di dimora nel quartiere di Ciconia. Significa che dovrà tenersi alla larga dalla scuola media "Ippolito scalza" dove è successo il fattaccio, almeno fino al processo. Le ipotesi di reato che, al momento, gli vengono contestate sono minacce e danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio.

 

Per circa una ventina di minuti l'uomo, infatti, avrebbe tenuto "sotto assedio" la vice preside, buttando all'aria sedie e oggetti, oltre a scaraventare in terra tutto quanto si trovava sopra la scrivania dell'ufficio. Per non parlare delle minacce. "Se me lo ribocciate anche stavolta, vi taglio le gambe. Questa scuola la faccio saltare in aria". Questa e frasi simili sarebbero state pronunciate all'indirizzo della donna, letteralmente sotto choc.

 

Poi il carcere. Qui, in sede di interrogatorio, nei giorni scorsi, l'uomo avrebbe spiegato la sua posizione, cercando di ridimensionare i fatti e soprattutto cercando di convincere il giudice che il cattivo rendimento scolastico del figlio sarebbe legato niente altro che a problemi di inserimento legati alla scarsa comprensione della lingua. La famiglia si è trasferita ad Orvieto solo da pochi anni, dopo un lungo soggiorno in Inghilterra.

 

Poco a che vedere con la reazione, comunque, spropositata dell'uomo, per quanto frustrato ed esasperato dalla situazione. Ed è quello che devono aver pensato anche i carabinieri che, sabato mattina, dopo averlo accompagnato in ospedale, per alcuni controlli dopo l'accaduto, non hanno esitato un attimo a stringergli le manette ai polsi. Chi è parso decisamente propenso, invece, a ridimensionare i fatti, proprio ieri mattina in tribunale, in sede di convalida, è stato l'avvocato (al momento d'ufficio) del quarantasettenne, il legale Francesco Fredro.

Pubblicato il: 21/05/2009

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