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Guido Turreni candidato consigliere comunale nella lista 'Il Popolo della Libertà'

Per Toni Còncina sindaco di Orvieto

foto di copertina

Chi sono e perché mi candido.

Mi chiamo Guido Turreni, sono nato a Roma nel 1968, ma sono sempre vissuto ad Orvieto. Sono figlio di Assunta Marini, professoressa di italiano e storia, e di Agostino Turreni, conosciuto Avvocato di Orvieto. Ho frequentato il Liceo Classico cittadino con profitto e poi mi sono laureato in Giurisprudenza all'Università di Perugia. Oggi faccio l'avvocato, sono sposato ed ho due figli piccoli.

Chi ha un minimo di onestà e sincerità deve riconoscere che la nostra città negli ultimi quarant'anni è vistosamente arretrata sia dal punto di vista economico, che sul piano dell'importanza rispetto alle altre città vicine.

La situazione è andata così peggiorando che oggi chi vuole emergere ad Orvieto non ha più alternative: o deve emigrare fuori città, oppure deve accettare pesanti compromessi sul piano politico ed umano e pietire al potente di turno qualcosa per sé e per la sua famiglia, sperando che prima o poi qualcuno si ricordi di lui.

La responsabilità di questa situazione è da attribuire esclusivamente alla sinistra orvietana che ha sempre governato la città ed ha volutamente cercato di ostacolare qualsiasi sviluppo di una realtà economica indipendente dai suoi condizionamenti.

Il sistema però ha cominciato a scricchiolare da quando sono finiti gli sperperi di denaro pubblico che abbiamo visto negli ultimi anni ed oggi il bilancio del Comune ha accumulato pesantissimi debiti su debiti.

La sinistra orvietana dinnanzi a questo disastro ha cercato di far credere di esser cambiata, ma in realtà ripropone le stesse persone e le stesse facce che hanno già fallito clamorosamente.

Dobbiamo CAMBIARE VOTO e costringerli a cambiare veramente, altrimenti il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti non sarà più sicuro e libero dai condizionamenti che oggi viviamo noi.

E' ora di dire basta a questi incapaci che ci hanno portato sull'orlo del fallimento e di riprenderci la nostra libertà di autodeterminazione politica, economica e sociale. Per questo ho deciso di candidarmi con il Popolo della Libertà di Orvieto, e per questo ti chiedo di VOTARMI SCRIVENDO IL MIO COGNOME "TURRENI" ACCANTO AL SIMBOLO DEL POPOLO DELLA LIBERTA'.

Per conoscere le mie dieci proposte per risvegliare la città ti invito a consultare il mio programma pubblicato su www.orvietosi.it e su www.tuttorvieto.it.

Il mio programma in dieci punti.

1) Stabilizzazione del bilancio con i proventi derivanti dalla rifunzionalizzazione della Caserma Piave che dovranno essere vincolati all'estinzione anticipata dei mutui contratti dal Comune e conseguente liberazione di risorse con l'abbattimento delle c.d. spese correnti (ex rate mutui), al fine di finanziare il cambiamento del modello di sviluppo di Orvieto; fine della politica dell'indebitamento selvaggio.

2) Politica infrastrutturale di collegamento con le aree tradizionalmente legate all'economia orvietana, ovvero viterbese, basso senese e grossetano, al fine di fare di Orvieto e del suo territorio uno snodo logistico di persone e merci competitivo con i territori limitrofi, il businness della logistica è il quarto al mondo, ricordiamocelo (realizzazione della Strada degli Etruschi, business dell'aeroporto dui Viterbo che porterà sviluppo e lavoro anche ad Orvieto, ma bisogna anche cominciare a teorizzare la ferrovia Orvieto - Porto Santo Stefano (o simile); collegamento ferroviario est-ovest mancante in tutto il centro Italia).

3) Riqualificazione del centro storico attraverso: a) la riqualificazione commerciale con la c.d. politica del centro commerciale naturale (galleria dei sette) e centro unico municipalizzato di distribuzione merci; b) percorso pedonale meccanizzato sotterraneo fra parcheggio di Via Roma e Torre del Moro; c) censimento degli immobili abbandonati da oltre dieci anni e politica di riacquisto per la ricostituzione del patrimonio immobilare comunale per il reimpiego socio-abitativo; d) politica alberghiera di nuovo insediamento per aumentare la ricettività cittadina al fine di far funzionare a regime il palazzo dei congressi; e) liberalizzazione del traffico veicolare interno per tutti i residenti ed i lavoratori con la creazione di quattro stanze di utenza; f) nuove scuole o centri di formazione giovanile esclusivamente nel centro storico ed ove possibile rientro degli istituti scolastici a suo tempo decentrati; g) insediamento di attività produttive non inquinanti nel centro storico (istituti di ricerca, possibilmente medica e diagnostica).

4) Riqualificazione delle periferie e delle aree produttive con un nuovo piano urbanistico: costruzione di almeno un nuovo ponte sul Paglia in zona La Svolta-Sferracavallo in assenza del finanziamento del secondo stralcio della complanare; creazione della nuova area produttiva in prossimità del futuro casello nord- strada degli Etruschi; creazione di viabilità di servizio a scorrimento veloce ai bordi delle frazioni e degli insediamenti più grandi di Ciconia, Canale e Sferracavallo, per razionalizzare i nuclei abitativi originali ed in previsione del loro ulteriore sviluppo ed ampliamento; nuovi insediamenti abitativi solo in zona Sferracavallo-Ponte di Romealla. Politica di abbassamento dei prezzi al mq delle aree produttive con l'ampliamento dell'offerta; esenzione totale dai tributi locali per i nuovi insediamenti produttivi che assumano personale locale per i primi cinque anni.

5) Nuovo indirizzo politico fra Comune-Regione: rifiuto del Disegno Strategico Territoriale ennesimo palliativo per turlupinare gli orvietani; politica di programmazione autonoma di integrazione con la Città di Roma: protocolo Roma-Orvieto; prospettazione della separazione di Orvieto dall'Umbria in caso non venga applicato il principio di solidarietà territoriale; rifiuto della riforma endoregionale con il cambiamento del numero degli ATI (due per ogni provincia, oppure uno per ogni provincia; oggi tre per Perugia ed uno per Terni) e riequilibrio delle politiche territoriali al fine di realizzare una nuova politica sanitaria e dei rifiuti.

6) L'ospedale si tocca eccome: la mera difesa dell'esistente non paga; nuova programmazione della politica sanitaria locale; abbandono dell'emergenza-urgenza, totale presa in giro, ed istituzione dell'ospedale di medicina territoriale con la geriatria, l'oncologia, la pediatria e l'ortopedia infortunistica VERE. Accordo trilaterale Comune-Regione-Direzione Sanitaria (conferenza dei servizi) per la politica di finanziamento alla strumentazione diagnostica e per la promozione della medicina extra ospedaliera: che approdino anche ad Orvieto le RSA (residenze sanitarie assistite) dopo che le hanno fatte perfino a Narni.

7) Politica giovanile: basta con la retorica dei GGiovani (con due g), avanti il merito e le risposte concrete: formazione ed occasione di socializzazione. Formazione: cambiamento del modello di scolarizzazione locale in accordo con la provincia per formare i nostri ragazzi affinchè possano trovare più facilmente un lavoro ad Orvieto; istituzione dell'istituto alberghiero, ma anche di quello di agraria (sta a Bagnoregio!); formazione extra scolastica nel settore vitivinicolo e più in generale dei prodotti DOP, DOC e IGT IGP ecc.. Istituzione della "lobby" europeistica dei laureati, ovvero finanziamento dei nostri migliori lauretati per la penetrazione negli uffici comunitari al fine di acquisire il know how del finanziamento dei progetti degli enti pubblici intermedi (regione, province ed anche comuni), così come hanno già fatto parecchi comuni di grandi città italiane soprattutto del nord.

8) Socializzazione: realizzazione su terreno di proprietà comunale del c.d. "villaggio dei giovani", che ruoterà intorno al nuovo business dell'organizzazione degli eventi, con area attrezzata per i concerti, medio grandi (30.000 persone), piscina estiva all'aperto (mai realizzata ad Orvieto) e indotto di locali e servizi sportivi, campeggio attrezzato ecc. ecc..

8) Pendolari: nel medio periodo istituzione di un consorzio pubblico (regione/i provincia/e e comuni interessati dal fenomeno, capofila il Comune di Roma con il protocollo Roma-Orvieto) per l'affitto e la gestione della rete lenta e dei convogli che RFI (reti ferroviarie italiane) dovrà mettere a disposizione per legge con la annunciata liberalizzazione della rete per la costituzione di convogli ad hoc per i nostri pendolari e/o per il finanziamento delle perdite (ed anche del profitto) di Trenitalia S.p.a; l'unione fa la forza. Nel lungo periodo snodo ferroviario Orvieto - costa tirrenica, potenziamento dello scalo merci e della stazione passeggeri per competere con Orte e Chiusi.

9) Nuova politica dei rifiuti. Le discariche si devono fare, ma vanno fatte soprattutto a servizio delle grandi aree industriali. Sarebbe stato quindi meglio non entrare in questo settore assolutamente incompatibile con il modello di sviluppo di Orvieto fondato sul turismo, sulla cultura e sull'argoalimentare, e non sull'industria pesante ed inquinante, ma poiché la discarica con annessi rifiuti ormai già c'è e ci sarà per i prossimi 25.000 anni, tanto vale sfruttarla. Dal cambiamento dei rapporti di forza con la Regione discenderà la creazione dell'ATO comprensorio orvietano, e si potranno quindi ridefinire il piano dei rifiuti regionale con conseguente (a cascata) rivisitazione completa della concessione con la SAO Acea da ridefinire prima sul piano amministrativo con apposita conferenza dei servizi. E' ora che a guadagnare con la discarica non sia solo il gestore ma anche (e soprattutto) la Città ed i comuni del comprensorio, avendo di mira l'abbattimento progressivo della tariffa fino alla sua totale eliminazione (come ad Assisi per esempio, che dell'ATO rifiuti e della GE SE NU se ne sono altamente "disinteressati") e poi anche, perché no, finanziamento dei servizi (vedi quello che è successo nel Comune di Peccioli), con il reinvestimento dei profitti per esempio nella raccolta differenziata, per il prolungamento della vita della discarica. Abbiamo in mano uno dei businness più importanti in assoluto, il problema sarà vedere come gestire i rapporti in corso con Acea-SAO, ormai purtroppo assai stratificati per i favoritismi durati vent'anni che hanno oramai consolidato rapporti giuridici fin troppo giugulatori (per usare un eufemismo).

10) Difesa del Tribunale di Orvieto: l'ultimo ufficio pubblico di una certa importanza rimasto sulla rupe che fa la differenza fra una piccola città ed una paesotto è proprio il Tribunale; intorno ad esso ruota l'ultimo indotto economico apprezzabile della città; ultimi gli avvocati, prima arrivano i tanti consulenti orvietani che vi lavorano ma soprattutto i circa duecento stipendi pubblici delle forze dell'ordine e del personale amministrativo che andrebbero via da Orvieto, così, da un giorno all'altro (gran parte dei Carabinieri, tutta la Polizia, Finanza, Agenti di Custodia, dipendenti di cancelleria, magistrati) assestando la mazzata finale all'economia cittadina. Dobbiamo assolutamente impedirlo. La sinistra invece su questo aspetto è completamente latitante perché a livello nazionale vuole la chiusura dei piccoli tribunali.

Per difendere il Tribunale seguiamo i consigli che ci vengono dal mondo dell'avvocatura che suggerisce di guardare alla revisione delle circoscrizioni in vista di un ampliamento del bacino di utenza perché se il Tribunale rimane così, prima o poi lo sopprimono. L'unico ampliamento verosimile e possibile è verso Viterbo che ha interesse a che ciò avvenga in quanto potrebbe costituire la Sezione distaccata della Corte d'Appello di Roma, prima che la faccia Civitavecchia o Frosinone.

* * * * *

La sintesi è una bella cosa ma dietro questi dieci punti ci sono ragionamenti molto più complessi che sono disponibile a svolgere a voce per approfondire il tutto, con CHIUNQUE.

Saluti.

Guido Turreni.

Committente responsabile Assunta Marini

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Pubblicato il: 14/05/2009

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